Dopo 29 anni della tua nascita, hai accolto l'uomo santo, Giuseppe Allamano, che voleva che tu diventassi una casa di formazione. E non solo per formare, ma piuttosto per formare santi missionari. Parlando ai seminaristi, egli gli diceva su di te, ''Dovete farvi santi in questa casa, durante il tempo di preparazione e non aspettare che siate nella missione.'' E questo hai fatto tu, cara mamma. Prima hai formato i piemontesi e dopo gli italiani. La tua fama andava ovunque, è benché lontano, lo stesso spirito tuo formò altri nei continenti Europa, poi America e Africa, e 'ultimamente in Asia. E a tutti, vicini e lontani, rimane sempre il modello di quello che voleva il fondatore. Per questo non ci rimane che dire, "buon compleanno, oh Casa mamma".
Ecco, sono arrivati da diverse zone d'Italia, i missionari, le missionarie, i parenti, benefattori e amici della Consolata per celebrare i 100 anni di Casa madre. Alle 10 si sono tutti recati nell'aula del Beato Giuseppe Allamano per una conferenza preparativa. Ma prima di tutto, la mamma è sempre orgogliosa dei suoi bimbi. Per cominciare, si presentano i seminaristi del Seminario Teologico di Bravetta, di Roma. Tutti applaudono vedendo il futuro della congregazione, in momento in cui c’è la crisi vocazionale. Indicando i seminaristi, intona p. Sandro Carminati, Superiore Regionale, "c'è vita nell'Istituto". E la vita c'è, intanto ci sono la Madre Consolata, il Beato Allamano e suo amico Giacomo Camisassa, che fece molto per realizzare il progetto di Casa madre.
Segue la presentazione dello studio sulla casa madre. Padre Pavese, il postulatore della canonizzazione del Beato Giuseppe Allamano presenta la Casa madre come la casa di spiritualità secondo l'intenzione del nostro fondatore. Padre Tomei Ernesto, la presenta come un centro di promozione missionaria indicando le tappe che hanno visto protagonisti le dame missionarie e i benefattori della missione sin dai tempi del nostro fondatore. E alla fine, padre Casiraghi Giampietro la presenta in modo storico dall’inizio del 1900 quando c'era la Consolatina, che non esiste più, fino alla presente Casa madre. Dopo questa conferenza, c’è l’Eucaristia preseduta da Monsignor Aldo Mangiano, vescovo emerito di una diocesi dell'Amazzonia.
Tornando alla storia, la prima Casa madre si chiamava la Consolatina che diede Monsignor Angelo Demichelis ad Allamano. Questa casa non c’è più adesso. Ormai da 1905 diventava molto piccola con il grande numero degli studenti che c'entravano. Nel 1909 ci fu l'inaugurazione ufficiale che avvenne il 23 ottobre con la consacrazione di Monsignor Filippo Perlo. La prima guerra mondiale decimò letteralmente la Casa madre: 38 membri furono chiamati alle armi e per un anno una gran parte del fabbricato fu requisito e adibito a Caserma per 300 soldati.
Quando giunse Monsignor Filippo Perlo a Casa madre come Vice Superiore Generale nel 1924, egli si dedicò immediatamente alla ristrutturazione della Casa madre che fu ancora insufficiente a contenere tutte le vocazioni. Nel 1926, muore Allamano e 12 anni dopo, la sua salma sarà traslata nella cappella della Casa madre. Con la seconda guerra mondiale, la Casa madre fu distrutta dal bombardamento dell'8 dicembre 1942 ma grazie a Dio la cappella in cui era deposto canonico Allamano non fu toccata. Finita la guerra, inizia nel 1946 la ricostruzione sotto il Superiore Generale padre Gaudenzio Barlassina. L'8 dicembre 1952, il cardinale Fossati benedice la ricostruita Casa madre di Torino che rimane fino oggi.