Vi furono dei viaggi, ci fu discernimento e alla fine la scelta venne fatta: sei nuovi teologi saranno inviati al St. Joseph’s Theological Institute di Cedara, un istituto teologico tenuto dai padri Oblati di Maria Immacolata, situato nella arcidiocesi di Durban e frequentato da una quindicina di ordini religiosi maschili e femminili. L’Istituto teologico e filosofico offre diplomi, il baccalaureato in studi religiosi e il B.A. in teologia. Attorno all’istituto teologico costruito su una delle tante colline, si respira un’aria di vita consacrata e di studi religiosi. Gli studi e i risultati ottenuti sono riconosciuti dal governo sudafricano.
La residenza dei nostri studenti teologi e’ una casa situata in mezzo al verde di Marrivale paesino confinante con Cedara da una parte e Howick dall’altra. La distanza della casa dall’Istituto e’ di cinque chilometri in macchina e dieci minuti a piedi se si prende la scorciatoia. La residenza e’ proprieta’ dei gesuiti e l'abbiamo presa in affitto.
Scelto il padre che dovrà curare e organizzare la residenza per i futuri confratelli teologi e formatori, secondo il contratto segnato con l’agenzia che cura la casa, il primo Settembre di buon mattino arrivo a Marrivale, 4 Baron Road sicuro di fare un ingresso trionfale e consacrare la casa alla Consolata intronizzando il quadro che porto con me. Ma...sorpresa! All’arrivo vedo l’uomo dell’agenzia fermo fuori della proprieta’. Incuriosito, dopo averlo salutato, chiedo che cosa stia succedendo. L’agente mi risponde: “Padre abbiamo dei probblemi mai verificatisi prima. La signora che è residente nella casa da sei mesi, non solo non ha iniziato ad impacchettare le proprie cose, ma non vuole uscire. Dice che non ha un posto dove andare”. La causa vera dell’impossibilita’ di trovare una casa e’ il fatto che la signora ha con se la mamma, ma sopratutto, essendo una dottoressa veterinario, ha ben 49 cagnolini di razza pura che cerca di far crescere e vendere. Intanto che attendo arriva pure P. Rocco Marra e con lui il camion ripieno di mobilia presa nella missione di Damesfontein.
Intanto cerchiamo di risolvere il problema senza suscitare cose troppo sgradevoli. Consultato pure un avvocato veniamo informati che secondo la legge vigente la gentil signora puo’ rimanere in casa, anche se il contratto e’ scaduto, sino ad un mese. Una sentenza della corte le da pure ragione. In Sud Africa ci comunica l’avvocato, e’ passata una legge che protegge gli abitanti che abitano in zone che non gli appartengono e che non riescono a trovare una dimora.
Finalmente, con l’aiuto della sorella e della cognata, che possiede un’agenzia immobiliare, il problema viene risolto e arriva anche un camion per il trasloco. Si inizia a respirare e a gustare la decisione presa. In serata, anche se molto inoltrata, la Consolata prende possesso della residenza. Infatti alle ore 20.30 entro in casa cantando: “Aprite le finestre al nuovo sole, e’ primavera…” Infatti oggi primo Settembre, in Sud Africa e’ il primo giorno di primavera. Questa vecchia canzone senz’altro meritava di essere ricordata e cantata perche’ esprime nella sua filastrocca e semplicita’ che cosa e’ e che cosa sognifica per noi in Sud Africa e per tutto l’Istituto la casa a Marrivale.
Dopo due giorni, mentre scrivo, la casa ha cambiato faccia. Le sue porte e le sue finestre sono aperte. Il sole caldo e la brezza primaverile portano un nuovo profumo. Tutti attendiamo i due cari confratelli formatori, i Padri Trabucco Pietro e Kalima Cassiano e con loro i sei garibaldini studenti teologi: “Vi attendiamo sperando che il nuovo nido sia di vostro gradimento”.