Celebrazioni Eucaristiche, veglie di preghiera, urla di gioia, pianti di commozione e pentimento hanno accompagnato gli oggetti santi.
Il 31 gennaio la celebrazione di chiusura del pellegrinaggio nella cattedrale di Pretoria (Tshwane). La giornata è stata organizzata dal gruppo di studenti cattolici sudafricani ACTS, insieme al loro responsabile nazionale, P. Michael Hagan. È proprio a questo sacerdote la Conferenza Episcopale ha affidato l’organizzazione del pellegrinaggio nell’estremo lembo d’Africa.
{mosimage} La giornata ha avuto inizio sul piazzale della stazione ferroviaria della capitale. I giovani armati di cartelli, striscioni e strumenti musicali rudimentali esprimevano la loro fede davanti alla gente che gremiva il centro storico e monumentale della città. Gli impiegati degli uffici municipali e statali, dei tribunali ecc, i passeggeri, i lavoratori, la gente di strada, i rifugiati, gli atei, gli gnostici e i fedeli, tutti hanno potuto notare la gioia dei nostri giovani e le sfide lanciate dai messaggi da loro scritti insieme alla presenza grandiosa della Croce e dell’Icona.
Qualcosa che mi ha colpito sulla croce è un panno rosso che P. Michael ha fatto legare a X, nella parte di giuntura delle due assi del legno santo. Quest’operazione è stata fatta per evitare di danneggiare ulteriormente il legno, ma nello stesso tempo mi fa pensare al nastro rosso HIV/AIDS che è molto familiare in Sud Africa ed è in sintonia col tema scelto per l’intero pellegrinaggio:
La presenza della gioventù presso la Croce e L’Icona, i loro messaggi scritti sulle piccole croci, i discorsi dei giovani, dei sacerdoti e dei tre vescovi presenti ruotavano proprio intorno a questa realtà che appesta la nazione. Solo Cristo ci può sanare da tutte le piaghe, senza fare a meno della nostra collaborazione.