Kenya: I giovani e le Chiese cristiane III

Pubblicato in I missionari dicono
{mosimage}Nei primi due articoli su questo soggetto, abbiamo visto come molti giovani che abbandonano le chiese così dette 'tradizionali' si rifugiano in quelle carismatiche-evangeliche. Queste chiese fanno di tutto, e con tutti i mezzi moderni, pur di attirarli a se stesse. Il successo, dal punto di vista puramente umano, è straordinario fino ad un certo punto che si chiama DENARO.

Quando si arriva a quel punto, le crisi iniziano; a volte sono risolvibili, ma spesso diventano un blocco insuperabile, e creano dei dissensi e crisi il più delle volte mortali. La teoria sulla natura e uso del denaro è chiamata 'Prosperity Gospel' (il Vangelo della Prosperità): Dio vuole che ogni persona possa avere tutte le risorse finanziarie possibili, e queste debbono continuare a crescere come segno della benevolenza di Dio! Per cui, chi è buono, e vive bene, deve essere ricco e deve arricchirsi sempre più, perchè il contrario significherebbe la mancanza di bontà nella persona.


Sentiamo alcune valutazioni di studiosi e di pastori evangelici, e poi vedremo come questa teoria venga applicata alle chiese che anche esse debbono arricchirsi come dimostrazione che seguono gli insegnamenti del Prosperity Gospel.

Il Rev. Wellington Mutiso, segretario generale delle Chiese Evangeliche del Kenya (EAK), confessa che “molti Kenyani abbracciano le chiese Evangeliche in cerca di sussistenza, mentre i capi delle chiese cercano solo e sempre più ricchezze”. Il Prof. Eric Nandi dell'Università Masinde Muliro, ha studiato in profondità questo fenomeno, e conclude dicendo che “i responsabili di queste chiese insegnano che la causa delle loro difficoltà e povertà è la loro relazione difettosa con Dio. Soltanto offrendo generosamente a Dio quello che hanno, possono piacere a Lui che li retribuerà con ricchezze più grandi”. E Stephen Keitani, uno dei pastori che hanno fatto maggior successo economico, afferma apertamente che “ noi dobbiamo accettare che la ricchezza è la chiave di successo della religione. Nessuno può servire Dio nella povertà. E' questa la ragione che ci spinge ad aiutare i nostri seguaci a stare bene, per poter adorare Dio con più facilità e convinzione”.

Come si applica questa teoria base ai diversi gruppi delle loro Chiese? Il primo gruppo sono i poveri, cioè i giovani. Molti sono disoccupati, diversi appartengono a movimenti rivoluzionari, e la loro vita lascia molto a desiderare! Altri sono donne con bambini, abbandonate dai mariti, divorziate, ecc. A questi poveri i predicatori usano parole forti per convincerli della loro colpevolezza, ed aiutarli con progetti che dovrebbero generare lavoro e denaro per loro, ma che tante volte finiscano nei conti in banca della chiesa, e per arricchirla ancora di più. Un vescovo di Bungoma presentò un progetto di assistenza per le vittime delle violenze del dopo-elezioni del Dicembre 2007, I dieci milioni di scellini ricevuti furono usati per far progredire un progetto personale dello stesso prelato. “Come si può spiegare che un ministro religioso, senza altre entrate che quelle della colletta della chiesa, possa, in poco tempo comperare una delle macchine più costose sul mercato Kenyano, costruirsi una casa che è più di un palazzo da gran signore, e delle chiese capaci di ospitare migliaia di persone?” si domanda lo scrittore Billy Muiruni. E la sua risposta è chiara: “i poveri, che vanno in chiesa per pregare anche se in modo del tutto diverso dal solito, finiscono per pagare queste ricchezze dei loro pastori”.

C'è poi il gruppo dei benestanti che non solo devono versare il 10% del loro stipendio, come tutti gli altri membri, ma sono tassati dal ministro a secondo delle sue richieste. Mr. Albert Olabra ha confessato: “Io ho cessato di andare in chiesa quando il ministro ordinò a tutti i professionisti della chiesa di sottomettere a lui la ricevuta del salario di ognuno, e lui avrebbe detto ad ognuno quanto avrebbe dovuto contribuire per la chiesa. Infatti, fare donazioni alle chiese, non è per molti una decisione personale, ma del ministro della chiesa stessa”. Il Dr. Choge ha confessato che “parrocchiani offrono più di quello che il loro salario concede. Alcuni hanno addirittura chiesto prestiti alla banca per pagare ciò che il ministro aveva loro richiesto. E ciò è del tutto errato e contraddice gli insegnamenti stessi del Signore Gesù”. Potranno queste chiese continuare a Predicare e Praticare il Vangelo della Prosperità a lungo andare, quando la gente diventa sempre più povera, quando i giovani non potranno più aiutare le chiese che reclamano di essere la loro famiglia?

Che le chiese evangeliche-pentecostali abbiano raggiunto un successo numerico è un fatto evidente. Mentre i giovani specialmente fuggono dalle chiese tradizionali, riempiono quelle pentecostali. Che adulti, anche educati, si rifugiano nelle chiese carismatiche, è pure una realtà palpabile. Basta passare vicino ad una di queste chiese alla domenica, per vedere l'immenso numero di macchine parcheggiate. E la folla che esce alla fine del servizio religioso, sono come una fiumana che straripa da un fiume in piena. Alcune settimane fa, il Primo Ministro del Kenya, On. Raila, accettò pubblicamente Gesù come suo Signore e Salvatore, e subito dopo fu battezzato per immersione da un ministro di queste chiese.

Ma la gente continuerà ad accettare come Vangelo Autentico quello predicato dai ministri evangelici, senza sentirsi offesi nella loro dignità di Cristiani autenticamente legati al Vangelo di Cristo “sine glossa?”.

Il Prof. Nandi ha concluso la sua ricerca sul modo con cui i ministri di chiese evangeliche raccolgono offerte dai loro parrocchiani, e specialmente dal modo che essi usano per gestire queste offerte: “In realtà questi ministri predicano materialismo, camuffato come teologia; loro promuovono la propria ricchezza più che la spiritualità Cristiana. Nel loro insegnamento ci sono contraddizioni evidenti fra il Vangelo della Prosperità e quello insegnato da Gesù Cristo, che si può sintetizzare nelle parole del Signore: 'Voi non potete servire Dio e le ricchezze' (Mt. 6, 24).

Ma quello che più colpisce i benpensanti, è il fatto che gli stessi ministri hanno creato un'associazione il cui scopo è di “formulare regole e una prassi che queste nuove chiese (più di 10 mila in Kenya) devono seguire in modo che non continuino a defraudare i loro membri e a violare le regole del governo per gruppi che utilizzano aiuti provenienti dai soci o da associazioni caritative”. Questo per evitare che il governo entri nella vita e prassi economica della chiesa!

I giovani e le Chiese cristiane (I articolo - II articolo)
Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:29
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