Kenya: Evangelisti, tra ricchezza e potere

Pubblicato in I missionari dicono
{mosimage}Gli evangelisti in Kenya hanno avuto un successo straordinario. Le chiese più ampie ed elaborate sono le loro; la partecipazione ai servizi religiosi cresce a dismisura; la ricchezza economica sorpassa anche quella delle altre chiese cristiane più ricche.

Ora i tre evangelisti più in auge nel Kenya parlano di presentarsi alle prossime elezioni di dicembre per il rinnovo del parlamento, mentre uno di loro punterebbe alla presidenza dello stato; una condizione che li arricchirebbe ancora di più, facendogli acquisire anche un potere politico importante all'interno del governo e nella nazione.

I quattro pastori evangelisti più in vista e forse fra i più ricchi, e che nutrono queste speranze di potere sono: Rev. Ezechiel Ndura Waruinge, Bishop Margaret Wanjiru (una donna), Pius Muiru, e James Maina Ng’ang’a.

L’ultimo dei quattro proviene da una famiglia povera; ha trascorso la sua giovinezza in carcere per varie accuse. Ora è uno dei più famosi evangelisti e ha avuto il coraggio di svelare i suoi possedimenti. Nel 1992 fondò un’associazione chiamata Neno. Ad oggi ha circa 32 chiese in molte parti del Kenya, il cui valore complessivo si aggira sui 100 milioni di scellini. Oltre le proprietà terriere, possiede l5 macchine tipo saloon (limousines), due Bus con 45 posti cadauno e un terreno nel centro della città di Nairobi ove risiede la sede centrale della sua chiesa, del valore di 42 milioni di scellini. Il motto della sua chiesa è: Ciò che Dio può fare, nessun uomo riesce a farlo! I suoi seguaci sono circa 15,000, la chiesa centrale è capace di 2,000 posti ed ogni domenica bisogna aggiungere nuovi posti per il grande afflusso di nuovi seguaci.

Questi evangelisti riescono ad accumulare ricchezze molto elevate e diventare fra i più ricchi del Kenya in nome di Dio. Infatti chiedono ai loro seguaci il 10% del loro salario. La loro teologia chiamata “Teologia della Parola e Fede” (Word-Faith Theology) oppure “ Il Vangelo della Prosperità” (Prosperity Gospel), considera la ricchezza come una benedizione di Dio, come parte del piano di Dio per chi ubbidisce e segue il Signore. Le ricchezze sono il segno evidente che una persona, o un’istituzione è benedetta da Dio. E siccome la Religione è un’istituzione concernente Dio e il divino, dovrebbe esibire le maggior ricchezze possibili.

Alla base di tutto c’è una particolare interpretazione di un brano della seconda lettera di S. Paolo ai Corinti: “Voi conoscete la grazia del Signor nostro Gesù Cristo, il quale si fece povero per voi, pur essendo ricco, per arricchire voi con la sua povertà”(8:9). Questi predicatori prendono alla lettera queste parole e dichiarano che le ricchezze di cui Paolo parla, sono quelle finanziarie, e non spirituali. Nelle loro prediche domenicali, o nei loro programmi televisivi, c’è un’insistenza molto forte sulla necessità di arricchire la chiesa a cui i credenti partecipano. Anzi, addirittura dichiarano che “solo coloro che danno il 10% del salario saranno benedetti da Dio, mentre coloro che non lo fanno, saranno maledetti”. Però, dopo un po’ di tempo, i seguaci di questi evangelisti, si chiedono:”ma il denaro richiesto a loro per la carità ai poveri, dove finisce? Dov’è la linea di demarcazione fra “il denaro per gli altri”, e “il denaro per arricchire l’evangelista”? Dove sono i resoconti finanziari che potrebbero fare luce su questo tema? Nessuno degli altri tre evangelisti ha pubblicato ufficialmente e il livello della propria ricchezza.

Ma ora, tre dei quattro evangelisti nominati all’inizio dell’articolo, stanno cercando un’altra via non solo per arricchire se stessi ancora di più, ma per avere nelle loro mani il potere politico che, secondo loro, potrebbe aiutarli nella loro predicazione del Vangelo, e nell’istituire una società più Cristiana. Infatti il vescovo Margaret Wanjiru, la fondatrice del Jesus is Alive Ministry (JIAM), ha proposto di candidarsi come membro del Parlamento del distretto di Starehe, uno dei più popolati di Nairobi.
L’evangelista Muiru ha annunciato che vuole candidarsi per la presidenza della repubblica del partito di cui è membro (the Republican Alliance Party of Kenya, Rap-Kenya), ed anche come membro del parlamento nel distretto di Kamukunji. Il Pastore evangelico Waruinge, infine, vorrebbe pure candidarsi, ma al momento non gli è permesso perché è in prigione. Il Rap-Kenya ha emanato un comunicato in cui si afferma che il partito non intende presentare alcun candidato per le elezioni presidenziali, ma anche se lo facesse, Muiri non sarebbe il candidato preferito.


Ma Waruinge non è il solo ad aver difficoltà nel loro tentativo di candidarsi nelle elezioni politiche del 2007. La Vescovessa Wanjiru è in difficoltà con i suoi seguaci per motivi finanziari, a causa dello sfarzo del suo stile di vita e predicazione, e con la polizia perché uno dei suoi body guard ha fisicamente attaccato una giornalista, Ms. Rebecca Nduku, senza che lei muovesse un dito. Ma le difficoltà maggiori arrivano da uno scandalo matrimoniale che sta erodendo la sua fama e forse anche parte delle sue finanze.

Questi sono i casi più rinomati. Ma ci sono decine di altri Pastori Evangelici che hanno dichiarato la loro volontà di partecipare alle prossime elezioni. Per cui altri Vescovi e Pastori Evangelici hanno levato la loro voce di protesta per questo movimento, condannandolo con toni severi. I due Vescovi che hanno intuito il pericolo a cui vanno incontro i loro Pastori Evangelici e il danno che potrebbe risultare per l’Evangelismo in Kenya, sono David Gitari e Gideon Ireri. Essi hanno insistito affinché i leaders religiosi, che hanno il diritto di presentarsi come candidati politici, desistano dal reclamare questo diritto ora che è molto pericoloso e dannoso. L’Arcivescovo Gitari ha detto che “ i leaders religiosi dovrebbero mantenere una distanza strategica e critica dalla politica. In questa prospettiva essi possono dare il loro assenso a quei politici che sono onesti, e criticare senza nessun timore e con tutta la forza quelli che non seguono la giustizia che Dio richiede da loro”. Il Vescovo Ireri ha aggiunto che “uomini e donne responsabili del benessere religioso delle loro congregazioni, debbono rimanere uniti nello scopo di convertire gente a Cristo. Noi dobbiamo rifiutare di baciare l’anello di quei prelati che si associano ai politicanti del paese. Noi dovremmo mantenere una neutralità senza compromessi nel richiamare i politici del paese alla giustizia e alla equanimità”.

Denaro e potere politico al servizio di una più ampia evangelizzazione sono state due tentazioni per gli uomini di Chiesa nei duemila anni della sua esistenza. La tesi che un uomo di fede e di religione può amministrare meglio gli affari politici, sociali e finanziari di una nazione, portare più giustizia nella società, ed evitare i mali che i politici normalmente commettono, rimane un’illusione che a volte finisce nel ridicolo, ma spesso nel tragico, sia per la società che per la missione evangelizzatrice delle chiese. Denaro e potere, per buona pace degli evangelisti di grido, non convivono amichevolmente con il Vangelo e gli insegnamenti di Gesù, e, a lungo andare, tanto meno aiutano il processo di evangelizzazione della società. Fortuna che ora, appena una persona annuncia la sua volontà di candidarsi, viene studiato dai giornalisti che analizzano la sua vita in tutti gli aspetti, pubblicando senza pietà i risultati delle loro ricerche e frantumando spesso i sogni di potere prima ancora che la persona abbia la possibilità di distruggere, piuttosto che di costruire, una società migliore.

I tre grandi evangelisti del Kenya stanno sperimentando questa situazione e si spera che la lezione ricevuta serva a loro e a tutti coloro che si illudano che denaro e potere siano gli alleati più costruttivi dell’evangelizzazione delle persone e della società in genere.
Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:29
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