Italia: Una vita donata «per-dono» a Dio

Pubblicato in I missionari dicono
{mosimage}Sua Eminenza il Cardinale Severino Poletto, alle ore 18.15, nel santuario della Consolata, presiede la S. Messa in ricordo di Suor Leonella Sgorbati, Missionaria della Consolata, che ha donato la sua vita “per- dono” a Dio in Mogadiscio, Somalia, il 17 settembre scorso.

Il poster d’occasione presenta Sr. Leonella in abito bianco, proiettata sullo sfondo scuro che  rappresenta la cartina dell’Africa insanguinata, con le sue ultime parole: "perdono-perdono-perdono”, che non solo indicano il suo sentimento cristiano di perdonare che l’ha uccisa, ma anche il gesto costante della sua attività missionaria in Kenya prima e poi in Somalia di offrire tutto “per-dono” a Dio. Il santuario è gremito: tante le Missionarie della Consolata che fanno una fitta corona attorno all’altare su cui numerosi Missionari della Consolata concelebrano con il Cardinale.

La Superiora regionale della Suore della Consolata, introduce la solenne Liturgia con una breve e toccante narrazione del triste fatto avvenuto a Mogadiscio la tarda mattinata del 17 settembre, che con Sr. Leonella ha pure colpito a morte la guardia musulmana che le faceva da scorta, e opportune riflessioni sulla totalità del martirio dei due come dialogo tra il Cristianesimo e Islam. E conclude: “Grazie Sr. Leonella, per il luminoso esempio che ci lasci; ottienici da Gesù la forza di camminare sui tuoi passi”.

“La pace sia con voi” inizia il Cardinale celebrante: la pace che può essere costruita solo con l’offerta totale delle nostre vite; quella pace che Gesù ci ha acquistato con il sacrificio della sua vita sulla croce. “Sono stato incerto, ammette il Cardinale, se celebrare in onore di Sr. Leonella o in suffragio… è prevalsa in me la prima opzione. Celebriamo quindi in onore di S. Francesco e uniamo il sacrificio totale che Sr. Leonella ha offerto a Cristo, consumandosi per i fratelli, in un’offerta totale a Cristo come Francesco”.

Si ha l’impressione che il Beato Giuseppe Allamano, stia guardando da quel coretto che sovrasta l’altare le sue figlie e i suoi figli che in questo momento fanno corona intorno al loro Pastore, il Vescovo della diocesi di Torino, da lui sempre amato come padre e sulla cui parola gettò la rete di fondazione dell’Istituto dei Missionari e Missionarie della Consolata. “Dovete amare la missione fino a dare la vita per i fratelli”, sono le sue parole di esortazione, che oggi ancora una volta si avverano aggiungendo una nuova martire alla lista, ormai di oltre dieci nomi, delle sue figlie e dei suoi figli che hanno dato la vita per il Vangelo.

Le note solenni del grande organo intonano il “Gloria”, che diviene un canto di gioia che ringrazia Dio per l’amore totale di Francesco e Leonella a Cristo. Il Vangelo: “Grazie, Padre, che hai rivelato questo cose ai semplici… perché così è piaciuto a te” (Mt.11,25). Il Cardinale commenta questa frase nella sua omelia, densa di pensieri e di ricordi personali. Nel 1986 infatti egli fu in Kenya dove guidò tre corsi di Esercizi Spirituali, due ai Missionari e uno alle Missionarie, tra esse c’era anche Sr. Leonella. Ebbe occasione di andare anche a Nazareth Hospital, gestito dalla Suore della Consolata, vicino a Nairobi, dove ora riposano i resti mortali di Sr. Leonella, accanto alle tombe di tante altre Missionarie. “Sr. Leonella, continua il Cardinale, non solo si è consacrata a Cristo, ma ha dato il supremo atto di amore, dando la propria vita, ed a imitazione di Gesù, prima di spirare, poco dopo l’attentato, ha supplicato Dio mormorando «perdono- perdono-perdono». È il martirio di amore che fa di lei il chicco di frumento che cade in terra e muore per produrre molto frutto. Il martirio e la più totale purificazione: Sr. Leonella il 17 settembre, noi lo crediamo, ha incontrato l’Allamano nel paradiso dei santi”.

Durante la Liturgia aleggia in tutto il Santuario, “Cuore della diocesi, cuore e culla dei Missionari e Missionarie della Consolata, che ai piedi della loro Madre sono cresciti fino ad estendersi in tutto il mondo,” (sono ancora parole del Cardinale), un senso di spiritualità che unisce invisibilmente i presenti e li porta ad una esplosione di gioia nel canto della Comunione quando il Corpo Mistico della Chiesa si ciba del Corpo Sacramentale del Cristo. Al termine della Funzione, dopo la benedizione solenne del Cardinale, i fedeli, le Missionarie e i Missionari lasciano il Santuario con la certezza che una nuova protettrice li assiste dal cielo.
Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:29

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