Colombia: Cammini nuovi per vivere ogni giorno il Vangelo

Pubblicato in I missionari dicono
{mosimage}Carissimi amici,

è da molto tempo che non vi scrivo a causa delle tante attività che ci vedono coinvolti che fanno mancare il tempo materiale per sedersi e scrivere.

In ogni caso per me fermarsi, pensare, confrontarsi con la Parola, pregare e scrivere è un “tempo sacro”. Difficoltà in questo angolo del mondo non mancano come dappertutto…

Motivi per scoraggiarsi ce ne sono tanti: molte volte si desidera vedere tutto già risolto e che la gente ti capisca al volo, ma spesso le persone capiscono il contrario di ciò che vuoi dire o fai.

In questi ultimi mesi, la diocesi di Florencia mi ha chiesto, nel visitare i villaggi, di verificare le scuole che sono sotto la sua responsabilità con un questionario dettagliato: numero di alunni; andamento del professore e risposta della comunità; verificare se gli alimenti e la dotazione per la scuola arrivano veramente a beneficio dei bambini; se il numero di alunni è reale; insomma appurare la verità e la realtà delle scuole.


Ho accettato questo compito perchè mi serve per conoscere la situazione dell’educazione in questo territorio.

Prima di iniziare questo sondaggio mi incontro sempre con i presidenti dei vari villaggi e i professori, spiegando il compito che mi hanno proposto e spiego che non sono un “agente di polizia”, ma anche che non ho nessuna intenzione di raccontare bugie.

Incomincio il mio viaggio e visito quasi tutte le scuole dei villaggi. Dopo qualche mese mi invitano a partecipare a una riunione nella sede principale che si trova qui a Remolino.

Io tranquillamente partecipo alla riunione e qui un simpatizzante del movimento guerrigliero, mi scaglia contro tutte le comunità dei villaggi, accusandomi del fatto che: “se chiuderanno le scuole la responsabilità sarà mia”

Poi un contadino di un villaggio prende la parola e calca la mano confermando le parole del primo. A questo punto chiedo la parola e cercando di restare calmo, anche se non è facile, controbatto dicendo al primo: “…non cercare un capro espiatorio, per dare la colpa a qualcuno, perchè io sto solo raccogliendo dei dati e poi il documento viene firmato dalla comunità, dal professore, da uno studente e da me e le firme vengono apposte solo quando nuovamente assieme leggiamo le risposte”.

Al contadino che era furibondo ho risposto con un esempio molto concreto: “.. Nel vostro villaggio avevate un professore giovane e in gamba e lo avete fatto scappare perchè la comunità era divisa!!!”.

Dopo un’ora e mezza di discussione si sono chiarite le cose e ho fatto capire che io sono dalla parte delle comunità di Remolino e non contro di loro, non sono qui come funzionario dello Stato o un agente di polizia , ma come missionario, per promuovere la vita e la verità.

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Una cosa che mi ha fatto molto male in tutta questa storia è che lo stesso Direttore della scuola non mi aveva avvisato precedentemente dello scopo della riunione e ha lasciato che me la sbrigassi da solo, perciò nell’incontro ho ricordato anche che il compito del Direttore delle scuole, dato che conosce le leggi che dirigono il settore dell’istruzione in Colombia, dovrebbe essere quello di proporre soluzioni sul problema della educazione nel territorio, e da parte mia con molto piacere, come parroco e con tutta l’autorità che la Chiesa detiene in questo territorio lo appoggio affinché tutti i bambini e ragazzi dei nostri villaggi abbiano l’educazione, che è un diritto di ogni bambino colombiano e del mondo.

Vi devo confessare, che in mezzo a quella situazione solo con le mie forze sarei sprofondato. In questi momenti veramente senti quella Forza che viene da Colui che ti ha inviato in un mondo dove molte volte, come mi ha detto una signora del paese, non ci si può fidare di nessuno, solo del prete, dopo che la figlia è dovuta scappare da Remolino, perchè minacciata dalla guerriglia e nella totale indifferenza dei militari presenti in massa nel paese.
La missione è anche questo!!!

In queste visite alle scuole dei villaggi devo riconoscere che ho trovato situazioni molto difficili, come la mancanza di banchi, strumenti didattici, strutture molto precarie.

Ho cercato di dare piccoli aiuti con le offerte che mi mandate, sono piccoli progetti di miglioramento dell’ambiente scolastico, dove io do un contributo e la comunità dà il suo aggiungendo la mano d’opera.

L’ultima scuola che ho aiutato è stata quella del villaggio di Cuba, che aveva bisogno di: 5 sacchi di cemento per aggiustare il tanker dell’acqua, 50 metri di tubo per portare l’acqua da una sorgente alla scuola.
 
Ho incontrato però anche molti episodi di vita molto singolari, come quella di alcuni professori, che veramente si prendono a cuore l’ educazione dei bambini del villaggio. Generalmente sono professori originari della stessa regione del Caquetà, che hanno studiato nella città e per necessità di lavoro sono disponibili a venire in questi villaggi sperduti nella selva, dove non c’è luce elettrica, acqua potabile ecc….

Dopo l’orario scolastico rimangono da soli o nella scuola o passano e il resto della giornata in una famiglia vicina che molto spesso è a 10 o 20 minuti di cammino all’interno della foresta.

Ci sono professori come Patricia che dopo la scuola dedica tempo ai bambini che vogliono ricevere il Sacramento della Prima Comunione, o il professore Humberto che ha un carisma particolare con i ragazzi e si è procurato dei giochi e così li intrattiene nel pomeriggio in allegria e amicizia. Molto bella è la testimonianza dell’insegnante Diana che segue con passione una bambina che ha difficoltà di apprendimento ed il fatto di avere solo 12 bambini gli facilita il lavoro.

Il professor Jaime nel pomeriggio ha un gruppo di bambini che vivono molto lontano dalla scuola e quindi lui se ne prende cura, come fosse un piccolo collegio, ed il villaggio lo appoggia con l’ alimentazione.

Parlando con i bambini si vede chiaramente in loro il desiderio di imparare per migliorare la condizioni di vita. Ci sono bambini che vengono a piedi tutti i giorni, facendo fino a due ore di cammino e quando è possibile vengono a cavallo, ed è impressionante per me vedere 2 o 3 bambini caricati sopra un cavallo, che con molta tranquillità e costanza porta questi futuri uomini e donne alla scuola del villaggio.

I genitori devono fare sacrifici enormi per far studiare i loro figli e molti preferiscono tenerli a casa per avere un aiuto nei lavori della fattoria, tanto nessuno li controlla… altri invece preferiscono far studiare i figli che progredire nella fattoria. E poi ho conosciuto Carlos: un vecchietto che tutti i giorni va alla scuola del suo villaggio per rifornirla d’acqua.

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La settimana che va dal 21 al 28 ottobre abbiamo celebrato la festa patronale. Il nostro patrono è san Isidro Labrador, un contadino spagnolo che visse attorno all’anno 1100 nelle campagne di Madrid. Padre Giacinto ha elaborato appositamene un libretto di preghiere incarnate nella realtà della nostra terra dell’Amazzonia.


I temi dei vari giorni sono: Isidro uomo; Isidro sposo; Isidro padre; Isidro lavoratore; Isidro cristiano; Isidro Santo; Isidro patrono.

La celebrazione giornaliera è animata ogni giorno da un “Comité” (gruppo) diverso del paese, seguendo questo schema.

Iniziamo con la processione del Santo, che viene vestito in modo che identifichi il “Comitè” che è di turno. Lungo il cammino si fanno dei canti e delle preghiere, si legge una parte della vita del Santo e una riflessione. Arrivati in chiesa si prosegue con la S.Messa. Dopo le letture si leggono i cartelloni che il “Comitè” ha elaborato sul tema della pace e che si sono portati in processione il primo giorno dell’apertura della festa patronale. Segue una mia breve riflessione alla luce della Parola di Dio sul tema del giorno. La conclusione è stata domenica 28 ottobre con la processione e l’Eucarestia. Tutte le sere abbiamo organizzato un torneo di calcetto per ragazzini dagli 11 ai 14 anni. Si sono composte quattro squadre, ciascuno con uno “sponsor” e cioè i Commercianti del paese, un trasportatore del fiume, l’Ente dei servizi pubblici e il Comune di Remolino. Gli “sponsor” regalano la maglietta. Il Torneo ha visto tutta la comunità riunita nel campetto che si trova al centro della piazza di Remolino. Una manifestazione che ha dato vita ed allegria al paese.

Il 28 ottobre inoltre è stata una data molto importante per la Colombia perchè, abbiamo avuto le Elezioni Amministrative a livello dei comuni e delle province. Queste elezioni hanno avuto un numero elevato di vittime: 20 candidati sono stati uccisi, perchè non ben visti, senza contare quelli che sono stati uccisi prima di presentarsi come candidati e quelli minacciati. Due sono stati uccisi nel nostro municipio, e per motivi di sicurezza, qui in Remolino non ci sono state l’elezioni. Chi voleva votare doveva andare fino a Cartagena del Chairà, e come sapete il viaggio che può avvenire solo via fiume è molto lungo e costoso. Alcuni politici hanno finanziato il viaggio di coloro che avevano diritto al voto, ma c’è stata scarsa partecipazione.

Carissimi queste sono alcune notizie che vi comunico, condividendo la mia vita che come la vostra è sempre piena di avvenimenti, in una storia che non si ripete ma va insegnandoci cammini nuovi per vivere ogni giorno il Vangelo in modo sempre più ricco e in profondità.
 
Il Signore illumini il nostro cammino, “per essere discepoli e missionari di Gesù Cristo, perchè in Lui abbiano la vita” come dice l’ultima conferenza Generale dei vescovi Latino Americani e Caraibi riuniti in Aperecida, Brasile, nel maggio 2007.

Vi saluto e ci risentiamo alla prossima e aspetto vostre notizie. Grazie.

Il Signore vi benedica.
Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:29

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