Kenya: I leader religiosi chiedono giustizia e riconciliazione

Pubblicato in I missionari dicono
{mosimage}Gli strascichi delle elezioni del 2007, i fatti abominevoli verificatesi nel dopo elezioni, e le conseguenze dei report delle due commissioni che hanno studiato le violazioni della legge elettorale, e individuato gli agenti responsabili delle uccisioni, incendi e distruzioni, si fanno ancora sentire fortemente e gettano il paese nella confusione. In alcuni nostri commenti sul sito abbiamo presentato i punti salienti dei due report di Kriegler e di Waki, e le piste da seguirsi per non ripetere gli stessi errori nelle elezioni future.

Sembrava, a primo acchitto, che i due report fossero stati accettati positivamente, sia dalla gente, che dai politicanti e intellettuali del paese e che le loro proposte fossero accettate con convinzione: ma più ci si allontana dal momento dell’euforia iniziale e più si avverte una riluttanza nei loro confronti, e persino alla richiesta di abolizione.


In questi due mesi, gli uomini del Governo hanno approvato i report e accettato, in linea di massima, le loro proposte, dichiarandosi pronti ad eseguirle. Il Presidente Kebaki e la quasi totalità del suo Partito di Unione Nazionale (PNU), il Vice Presidente Kalonzo e molti del suo partito Orange Democratic Movement-Kenya (ODM-Kenya), e il Primo Ministro Raila con molti del suo partito Orange Democratic Movement (ODM), erano e rimangono d’accordo sul fatto che il governo debba accettare i report ed implementarli. Ma alcuni membri del Gruppo Parlamentare dell'ODM si sono ribellati al loro leader, ed hanno rigettato in toto, soprattutto il report di Waki, e tanto meno sono disposti ad implementarli. Sembra che la stragrande maggioranza della popolazione, inclusi gli intellettuali, persone di cultura, persone di grande esperienza della vita del paese, e tutti i rappresentanti dei paesi esteri, siano risoluti nell’accettazione dei report e nella loro implementazione.

E’ stato in questa congiuntura che i rappresentanti di due Chiese Cristiane e dei Musulmani, sono entrati nel dibattito con i loro interventi favorevoli all’accettazione ed implementazione.

Il Card. John Njue di Nairobi, a nome di tutti i 25 Vescovi Cattolici, ha rilasciato un documento dal titolo Pathways to Peace (Vie della Pace). Egli riconosce che la mancanza di implementazione di proposte di tante altre commissioni nel passato “ha fatto sì che la gente sia molto scettica sul futuro dei due ultimi report”. Direttamente ritiene che “la commissione Elettorale del Kenya (ECK) non ha lavorato come doveva e l’esecuzione del suo mandato non ha prodotto i frutti aspettati”. E continua: “La gente del Kenya si sente tradita nelle sue aspettative dai loro governanti e dai membri del Parlamento …. E i report Kriegler e Waki hanno semplicemente reiterato la gravità della nostra situazione…. Il Kenya è in un crocevia. Noi dobbiamo prendere questa occasione per confrontare la ‘cultura dell’impunità’ dei potenti, oppure degenerare in crisi più profonde, caratterizzate da inettitudine e stagnamento morale”. Per cui la conclusione per i Vescovi Cattolici è molto chiara: “Noi sopportiamo l’implementazione di questi due report”. E poi “si rivolge ai Cristiani, e in modo speciale ai Cattolici, che hanno posizioni di responsabilità …… e richiede loro di riconoscere in coscienza i mali di questo paese, e dirigerci in modo risoluto e con confidenza verso la riconciliazione”.

Una posizione simile è stata presa dall’Arcivescovo Anglicano di Nairobi a nome della sua Chiesa. Egli ha fatto rilevare tutte le ingiustizie perpetrate nel paese durante e dopo le elezioni, ed ha affermato che “la gente richiede giustizia e riconciliazione. Ed i due report preparati dalle commissioni richieste dal governo stesso, sono la risposta a queste esigenze. Gli imbrogli elettorali sono sopratutto il frutto di un'azione poco convinta della Commissione Elettorale: il report richiede la sua sostituzione e si deve fare. I fatti criminali del dopo elezioni sono il frutto di uomini altolocati, che hanno fatto leva su dei giovani senza lavoro, per perpetrare le azioni più violente e immorali mai vissute prima. E queste undici persone, i cui nomi sono in una busta consegnata dal Giudice Waki a Kofi Annan, debbono essere processate per i loro crimini personali, da un tribunale che deve essere nominato dal Governo entro 60 giorni. Se il governo fallisce in questo progetto, Kofi Annan consegnerà la busta alla Corte Criminale Internazionale The Hague.

Alle voci dei leaders Cristiani del Kenya si è aggiunta quella degli Imam e dei Predicatori Mussulmani. In una conferenza stampa a Mombasa, il Segretario Generale del Consiglio, il Sig. Sheikh Mohammed Dor, ha detto che “solo l’implementazione dei due reports segnerebbe la fine del ciclo di violenze elettorali”. Ed il Segretario Organizzativo del medesimo Consiglio, Sig. Sheikh Mohammed Khalifa, ha affermato che “la mancanza di implementazione dei report, sarebbe equivalente a negare giustizia al popolo del Kenya, come è già stato fatto molte volte nel passato. In Kenya ogni elezione è contrassegnata da violenza, morti e distruzione: eppure il governo non ha mai preso una posizione chiara e punitiva dei responsabili”.

Forse queste prese di posizione di persone religiose, potranno aiutare tutti a riflettere su cosa è capitato nelle ultime elezioni per cercare di fare giustizia, mentre si cerca di arrivare alla conciliazione di tutte le forze ben pensanti, per promuovere una cultura di fratellanza, che eviterà nel futuro il ripetersi di questi eventi brutali.

Notizia dell'ultima ora è il cambio di giudizio nei confronti del Waki report da parte del Consiglio Direttivo dell'ODM, presieduto dal Primo Ministro Raila: si è stabilito un periodo di dieci giorni durante il quale verrà studiato in maniera più approfondita, per arrivare, se possibile, ad un nuovo giudizio.
Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:29
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