- altra ragione è che nelle scuole superiori non esiste un’autorità imparziale a cui gli studenti possono riferirsi per risolvere difficoltà con l’autorità costituita (insegnanti, prefetti di disciplina, direttore, ecc).
- una terza ragione è che il vitto è molto povero,e cucinato male, le strutture scolastiche e la possibilità di ricreazione, sonomolto ridotte o addirittura inesistenti.
- un’altra ragione, secondo il Presidente dell’Associazione dei Direttori di Scuole del Kenya, Mr. Clophas Trop, è che il presente curricolo è troppo vasto e non accettabile agli studenti, i quali, confrontati con difficoltà superiori alle loro forze, si rifugiano nell’alcol, nella droga e sesso.
Il Sig. Gorge Sitoti, Ministro della Sicurezza Interna, attribuisce “questi fenomeni all’uso di sostanze chimiche”. Najib Balala, Ministro del Turismo, afferma: “Noi abbiamo sottoscritto ad ideologie straniere che sono di detrimento del nostro sistema di disciplinare i nostri figli.Togliamo la proibizione di usare la canna di bambù per punirli quando sbagliano, e imponiamo la disciplina su di essi….. Sfortunatamente le mani degli insegnati sono legate con la proibizione delle punizioni corporali” I
l Segretario Generale della Associazione degli Insegnati, è della medesima opinione. Molti insegnati e Presidi di scuole superiori hanno pure la medesima convinzione che senza l’uso della punizione corporale, non ci sarà disciplina. Mrs. Naomi Vangai, in un report di alcuni anni fa, faceva notare che le cause di scioperi e violenza nelle scuole, erano “mancanza di comunicazione a tutti i livelli, strutture molto povere o mancanti, mancanza di attività nel curricolo e fuori di esso, abuso di sostanze chimiche, mancanza di aiuto dai genitori e interferenze politiche”. Alcuni insegnati si rifiutano di usare la canna per disciplinare gli studenti, ma chiedono che altro possono fare per correggere quelli che deviano dalla disciplina scolastica?
Il Vice Presidente della Egerton University, Dr. James Tuitoek, ritorna sullo stesso concetto di disciplina che non si può più ottenere, perché non ci sono vie punitive contro gli studenti disobbedienti.L’Unione degli Insegnanti delle scuole superiori, ha affermato che “gli studenti non credono che gli esami siano un modo credibile di valutazione, perché ci sono troppe vie per i ricchi di conoscere i contenuti prima degli esami stessi.
Il gruppo richiesto dal Ministro dell’Educazione di aiutare la situazione, ha richiesto che si faccia lo studio di molte scuole ove ci sono stati questi fatti e nel giro di 21 giorni presentare un report. Nel frattempo hanno approvato alcune misure che dovrebbero aiutare: le scuole hanno il dovere di consegnare tutti coloro che hanno commesso atti contro la legge, perché siano puniti (si prevede che alcuni studenti abbiano sentenze a vita), i telefoni tascabili sono proibiti in tutte le scuole, nessuna scuola trasporti gli studenti con autobus di lusso, con la televisione, DVD e altri mezzi di comunicazione, studenti che hanno partecipato in sommosse, aizzato gli altri, siano espulsi dalla scuola.
Le chiese Cristiane hanno rilasciato un documento sulla situazione che prevede anche la punizione corporale con la canna. La Chiesa Cattolica, mentre accetta l’analisi della situazione e confida nella cooperazione sia dei giovani, che dei loro insegnati e direttori, non accetta la pena corporale,specialmente con la canna, perché troppo gravosa e non più adeguata ai tempi.Il testo della Conferenza Episcopale del Kenya, in cui c’è una analisi molto ampliata, e delle piste di risoluzione molto specifiche per tutti coloro che sono parte dell’educazione in Kenya, è stato pubblicato su questo sito il 25, c. m.
Riprendere è il desiderio di tutti. Riprendere cercando di evitare quelle situazioni che la maggioranza crede possono essere responsabili, anche se parzialmente, di questi fatti creduti impossibili anche solo alcune settimane fa. Riprendere con la buona volontà di tutti e con la convinzione che tutto si può cambiare con la cooperazione unanime e con l’aiuto di Dio che ispira le nostre azioni e da la forza di perseverare nonostante tutto.