Kenya: Barack Hussein Obama, il padre del presidente

Pubblicato in I missionari dicono
{mosimage}Era il giorno dopo la vittoria clamorosa di Barak Obama alla presidenza degli Stati Uniti. Eravamo un gruppetto di missionari, e si parlava della eccezionale popolarità di questo giovane Presidente. Un membro del gruppo disse: c’è più nulla da sapere circa questo uomo? Sembra che i mass media abbiano detto tutto su di lui, sulla sua famiglia di origine, sui suoi parenti, ecc. Uno di noi intervenne dicendo: “No, forse i mezzi di pubblicità hanno lasciato da parte il suo papà”. Gli altri membri accettarono l’osservazione e dissero a me: perché non fai un report per il nostro sito e presenti questa figura così importante nella vita di Barak Obama, in modo da riempire questo vuoto?

Ed ecco il report.


Una breve biografia del Barak padre (Snr), per poi presentare i pregi ed anche i difetti suoi per offrire un quadro schematico di questo uomo così poliedrico, ma anche complesso e di non facile conoscenza.


Mr. Barak Hussein Sr. nacque nel villaggio di Kanyadhiang’, distretto di Rochuonyo nel 1936. Una zona molto calda e poco salubre. Per cui suo padre Onyango Obama, di professione cuoco per le famiglie di bianchi, spostò la famiglia nel villaggio di Alego-Kogelo nel Distretto di Siaya, per una migliore condizione di vita, e più possibilità di lavoro. Onyango Obama fu arruolato durante la seconda guerra mondiale. Durante il conflitto entrò in contatto con i musulmani ed abbracciò quella religione, ritornando dalle armi come musulmano. Dalla sua prima moglie, Akumu Nyanjoga, ebbe quattro figli, di cui il secondo era Barak Hussein Obama. Sfortunatamente essa morì molto presto e Onyango sposò Sarah Ogwel che diventò la matrigna di Barak Hussein Obama.

Il nonno del presidente eletto Barak Obama era una persona molto attiva, dedicata al lavoro e alla famiglia. Aveva stabilito una disciplina molto rigida nella famiglia, non per caparbietà, o per autoritarismo, ma per preparare i suoi figli a diventare attivi e laboriosi. Sapeva che l’educazione assicurava un futuro alla gioventù, per cui cercò di fare il possibile per procurare ad essi un’educazione seria, e il più possibile all’altezza dei tempi. Il suo figlio Barak Hussein Obama frequentò le elementari a Gendia Primary School, le medie a Ng’iya Intermediate School, e le superiori a Maseno School, a quel tempo, una delle più stimate scuole del Kenya. Gli insegnanti lo hanno dichiarato “uno studente di una intelligenza eccezionale”. Passò l’esame di maturità con tutte A (il più alto grado possibile). A 23 anni, nel 1959, fu scelto dal Ministro Tom Boia per studiare negli Stati Uniti. Fu accettato dall’Università di Harvard, una delle prime università degli Stati Uniti, e in cinque anni si laureò a pieni voti in economia e commercio. Per cui quando ritornò in Kenya, fu ricercato dal governo per offrirgli un lavoro nel Dipartimento di Economia e Commercio. Barak Hussein Obama fu coinvolto in due incidenti stradali: nel primo si fratturò le due gambe, e nel secondo (1982) perse la vita.

{mosimage}Tutti gli amici di Barak Hussein Obama parlano di lui come “un uomo che amava lo stile perfetto”, “un uomo dai gusti estetici raffinati”, “di uno stile il più possibile aggiornato”, di “un’eleganza da divo del cinema”. Il Sig. Sebastian Peter Okonda, ancora vivente, e molto amico di Barak Hussein Obama lo ricorda così’: “Se uno potesse essere creato appositamente per un disegno specifico, potrei affermare che Obama Snr. fu fatto per tutto ciò che era il migliore, sia nell’uso del tabacco, nella qualità delle sigarette (fumava solo 555, State Express e Rex), nel bere (si serviva solo di whisky Johnny Walker e Vat 69), nel attirare la gente (tutti i grandi del tempo erano suoi amici) e le donne in particolare (aveva diverse mogli), ed eccelleva soprattutto nel suo lavoro. Era un lavoratore instancabile, un genio nel suo campo, una persona di cui ci si poteva fidare e che manteneva la parola data. Un altro suo amico e collega, pure vivente, il Sig. Randa, lo descrive come “ un uomo dai sogni grandi, dalle visioni globali, dai successi professionali e personali illimitati…. La religione non fu mai uno dei suoi punti forti. Era Cristiano, durante la seconda guerra mondiale diventò musulmano, ma mai fu diretto nelle sue visioni e nelle sue decisioni da ragioni e motivazioni religiose …… Un giorno disse si suoi amici: Con le mie credenziali di studio, con il mio lavoro nel governo del Kenya, voglio vivere una vita felice, piena, così che quando muoio, voglio morire completamente”. E così fu. Altri suoi amici lo ricordano come “un uomo di una carità eccezionale. Dava tutto ai poveri che incontrava ……., si sacrificava per poter essere di aiuto ai bisognosi, agli amici in difficoltà, ed anche agli sconosciuti”. Un giorno nel suo ufficio si lamentò che il suo salario era povero in confronto con le sue credenziali e con le ore di lavoro, anche straordinarie, che ogni giorno passava nel suo ufficio. Quando il suo capo gli chiese che cosa avrebbe fatto con un salario più ricco, egli rispose: “Potrei aiutare più persone bisognose, e specialmente i più giovani a frequentare le scuole e diventare dei veri leaders della nazione”.

Uno dei suoi amici più intimi e con cui si sentiva a suo agio, è stato il Presidente della Repubblica del Kenya, On. Kibaki. Il Presidente lo ricorda così: “Era un uomo eccezionale. Era molto popolare, gioviale e di una calma platonica….. Attorno a lui c’era un alone di superiorità ma non di superbia o di auto-promozione. Per cui non mi sono meravigliato quando il suo figlio Barak Obama è emerso dal nulla per strabiliare tutto il mondo con il suo successo elettorale in America”.
Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:29

Gli ultimi articoli

Missionari laici della Consolata in Venezuela

16-07-2024 Missione Oggi

Missionari laici della Consolata in Venezuela

Prima di tutto vogliamo essere grati a Dio, alla Chiesa e ai Missionari della Consolata; la gratitudine è la nostra...

Mozambico. Non è mediatica, ma è una guerra

16-07-2024 Notizie

Mozambico. Non è mediatica, ma è una guerra

Una regione del Paese africano alla mercé della guerriglia islamista C’era ottimismo a Maputo, la capitale mozambicana. La guerriglia a Cabo...

Giustizia Riparativa e la “pedagogia allamana”

15-07-2024 Missione Oggi

Giustizia Riparativa e la “pedagogia allamana”

La Corte di Giustizia dello Stato del Paraná (Brasile) ha tenuto dal 3 al 5 luglio l'incontro sulla Giustizia Riparativa...

Perù: prima assemblea dei popoli nativi

14-07-2024 Missione Oggi

Perù: prima assemblea dei popoli nativi

I rappresentanti dei popoli nativi dell'Amazzonia peruviana, insieme ai missionari, si sono riuniti nella Prima Assemblea dei Popoli Nativi, che...

Padre James Lengarin festeggia 25 anni di sacerdozio

13-07-2024 Notizie

Padre James Lengarin festeggia 25 anni di sacerdozio

La comunità di Casa Generalizia a Roma festeggerà, il 18 luglio 2024, il 25° anniversario di ordinazione sacerdotale di padre...

Nei panni di Padre Giuseppe Allamano

13-07-2024 Allamano sarà Santo

Nei panni di Padre Giuseppe Allamano

L'11 maggio 1925 padre Giuseppe Allamano scrisse una lettera ai suoi missionari che erano sparsi in diverse missioni. A quel...

Un pellegrinaggio nel cuore del Beato Giuseppe Allamano

11-07-2024 Allamano sarà Santo

Un pellegrinaggio nel cuore del Beato Giuseppe Allamano

In una edizione speciale interamente dedicata alla figura di Giuseppe Allamano, la rivista “Dimensión Misionera” curata della Regione Colombia, esplora...

XV Domenica del TO / B - “Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due"

10-07-2024 Domenica Missionaria

XV Domenica del TO / B - “Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due"

Am 7, 12-15; Sal 84; Ef 1, 3-14; Mc 6, 7-13 La prima Lettura e il Vangelo sottolineano che la chiamata...

"Camminatori di consolazione e di speranza"

10-07-2024 I missionari dicono

"Camminatori di consolazione e di speranza"

I missionari della Consolata che operano in Venezuela si sono radunati per la loro IX Conferenza con il motto "Camminatori...

onlus

onlus