E’ Pasqua anche nel Rito Ambrosiano

Pubblicato in I missionari dicono
{mosimage}Trovandomi a Milano ho scoperto alcune diversità tra il rito ambrosiano (dal patrono- Sant’Ambrogio), e quello romano a cui ero abituato. Subito, questa peculiarità si affaccia all’ambone nella richiesta di benedizione per i lettori al celebrante durante la messa. E così si sente: “Leggi nel nome del Signore!” Inoltre, qui il segno della pace viene prima dell’offertorio, che forse ubbidisce più al commando di Gesù di riconciliarsi con il fratello prima di offrire il sacrificio all’altare. Particolare pure è il modo di utilizzare il turibolo. Nel rito Romano si incensa esclusivamente in senso antero-posteriore mentre il rito Ambrosiano il turibolo viene fatto ruotare da sinistra a destra (ductus, cioè in senso orario) ed alzato verticalmente e abbassato (tractus).

Per i nuovi preti dal rito Romano, pochi riescono a ricordarsi di lasciare spazio per le famose tre “kyrie eleison” subito dopo “il Signore sia con voi” (a cui si risponde: “e con il tuo spirito, kyrie eleison…”) ma prima della benedizione e congedo (“andate in pace”), al quale si risponde: “nel nome di Cristo”. Queste sono alcune delle caratteristiche o meglio ricchezze del rito ambrosiano.


Ma come se questa peculiarità non bastasse, è appena entrato in vigore un nuovo lezionario ambrosiano con varietà anche nelle letture. È una cosa ancora che si sta vivendo nei primi passi con reazioni miste dai fedeli, non meno dai preti. Comunque, pare che sia un recupero di molte consuetudini ambrosiane tramandate nei secoli ispirati dal celebre riformatore, S. Ambrogio nel 4o secolo. L’uso del simbolismo è molto elevato per l’accento di Ambrogio all'aspetto catecumenale della liturgia. Avvenne che dal 1976 si usava ad experimentum una parte dell'ordinamento ambrosiano delle letture bibliche, considerandola come un supplemento ambrosiano al lezionario Romano. Ma nel 1995 il sinodo diocesano diede il mandato di superare quel periodo, così pochi mesi fa è venuto alla luce il nuovo lezionario tanto atteso.

Il nuovo lezionario è organizzato in tre libri:

Libro I; è usato dalla 1a domenica di Avvento fino al sabato che precede la 1a domenica di Quaresima, riporta le letture delle festività natalizie e del tempo dopo l’Epifania.

Libro II; è usato dalla 1a domenica di Quaresima fino alla solennità di Pentecoste, tratta le letture della Quaresima, della Settimana Santa/autentica e del tempo pasquale.

Libro III; è usato dal lunedì dopo la Pentecoste fino al sabato precedente alla 1a domenica di Avvento, è diviso a sua volta in 3 sezioni: da dopo Pentecoste al martirio di San Giovanni il Precursore (29 agosto); da dopo il Martirio fino alla solennità della Dedicazione del Duomo di Milano (IIIa domenica di ottobre); da dopo la Dedicazione fino alla 1a domenica di Avvento.

Il nuovo lezionario enfatizza la risurrezione di Cristo nel giorno del Signore. Prima, eravamo abituati a chiamare la messa di sabato sera come “prefestiva, ora è vista come una connotazione sbagliata quindi sostituita da messa “vigiliare”. In più, è stato aggiunto un vangelo della risurrezione all’inizio di questa messa per rafforzare l’intenzione. S’incarica di ricordare in tutte le comunità che la domenica, nostra Pasqua settimanale, fonda se stessa sulla Risurrezione di Cristo <<il primo giorno dopo il sabato>>.

Comunque, anche qui si è percorso l’itinerario quaresimale iniziando come vuole la tradizione, non dal mercoledì delle ceneri (non esiste) ma dalla prima domenica della quaresima. Tutti i venerdì quaresimali sono anaeucarestici (non si celebra la messa e nemmeno ricevere l’eucarestia). Tutto sommato, con la rinnovata attenzione particolare al giorno del Signore che inizia al tramonto del sabato, si accentua la Risurrezione del Signore e quindi l’importanza di questo giorno. E adesso che siamo nel periodo Pasquale, il Risorto è veramente vivo in mezzo a noi anche nella nostra liturgia.
Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:29

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