Italia: Impressioni dopo un anno di noviziato

Pubblicato in I missionari dicono
Fotografie della celebrazione

{mosimage}Eccoci, ormai, a pochi giorni dalla nostra prima professione religiosa. Quest’anno siamo in cinque novizi che ci accosteremo a questo traguardo, con spirito riconoscente a Dio Padre che ci ha chiamati a questa vita e in questa famiglia religiosa, ed anche con un po’ di trepidazione nel vedere un sogno che si sta realizzando. Un sogno per tutta la vita! Siamo due coreani: Lee Dong Uk (Benigno) e Kim Myeong Ho (Giuseppe); e tre italiani: Matteo Pettinari, Ermanno Savarino e Gian Luca Pinta. Abbiamo concluso un anno straordinario, come lo è, per definizione, il Noviziato.

Lo definisco straordinario per l’intensità dell’esperienza comunitaria vissuta, sia tra noi novizi che con i padri della comunità di Bedizzole; per la profondità del cammino umano e spirituale svolto e per l’impegno totale e faticoso che ha richiesto a ciascuno di noi.

{mosimage}Al termine dell’anno possiamo trarre un primo bilancio ed è senza dubbio molto positivo: se non è stato l’anno più bello del nostro iter formativo, è stato sicuramente il più utile, il più concreto.Vorrei tracciare con brevi pennellate una sintesi di quest’anno. Il colore dominante è stato sicuramente il silenzio. Un silenzio ritagliato, anche con fatica, ogni giorno per garantire un colloquio lungo e personale con il Signore, alla luce della sua Parola e nella verità di ciascuno. Questo silenzio lo abbiamo gustato nella Lectio Divina quotidiana alla mattina e nel cosiddetto Tempo Sacro del pomeriggio, ovvero un tempo di due ore dedicato all’approfondimento, allo studio e alla preghiera personale nel silenzio della propria camera.

È veramente affascinante e sorprendente sperimentare come il Signore parli e plasmi i suoi figli, anche con sofferenza, nel silenzio della propria interiorità, facendo risuonare parole tante volte sentite ma che prima non avevano mai inciso così profondamente. Lo studio e l’approfondimento del significato della vita religiosa e l’incontro con le grandi figure di missionari del passato, ci ha resi più consapevoli del grande dono della consacrazione, oltre che coscienti della nostra povertà, accolta e benedetta da Dio Padre!

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Un altro tratto caratteristico di questo Noviziato è stata l’esperienza di famiglia. Abbiamo toccato con mano il significato delle parole del Fondatore che diceva che questo non è un collegio e nenche un seminario ma una famiglia, e, a riguardo, vorremmo ringraziare del loro esempio tutti i padri della comunità di Bedizzole, a partire dal superiore P. Pietro Moretti, e continuando poi con P. Mario Carparellli, P. Carlo Laguzzi, P. Vincenzo Mura e ovviamente il nostro maestro P. Luigi Manco. È difficile spiegare a parole in che cosa consista questo spirito di famiglia tipicamente IMC, perché è più un clima fatto di semplicità, attenzione, gusto di stare insieme, schiettezza e affetto sincero pur nelle diversità di cultura, età e di mentalità. Forse l’aggettivo più adatto per descrivere questo spirito di famiglia è quello di spirito mariano, nel senso che la maternità della Consolata ci accomuna veramente e plasma le nostre relazioni con un timbro particolare. Di questo ne abbiamo avuto la conferma dai numerosi ospiti che ci hanno fatto visita quest’anno, i quali, pur nella realtà ordinaria della nostra vita, fatta anche di qualche sbuffo o incomprensione, hanno sottolineato sempre questo aspetto.

{mosimage} L’Allamano è il nostro padre e la Consolata è la nostra madre. Ciò vuole dire che non solo siamo una famiglia, ma abbiamo anche uno specifico molto particolare: siamo una famiglia di consacrati a Dio per la missione! E questo lo sperimenteremo già a breve, soprattutto per qualcuno di noi. Infatti il nostro bel gruppo è destinato a sciogliersi tra pochi giorni, perché diverse sono le nostre destinazioni: Ermanno, Benigno e Giuseppe andranno a Bravetta per la teologia, Gian Luca a Sao Paulo, in Brasile, sempre per lo studio della teologia, mentre Matteo, che ha già terminato gli studi teologici, è stato destinato alla Costa d’Avorio per uno stage missionario di qualche anno. In ogni caso, questo anno di Noviziato ce lo porteremo nel cuore per la vita con tutto il suo bagaglio di esperienze, di affetti, di insegnamenti, di incontri e di scoperte. Chissà cosa ci racconteremo fra un po’ di anni quando ci incontreremo di nuovo…
 
Oh, scusate stavo per fare una dimenticanza imperdonabile. Abbiamo condiviso l’anno anche con Alberto e Julio. Alberto, già sacerdote diocesano farà la sua prima Professione a fine Novembre. Julio partirà per uno stage pastorale in Brasile per due anni. Percorsi diversi, ma tutti uniti nell’unico ideale della missione ad gentes nella famiglia allamaniano. Ed ora proprio sì vi salutiamo tutti con affetto e chiudiamo con una particolare preghiera a Maria Consolata, perché vegli sulla nostra vita religiosa che stiamo per intraprendere.
Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:29

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