Nel contesto del Forum sociale mondiale, la Consolata incontra un’ ”altra”
Africa
Nairobi, 21 gennaio 2007
{mosimage}La
settima edizione del World Social Forum, la prima ad essere organizzata in Africa e la seconda fuori dal continente
latinoamericano, si è aperta ufficialmente il 20 gennaio con un’imponente manifestazione nel grande Uhuru
Park, adiacente il centro di Nairobi.
In questo grande spazio verde sono convenuti due cortei: uno partito da Kibera, la più
grande delle 130 bidonvilles che circondano Nairobi, e l’altro dalla cattedrale della capitale keniana. In perfetto
stile africano, danze, canti e balli si sono intercalati ai discorsi dell’apertura ufficiale.
“Karibuni”, benvenuti, così gli organizzatori del Forum salutano i circa 80mila partecipanti da tutto
il mondo, tra cui ci siamo anche noi 25 missionari della Consolata.
Tenendo conto degli orientamenti dell’ undicesimo Capitolo Generale e della programmazione della Direzione
Generale, quest’ultima ha proposto che gli incontri dei responsabili di Giustizia e Pace del continente africano e
dei direttori delle riviste IMC si svolgessero in concomitanza con il Forum Sociale Mondiale. Per questa ragione siamo qui
a Nairobi, per ascoltare, incontrare, conoscere, condividere e lasciarci provocare dai cammini di uomini e donne che in
tutto il mondo anelano un mondo diverso in cui i diritti della persona siano posti al centro. Il programma della giornata
prevede la partecipazione alle attività del Forum e, alla sera, una breve condivisione sulle sfide raccolte dai
vari incontri a cui si è partecipato.
E’ terminata la prima giornata.
A un primo momento di disorientamento nel grande
complesso sportivo di Kasarani che ospita le attività del Forum, è seguita l’identificazione di spazi
e luoghi per gli incontri da noi prescelti. Dialogo interreligioso, problematiche giovanili (soprattutto
dell’Africa), rapporti economici e culturali fra Africa e Europa, pandemia dell’AIDS, sono alcuni dei temi di
cui abbiamo sentito parlare. Intorno allo stadio, poi, una catena, di stands delle varie organizzazione della
società civile ci hanno offerto la possibilità di incontrare e apprezzare molteplici esperienze in difesa
dei diritti e del rispetto dell’uomo e della natura.
Dal Vietnam al Mali, dal Giappone al Perù, dal Brasile alla Svezia ci
è sembrato di toccare con mano l’ampiezza della dimensione universale che il nostro impegno missionario
dovrebbe avere e, allo stesso tempo, le distanze che ancora dobbiamo percorrere per abbracciarla. Una grande occasione per
l’Africa che amiamo e per la quale tanti nostri missionari hanno dato la vita. L’immagine che abbiamo negli
occhi è quella di un continente che è pronto a rispondere alle attese che il Forum sta riponendo in lei,
cioè, di diventare protagonista della propria storia, farsi ascoltare dal mondo intero: un’altra Africa in
cerca di pace, giustizia e dignità.
Karibu, Africa!