Kenya: “Vision 2030”, reazioni e un piano di esempio

Pubblicato in I missionari dicono
{mosimage}Una proposta di ristrutturazione dei sistemi basici vigenti in Kenya proposte dalla “Visione 2030” non poteva passare inosservata. Kenyani e stranieri hanno espresso liberamente le loro reazioni, sia quelle positive, che quelle negative. Ma si deve riconoscere che il vero dibattito non è ancora iniziato. Le elezioni del 27 Dicembre 2007 hanno preso il sopravvento sull’opinione pubblica, per cui finora le reazioni sono poche ed è difficile capire in che direzione si svilupperanno e quali toni assumeranno.

Le approvazioni più sperticate sono venute dalla Banca Mondiale (WB) e dalla Corporazione Finanziaria Internazionale (IFC). In uno studio condotto da questi colossi finanziari, dal titolo Doing Business 2008 (Fare Affari nel 2008), si legge “Nel 2007 il Kenya ha rimpiazzato il Tanzania nella lista dei primi dieci stati che hanno introdotto significativi cambiamenti per rendere più facile fare affari” ..... Le ragioni più palesi sono che il Kenya “ha reso molto più facile per le compagnie finanziarie e industriali entrare nel paese, stabilire il proprio prodotto, essere agevolate nei salari, nelle relazioni con i lavoratori, essere esenti da tasse per un certo tempo, avere mano libera nell’assumere o licenziare lavoratori”. Tutte queste nuove disposizioni, che fanno parte della Visione 2030, “attirano molte industrie, agevolano tutti i loro affari e rendono più veloce la registrazione presso l’Ufficio di Registrazione delle compagnie estere o locali, e fanno sì che il Kenya sia considerato per ora il paradiso del business”. Questo giudizio così positivo è stato dettato dal fatto che il Kenya in quattro anni ha aumentato la sua crescita economica dallo 0,6% nel 2002, al 6,1%, nel 2006 proprio per aver applicato qualche principio contenuto nella Visione 2030. Questa crescita ha dato certezza alle grandi corporazioni che la Visione 2030 è una realtà seria, con un futuro roseo, che invita ad investire in questo paese con la certezza di risultati finanziari più che normali.


Se questo è vero all’inizio della sistemazione di queste compagnie, la Kenya Association of Manufecturers (KAM - Associazione degli Industriali del Kenya) fa presente al governo del Kenya che “le cose sembrano cambiare con il passare del tempo. Negli ultimi quattro anni, ben sei compagnie hanno abbandonato il Kenya e trasferito la loro sede centrale in altri paesi Africani ove il caro vita è inferiore e il costo di produzione meno dispendioso”.

Di tutti i gruppi interessati nello sviluppo del paese, le donne sono state quelle che hanno reagito con più forza. La loro portavoce è stata la Dott.ssa Wanjiru Kabira, insegnante all’Università di Nairobi. Essa riconosce che il documento Vision 2030 da più spazio e più importanza alle donne nella vita del paese rispetto al passato, inclusi i disegni legge discussi prima della chiusura dell’ultimo parlamento in Novembre 2007. Però le donne si aspetterebbero qualche cosa di più e di meglio in questo documento sul futuro del paese. Ed ecco i punti che le loro vorrebbero vedere trattati con più chiarezza e ampiezza:

a) ”Passare da una considerazione d’importanza delle situationi reali e loro riforme, basata non tanto sui guadagni finanziari, quanto sui bisogni reali del popolo, specialmente dei gruppi marginalizzati. La Visione 2030 deve pensare meglio come rendere le istituzioni adatte per le donne ed altri gruppi minoritari, in modo che non rimangano esclusi dalla vita e dal progresso del paese”.

b) “Lo sforzo di trattare le donne con giustizia ed equità, dovrebbe essere uno dei valori centrali di tutta la Visione”.

c) “Il lavoro casalingo delle donne dovrebbe essere accettato ed apprezzato come un vero lavoro, e remunerato adeguatamente”.

d) Il documento dovrebbe trasformare le nostre culture e istituzioni da entità che promuovono attività distruttive, in entità che reclamano pace e giustizia; dovrebbe rivalutare le istituzioni basate sul patriarcato che divide e trionfa, a favore di valori familiari che uniscono e rigenerano”.

e) “Promuovere un’equa distribuzione di uomini e donne nel parlamento, nei vari ministeri, nelle rappresentanze e ambasciate all’estero”.

f) Mentre noi cerchiamo di migliorare le nostre strutture per produrre maggior ricchezza e benessere, dobbiamo pure sempre riferirci al popolo, a tutti i segmenti che costituiscono la cittadinanza in un paese, per concedere loro sempre più ampia partecipazione a tutti i cambiamenti e per arricchirli di potere consultivo e deliberativo, prima ancora che di denaro e di possedimenti.”

Tutto quello che abbiamo detto fin’ora, si riferisce alla nazione in genere, al Governo e Parlamento e loro Uffici. Ma come potrebbe un comune, o una provincia applicare la Visione 2030 al suo territorio, e a favore delle necessità dei suoi cittadini? Ecco come il Nyamira County Council (Il Consiglio Direttivo della Contea rurale di Nyamira) ha concepito il suo ruolo e quali proposte ha già attuato o solo progettato, per poter realizzare la Visione 2030 nel suo territorio. Prima di presentare le proposte, i membri del consiglio si sono interessati per capire con quale visione e con quale missione loro debbono lavorare. Ed ecco come hanno descritto queste due realtà per loro più importanti:

La nostraVisione: essere il gruppo che fornisce i servizi necessari nel nostro territorio.


La nostra Missione: eccellere nella progettazione, promozione, regolamentazione e coordinamento dei servizi e delle attività per ridurre ed alleviare la povertà nella nostra area di giurisdizione.


Le nostre Attività:


Attività nel campo medico:

- Aiutare progetti di assistenza medica richiesti da due comunità, e da loro gestiti per una spesa di circa due milioni di scellini
- Sviluppare 11 dispensari medici in località lontane da ospedali per una somma totale di circa cinque milioni di scellini

Attività nel campo educativo

- Terminare la ristrutturazione della scuola tecnica per circa seicentomila scellini
- Ampliare e modernizzare due scuole tipo licei per una somma di settecento mila scellini e due scuole elementari per circa settecento mila scellini.

Attività nel campo idrico

- Fornire acqua di sorgente a tutti i villaggi, proteggerla contro ogni possibilità di inquinamento, e mantenere il sistema di distribuzione sempre operante; cifra da determinarsi.
- Costruire bagni pubblici nei villaggi, ove non esistono, per una somma di un milione e mezzo di scellini.

Attività nel campo stradale

- Mantenere le strade rurali di terra battuta e di ghiaia utilizzabili per il trasporto locale e possibilità di percorrerle senza troppi rischi.
- Livellarle con il grader, supplire la ghiaia, costruire più fossi per scaricare la pioggia, in modo che non danneggi la strada. Per queste attività il Consiglio della Contea ha stanziato cinque milioni di scellini.
- Costruire due ponti per agevolare il traffico in tempo di pioggia, per un ammontare di circa settecento mila scellini.

Acquistare macchinari e migliorare gli uffici per un miglior rendimento del lavoro menzionato

- Costruzione della sede per gli uffici della contea per una spesa di circa tre milioni di scellini, digitalizzazione di tutti i documenti ed atti del Consiglio per ottenere servizi molto più celeri e sicuri, con una spesa di seicento cinquanta mila scellini.
- Comperare due plots per una possibile espansione della sede e uffici della contea al costo di un milione e mezzo di scellini.
- Acquistare un caterpillar per lavori sulle strade e per aiuto ad altri lavori pubblici per 15 milioni di scellini.
- Acquistare due camions per raccogliere l’immondizia dai vari centri di raccolta e seppellirla nella discarica per una spesa di dieci milioni e mezzo di scellini.
- Acquistare due Toyota con doppia cabina per bisogni della contea, trasporto di ammalati all’ospedale, ecc, per una spesa di quattro milioni e mezzo di scellini.

Ora la domanda fatidica: dove troveranno tutto quel denaro? La risposta è stata data con onestà e serietà: Quattro sono le sorgenti di denaro disponibile:

a) tasse sugli affari privati, affitto di terreni pubblici per iniziative private, e tasse per vendere i propri raccolti al mercato pubblico.
b) ricavato dalla vendita di tè, banane, ananas, granoturo e fagioli.
c) fondo governativo trasferito alle autorità locali,
d) harambee (raccolta di fondi offerti dalla generosità della gente).

Visione 2030 è una novità in assoluto nel continente Africano, frutto della sapienza tradizionale Africana, e delle più moderne tecniche finanziarie e dinamiche di lavoro e di commercio. Fa onore a coloro che l’hanno ideata, proposta e che lavorano per la sua esecuzione. Ma deve essere una visione sentita da tutti, e per il cui successo tutti si sacrificano, per poi godere dei suoi frutti. E’ una visione che può anche essere adottata dalle varie chiese e religioni nelle loro attività perché segue la metodologia del vedere-giudicare-agire, e da unità, serietà e coerenza ai piani di sviluppo religioso del popolo. Ma sopratutto offre alle chiese e religioni la possibilità di iniettare in tutto il processo della Visione 2030 quell’afflato etico-religioso che lo renderebbe più umano e più Cristiano. La missione ideata dal Nyamira County Council non stonerebbe affatto con la missione sociale Cristiana: “eccellere nella progettazione, promozione, regolamentazione e coordinamento dei servizi ed attività per ridurre ed alleviare la povertà nella nostra area di giurisdizione”.

Ultima modifica il Sabato, 07 Febbraio 2015 21:53

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