E per prepararci al meglio noi ragazzi dell’Adc (gruppo giovani del dopo cresima) abbiamo preso parte, dal 30 maggio al 01 giugno, a una serie d’incontri di formazione proprio sull’oratorio. La prima giornata abbiamo partecipato al “I° Convegno Diocesano Oratori”a Villa Nazareth dove abbiamo condiviso inizialmente le testimonianze relative alle varie realtà esistenti negli oratori per poi dire che cosa significa per noi la parola oratorio indicando 5 parole che la descrivessero bene. Alla fine di questo “laboratorio” abbiamo ascoltato alcuni interventi e riflessioni sul significato di “fare oratorio” e sull’importanza di “essere animatori”. L’oratorio non è solo una struttura in cui si gioca e ci si diverte solamente, ma rappresenta anche un luogo di “cammino comune” dove i bambini imparano innanzitutto a vivere, a scoprire la vita, a comprendere il suo valore e il suo senso accompagnati dall’animatore. Questa figura ha il compito di “educare”, ma non per questo deve essere vista come un maestro o comunque un qualcosa di distante, ma come un amico, qualcuno che cammina con i ragazzi che dà, ma che allo stesso tempo riceve un insegnamento, creando così un bel rapporto, facendo nascere una vera e propria “famiglia cristiana”. L’oratorio e gli animatori, insieme, diventano dei ponti di collegamento fra la realtà quotidiana dei bambini e dei ragazzi (scuola, famiglia, sport, ecc…) e la e la chiesa, introducendoli così nella comunità cristiana degli adulti dandoli responsabilità e facendoli crescere. Alla fine di questa prima giornata abbiamo ricevuto anche il mandato dal vescovo e la sua benedizione insieme all’invito a diventare nuovi “discepoli”, di trasmettere il vangelo nel nostro lavoro di educatori.
Nelle due giornate successive abbiamo avuto degli ospiti di eccezione: cinque animatori “esperti” da Roma Alessandra, Alessio, Flavia, Maria e Maurizio. Dopo una mattinata passata a conoscerci meglio, ci hanno parlato della loro realtà, di com’è nato il loro oratorio e di com’è attualmente strutturato. Ci hanno spiegato com’è e che cos’è, in maniera “pratica” un oratorio, la vita al suo interno, i rapporti fra animatori e i ragazzi, gli aspetti tecnici ed organizzativi per poi invitarci a realizzare noi, da soli, un’ intera giornata sul tema dell’ascolto. Questi giorno ci hanno permesso di unirci ancora di più, di allargare anche il nostro gruppo con i nuovi amici da Roma e chissà un giorno potremo fare noi una trasferta nella capitale!
Per ora l’oratorio di Santa Maria a Mare ha bisogno di noi e di tutti quelli che credono in questo progetto e voglio portarlo avanti con entusiasmo e voglia di fare!