Cronache colombiane (III)

Pubblicato in I missionari dicono
{mosimage}Si prepara la Pasqua nelle veredas

Il sabato mi aspetta una visita al villaggio Los Angeles.

Il lunedì inizia la visita ai villaggi più lontani in preparazione alla Settimana Santa.

Visito 14 comunità e trascorro il Triduo Pasquale a Remolino. Visitando queste comunità mi accorgo che la gente si sente abbandonata da tutti, e con la paura d’essere coinvolta in un conflitto del quale vogliono restare fuori.

La presenza del Padre, delle suore o dei missionari laici è molto gradita. L’accoglienza è calorosa, e la gente ringrazia in molti modi: con il saluto, offrendo un bicchiere d’acqua, un pranzo o regala un prodotto del campo.


Molto bella è stata l’accoglienza ricevuta nel villaggio di “Caño Negro”.

Al mattino celebriamo l’Eucarestia con battesimi e prime comunioni, nel pomeriggio il villaggio ha organizzato una rappresentazione della via Crucis. Dopo la celebrazione ci sono partite di calcetto  fino alla ora di cena. La gente rimane con noi a farci compagnia, alle 18,00 il sole tramonta e diventa buio, in quanto non esiste l’energia elettrica, però le persone ci fanno compagnia fino alle 22.00. Parliamo di molte cose e ciò che emerge prevalentemente tra la gente  è il desiderio di sposarsi in chiesa. Ci sono giovani coppie e adulti che si stanno animando e stanno pensando di organizzare un’unica grande festa nel villaggio: sono sei le coppie che hanno espresso questo desiderio

Quando le famiglie ritornano alle loro case sono “scortati” da una bellissima luna che rende la notte chiara e piacevole.

Il giorno seguente arrivo a Puerto Camelia un piccolo centro che si accinge ad organizzarsi per  avere alcuni servizi essenziali come elettricità alcune ore alla sera, qualche via in cemento, l’ acquedotto e compare  anche qualche televisore.

Qui il catechista John Fredy mi chiede se so quello che è successo in Italia e mi informa del terribile terremoto in Abruzzo. Poi arrivando a  Remolino mi informo attraverso internet in modo più preciso e rimango sbalordito del terribile disastro e soprattutto per l’elevato numero di vittime.

Rimango stupito di come i palazzi si siano sgretolati, quando in Italia da molto tempo si stanno facendo edifici antisismici, e allo stesso tempo ho percepito la grande solidarietà degli Italiani verso questi cittadini colpiti da una catastrofe tanto grande, questo manifesta la solidarietà di un Paese, che nel profondo del suo cuore e della sua cultura ha valori evangelici non solo predicati ma vissuti concretamente.
 
E ora a Remolino

Passo il triduo pasquale in parrocchia. La partecipazione è molto buona soprattutto alla funzione della Via Crucis dove nessuno manca e anche alla veglia Pasquale che incominciamo con un grande fuoco al centro del paese, c’è molta partecipazione.

E’ sempre una forte sensazione entrare nella chiesa al buio che poco a poco va illuminandosi con la luce di Cristo che dà senso al nostro stare qui lontani dal proprio paese, e a tutto quello che facciamo. Sarebbe inutile il nostro “lavoro” meglio la nostra missione se Cristo non fosse resuscitato e avesse vinto qualsiasi tipo di morte. Quindi in questo tempo di Pasqua vi auguro a tutti che non vi lasciate travolgere dalle preoccupazioni, dagli affanni e dalle paure, ma con Cristo Risorto supereremo ogni ostacolo e recupereremo la pace interiore che è la cosa più importante per affrontare la vita in modo nuovo e con forze nuove. Il Signore Risorto vi accompagni e vi benedica. Con affetto, p. Angelo Casadei

(3 - Fine)
Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:29
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