A questo proposito è stata un’occasione unica (soprattutto per chi tra i missionari era arrivato da qualche mese o appena da una settimana) potersi mettere in ascolto della complessa realtà ivoriana a partire dalla lettura che ne fa chi la vive e la assume come propria, come la realtà in cui comprendere e interpretare la propria identità e la propria storia. E, come se non bastasse, il punto di vista è stato quello di una donna ivoriana. Obiettivo ambizioso di questa settimana: imparare a gestire i conflitti e, quando possibile, a ricomporli, cercando sempre il sentiero di una “riconciliazione giusta”.
I lavori sono stati intensi, il materiale che ci è stato proposto e su cui abbiamo riflettuto abbondante, ma, soprattutto, la “gioiosa fatica” di ritrovarci studenti insieme, per circa sette ore al giorno, ci ha regalato la semplicità della fraternità e il desiderio di continuare ancora a “imparare” l’arte e il metodo (cioè la strada, il… sentiero, appunto!) della riconciliazione.
Riconciliazione che non è né il “semplice” perdono né la sola sua ricerca, ma il loro abbraccio per un nuovo cammino di comunione.
Una novità e una grande ricchezza di questa settimana è stata la partecipazione alla formazione della nostra delegazione di alcuni laici. Come anche la nostra animatrice Marie-Pierre non ha mancato di sottolineare, questa condivisione al livello della formazione è indicativa dello stile di una presenza di evangelizzazione ed anche segno del rispetto e dell’attenzione – oltre che del realismo – con cui ci si accosta ad un popolo, ad una cultura, ad un paese… e al suo bisogno di vangelo e di riconciliazione. Non, cioè, con la pretesa di sapere e poter elaborare progetti, cammini, programmi… che cadrebbero così giù dall’alto, ma condividendo, ascoltando con empatia e simpatia, formandosi e formando insieme. Questo aspetto della collaborazione è stato, poi, apprezzato particolarmente dai nostri laici che, a fine sessione, hanno tutti chiesto di poter approfondire, a livello di parrocchia, di villaggio e di formazione dei catechisti, la strada intrapresa.
{mosimage}Inoltre il trovarsi seduti gli uni accanto agli altri, studenti così diversi eppure così simili, ascoltando e partecipando, fratelli e sorelle in cammino con ognuno la sua realtà (alle spalle e dentro) che arricchiva quella dell’altro… è stato come accorgerci di star vivendo quello che “studiavamo”: stavamo, infatti, crescendo insieme, educandoci all’ascolto sincero dell’altro e delle sue ragioni, della sua diversità. La stessa Marie-Pierre ci ha fatto a più riprese notare che ha trovato un gruppo con cui lavorare è stato anche per lei un regalo, sia per la partecipazione attiva e vigile di noi tutti, sia per la gioia e la semplicità che ha ritrovato nei nostri volti e nelle nostre relazioni.
Sabato 27, dopo una mattinata di riposo e pausa dei lavori comunitari, abbiamo dedicato l’intero pomeriggio all’incontro della delegazione. Questo momento di condivisione è stato aperto dalla relazione dell’economo, p. Pietro Villa, a cui sono seguite le presentazioni dei due ultimi arrivi: p. Valentin Camale, che dal 30 novembre è inserito nella comunità di Marandallah, e Matteo Pettinari, dal 17 gennaio presente a Sago. Come di consueto, poi, ogni comunità ha raccontato il suo cammino di vita e di evangelizzazione, facendo partecipe gli altri delle sue scelte e i suoi progetti.
Domenica 28, si è riunito il Consiglio e il 29, anniversario della fondazione della nostra famiglia, ci siamo ritrovati a far festa insieme e a celebrare nella gioia il nostro “compleanno”.
Alla fine di questa settimana siamo ripartiti e abbiamo ripreso il nostro cammino – chi al Nord e chi al Sud di questo nostro paese ancora diviso e ferito – al servizio di una missione che ha sempre più il volto della riconciliazione.