Alle nove abbiamo una sorpresa: un'accoglienza culturale degli Yanomami fatta da Sr Felicita e Sr Jolanda che, per otto anni, hanno lavorato fra questa gente. Si fa il gesto proprio degli Yanomami. In sottofondo è stata messa una loro musica. Dopo l’accoglienza che è la caratteristica degli Yanomami, comincia la presentazione dell’esperienza delle due suore in Amazzonia. Si fa in modo pratico, presentando i balli, le parole, i gesti, gli strumenti culturali, ecc. in modo molto positivo. Si vede il gusto delle persone che hanno vissuto fra gli Yanomami e li amano sinceramente. Insomma, presentano quattro temi della loro esperienza in Roraima che dopo diventeranno i temi principali dei gruppi di lavoro. Questi aspetti sono radicati nel cuore del popolo Yanomami in una maniera che diventano gli aspetti principali della loro cultura:
L’accoglienza, che si chiama ‘Nohimou’ nella lingua indigena; Comunione e rispetto, ‘Xapurimou’ dove ognuno si esprime e fa gli altri a comprenderlo; Rapporto socio-affettivo, ‘Wayamou’; e la Simbologia, ‘Theathimou’. Seguendo questi temi, comincia il lavoro dei gruppi dove abbiamo valutato questi aspetti nella nostra vita quotidiana e nelle nostre comunità, come un modo di vivere la interculturalità che è stata proposta in un biennio.
Nel pomeriggio, abbiamo incontrato Padre Ugo Pozzoli, il direttore delle riviste ‘Missioni Consolata’ e ‘Amico.’ Un giovane missionario della Consolata che dopo aver studiato a Torino, è andato a Londra, un luogo interculturale e poi a Washington dove ha affrontato il problema dell'integrazione fra diverse persone di molte culture. Questo sta alla base d’interculturalità. Dopo ha lavorato in Ecuador e nella Colombia fra gli indigeni. Questa è stata una bella esperienza che l’ha aperto.
Trattando del biennio dell’interculturalità, Padre Ugo ci fa notare che non è un tema nato da qualche parte specifica, ma un’attenzione che ci chiede il nostro istituto che ha un carattere internazionale. Così fa alcune affermazioni: interculturalità non s’impara dai libri ma vivendola, come la virtù. Interculturalità è il processo dinamico attraverso il quale le persone di cultura differente interagiscono fra loro e attraverso questa relazione, apprendono cose della propria cultura e della cultura dei loro interlocutori. La cultura non è un sinonimo dell’alterità. Le difficoltà nascono da vivere le nostre idee. Interculturalità chiede un dialogo e una comunicazione di pace e di riconciliazione. Dopo i gruppi valutano questi punti ed espongono i pregiudizi o gli stereotipi presenti nelle nostre comunità e l’atteggiamento giusto per eliminarli.
Alle sette, ci raduniamo nella chiesa nuova di Santa Chiara per la messa che viene celebrata dal vescovo di Santa Maria di Leuca. Alla fine della celebrazione, il vescovo passa i suoi auguri a noi che possiamo raggiungere la nostra meta e appartenere completamente a Gesù. Invoca una benedizione speciale che trasmetta la vera gioia della testimonianza. C'era anche il tempo per ricordare l’ultima visita del papa nella sua diocesi, che ha riconosciuto l’accoglienza della gente di Santa Maria di Leuca. Il papa ha descritto la diocesi come ‘indimenticabile.’ Questo aspetto di accoglienza è stato pure accennato fortemente da Padre Carlo Biella nel suo ultimo ringraziamento.