Mr. Steiner ha detto che l’Africa e’ il Continente meno preparato per affrontare questo problema, eppure è uno dei più vulnerabili. Studi condotti su queste conseguenze, fanno rilevare che gli effetti disastrosi per l’Africa sono già visibile e, se non ci saranno cambiamenti drastici nei prossimi quindici anni, le conseguenza saranno irreversibili. Le nevi sui tre monti più alti dell’Africa, Il Kilimagiaro, il Kenya e il Ruwenzori, stanno scomparendo velocemente. Sul Kilimanjiaro più dell’82% delle nevi sono scomparse, e, se i presenti cambiamenti climatici non sono corretti, in 15 anni scompariranno del tutto. Lo stesso si può affermare degli altri due monti.
Tutti i fiumi che scorrono dai monti sulla pianura dell’Est Africa, rendendo possibile l’agricoltura che produce il 55% dei prodotti esportabili all’estero, potrebbero scomparire. Gli oceani e i mari che circondano l’Africa potrebbero alzarsi dai 15 ai 95 cm. nei prossimi 15 anni, e porre a rischio la sopravvivenza di circa 80 milioni di persone che vivono sulla costa entro il 2080. Il surriscaldamento delle acque dei mari e degli oceani potrebbe rendere impossibile la vita di pesci e della vita sub-acquatica in generale. Il surriscaldamento del clima in generale potrebbe segnare la scomparsa del 25 e fino al 40% delle piante, e potrebbe mettere a rischio la vita di 480 milioni di persone.
Mr. Yvo de Boer, il Segretario Generale della Conferenza ha confermato che si sta preparando un piano di azione per i prossimi cinque anni, e che, se approvato dalla Conferenza, dovrebbe apportare beneficio a tutti, ma specie all’Africa. Però bisogna accertarsi se il CDM (Clean Develoopment Mechanism) approvato a Kyoto per i progetti di riduzione delle emissioni gassose nell’atmosfera, ha un budget di $ 1.4 miliardi e se pochissimo di quel denaro arriva all’Africa. L’unica Nazione del Continente che ha beneficiato di questo fondo è stata il Sud Africa, le altre Nazioni sono praticamente dimenticate.
La conferenza di Nairobi quindi studierà la presente situazione climatica nel mondo, in tutti i suoi aspetti, scientifici, tecnici, economici e politici. Ma il Direttore dell’Unep, Mr. Steiner, giustamente osserva che “Più i cittadini del mondo, e specialmente in Africa, si fanno sentire e partecipano attivamente, e con più certezza i loro leaders politici entreranno in azione per i cambiamenti radicali necessari in questo settore.”
É qui dove l’azione del missionario e della Chiesa sono importanti. Rendere cosciente la gente per poi fare pressione sul governo perché prenda a cuore seriamente questo problema che ha conseguenze deleterie sul nostro ambiente che potrebbero diventare anche mortali.