Di tanta disumanità, che colpì circa un milione di persone, è testimone il museo allestito presso la missione cattolica. Ceppi, catene, fruste, foto di schiavi incatenati al collo... sono memoria di una ignominia passata. Ma non del tutto. Le schiavitù moderne non sono meno opprimenti e non meno lesive della dignità della persona umana.
Bagamoyo è un incrociarsi di storia e dimensioni. Costituisce l'anelito dei conduttori di carovane che tornano dai lunghi viaggi. "Bwaga moyo" potrebbe a questo riguardo significare: "Togli il peso dal tuo cuore" ed essere quindi un'espressione di sollievo dopo il viaggio faticoso. Lo attesta un loro canto: "Sii felice, anima mia, abbandona tutte le preoccupazioni. Presto giungerai al luogo dei tuoi sogni, la città della palme, Bagamoyo. Ero lontano e il mio cuore dolorava ogni volta che pensavo a te, mia perla, luogo di felicità".
Bagamoyo ha un volto arabo: le persone, le casi, le porte intarsiate, il vecchio forte, luogo di attesa degli schiavi prima di essere imbarcati per Zanzibar. Vi erano rinchiusi in celle ristrette e soffocanti.
Bagamoyo era il punto di partenza degli esploratori. I più famosi tra loro, Stenley e Livingstone, passarono di qui. La salma di quest'ultimo vi riposò una notte.
Bagamoyo per circa dieci anni fu la capitale dell'allora Tanganica, colonia tedesca. Decadenti, vi sopravvivono alcune costruzioni: l'ufficio postale, la dogana, un deposito di armi, una sucola e un ospedale, costruito da un filantropo indiano per accogliere gente di ogni razza e religione. Per quei tempi, segno stupendo di umanesimo e di ecumenismo!
Bagamoyo è la culla dell'evangelizzazione della Tanzania e della regione attorno ai grandi laghi. Qui molti schiavi furono riscattati e diedero origine al "Freedom Village", fondato sul rispetto delle credenze dei suoi cittadini. Esso sarebbe divenuto un simbolo e un monito per i movimenti antischiavisti. Della Bagamoyo missionaria è suggestivo il cimitero. Le tombe indicano l'età dei missionari che qui riposano: 27, 28, 29 anni, alcuni sono morti più anziani, ma il morire giovani, vittime della malaria e di altre malattie tropicali, era normale. Essi sono stati il seme fecondo da cui siè sviluppata la Chiesa in Tanzania e nel bacino dei grandi laghi, nel corso dei suoi 130 anni di vita.
Bagamoyo... È la capitale dell'artigianato in Tanzania. Giovani artisti che raccontano il passato e immaginano il futuro. Sia un futuro di libertà e bellezza, non sfigurato dalle brutture della schiavitù, in qualunque forma essa si possa manifestare.
"Ecco dell'Africa e di altri continenti"