Kenya: Emergenza alimentare (II)

Pubblicato in I missionari dicono
{mosimage}Le conseguenze della crisi alimentare in Kenya si fanno sentire sempre più forti e distruttive. Ogni giorno i quotidiani e la TV riportano fatti che fanno rabbrividire. Elenco solo i titoli: “Quattro bambini muoiono per mancanza di cibo”, “La fame sta perseguendo 700.000 persone senza cibo, nella Provincia Centrale, che è sempre stata la fonte di cibo per gli affamati”, “La famiglia di Mr. Henry Munyao si è presa la responsabilità di cinque creaturine affamate, i cui genitori sono scappati per non morire di fame”.

Ci sono madri che vendono i loro figli a coppie infertili, per non morire di fame. Ma di questo ne riparleremo in un altro articolo. Le foto riportate sui quotidiani, o viste in TV di gente ridotta a pelle e ossa, fanno letteralmente male al cuore, tanto che a volte mi accorgo che degli studenti abbandonano la TV perché non possono più tollerare questi orrori. Molte scuole, specie nelle zone aride, sono chiuse perché i bambini non hanno la forza di camminare dalla capanna alla scuola. Un bambino che non aveva mangiato nulla da tre giorni, si inoltrò nella brughiera vicina, e prese delle bacche da lui sconosciute, divorandole. Poco tempo dopo si sentì male e ritornò a casa piangendo disperatamente. Il papà lo avvicinò e tentò di chiedere il motivo di questo suo malore. Prima che potesse parlare, morì. Le bacche erano velenose!


Quali piani sono stati approntati per fare fronte a questa situazione del tutto nuova in Kenya? Due settimane fa, il Presidente Kibaki, il Vice Presidente Kalonzo, il Primo Ministro Raila e i ministri interessati del problema della fame, con i rappresentanti dei paesi amici del Kenya, si riunirono e dichiararono la mancanza di cibo come “una emergenza nazionale”. Presentarono un bilancio di 37 miliardi di Scellini per fare fronte all'emergenza. Si appellarono alle nazioni amiche per una somma di 32 miliardi, e il resto lo avrebbe messo a disposizione il governo stesso del Kenya. Il denaro verrebbe distribuito come segue: 30.2 miliardi per far fronte all’emergenza della fame comperando cibo ovunque fosse possibile. 1.3 miliardi per procurare acqua, far fronte a malattie causate dalla fame, e per programmi speciali di nutrizione; 3.8 miliardi per il settore educazione e nutrizione dei bambini; 2.6 miliardi per aiutare l’agricoltura e la nutrizione di animali da macello. Il Governo del Kenya ha pattuito di comperare sette milioni di sacchi di granoturco per una somma di 17 miliardi di scellini. Questo granoturco verrà venduto a prezzo ribassato per abbassare e stabilizzare il prezzo sul mercato. Il Governo metterà a disposizione degli agricoltori la somma di 93.000 tonnellate di concime ad un prezzo ridotto sia per aiutare i coloni, che per aumentare la produzione del grano e granoturco. Inoltre il governo ridurrà del l0% il prezzo dei semi per spingere gli agricoltori a preferire la piantagione del grano e granoturco che sono i due prodotti più usati per fare il pane e tanti cibi cari ai Keniani. Gli Ambasciatori accettarono le ragioni per la crisi di cibo, l’urgenza di aiuto, ma fecero presente al governo che la vendita illegale di granoturco ad altri paesi era uno scandalo inaccettabile, e la corruzione sempre crescente contribuiva pure a questa situazione. Ad ogni modo tutti si sentirono in dovere di aiutare e già il Governo della Cina ha garantito 234 milioni di scellini,quello del Giappone 3 miliardi di scellini, quello della Germania 600 milioni di scellini.

I Vescovi Cattolici sono intervenuti con un documento che intende assistere il processo ed il piano per la soluzione della crisi, ma anche chiede al Governo più sincerità e incisività di azione. “Mentre il Governo ha dichiarato la fame come un disastro nazionale, e sta cercando 37 miliardi di scellini per sfamare circa 10 milioni di persone, noi crediamo che nel paese ancora c’è del grano e granoturco, ma i contadini si rifiutano di venderlo al governo perché lo paga troppo poco”. I coloni, che si sono espressi in una pubblicità sui giornali, ritengono opportuno non vendere il loro granoturco a prezzo di svendita. Noi ci chiediamo: Perché importare granoturco, mentre i coloni ne hanno, ma non intendono venderlo senza nessun guadagno? E il granoturco importato è meno caro di quello nostrano? ……..Il governo aveva promesso di distribuire farina di granoturco a prezzo minimo a tutti gli affamati: perché la promessa non è stata mantenuta? …..Siamo coscienti che fra le cause della mancanza di cibo si possono enumerare le scarse piogge, la violenza del periodo del dopo elezioni 2007, ma non bisogna dimenticare quella che riguarda il giusto pagamento ai nostri coloni”…….”La vendita illegale di granoturco, che ha fatto perdere al governo milioni di scellini e creato uno scandalo enorme, debbono essere considerate come cause della situazione del paese, e questi atti debbono essere considerati criminali e puniti con giustizia”.

Tutte le diocesi affette da questa crisi, sono al lavoro per fornire il massimo degli aiuti e per animare le comunità a non perdere la speranza nel futuro, perché sia le persone che le istituzioni saranno vicine a coloro che soffrono la fame, e il Dio della loro fede non li abbandonerà mai.

(2 - Fine)
Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:29
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