Consolata Festival: Mondo Missionario “in Musica”

Pubblicato in I missionari dicono
{mosimage}Per quasi due settimane, la casa di animazione missionaria Milaico, dei Missionari e Laici Missionari della Consolata, a Nervesa della Battaglia, si è trasformata in un cantiere musicale. Una cinquantina di giovani, provenienti da quattro centri di animazione missionaria vocazionale IMC: Nervesa, Torino, Vittorio Veneto e Martina Franca si sono radunati per testimoniare la gioia della fede in Cristo attraverso il canto. Ma questi canti non erano di quelli che si sentono tutti i giorni. Era proprio come suonava il motto del festival “un mondo di musica”. C’era un pezzo d’Africa, un pezzo d’America Latina, un pezzo d’Europa e anche di Asia. I cori di questi centri di animazione missionaria si sono fusi in un unico coro, e come tutte le cose fatte assieme, ne è uscito uno spettacolo meraviglioso.

Certo, c’è voluto impegno, tempo e una buona dose di pazienza. Non solo per mettere insieme le note musicali, ma anche le voci, gli strumenti ecc. questo ha richiesto due giorni di prove e preparazione, poi i cinque concerti in diverse località del Trevigiano.


È stato un momento di comunione, prima di tutto tra di noi: si sentiva la differenza negli accenti: piemontese, pugliese e veneto…, eppure ci trovavamo bene insieme come fossimo vissuti assieme tutta una vita, ci univa lo spirito di famiglia “consolatino”. Ci siamo conosciuti, abbiamo condiviso le nostre esperienze di vita e di fede, l’esperienza missionaria di chi era già stato in un paese lontano e di chi si prepara a farlo. È stato anche un momento forte di interculturalità, soprattutto attraverso i canti di diverse nazioni e popoli, appunto perché siamo missionari ad gentes.

In questo periodo in cui regna un clima di diffidenza verso l’atro, il diverso o lo straniero, cantare canti in lingue diverse dell’Africa, Asia, Europa e America, ha fatto sì che noi, come missionari, annunciassimo che Cristo ha abbattuto i muri che separavano i popoli.

È stato anche un momento di spiritualità : eravamo “in missione”, non nostra, ma del Signore. Dovevamo dunque consultarci con Lui, far sì che Lui fosse la guida, ispiratore e protagonista di tutto l’evento. L’eucaristia ha costituito il momento centrale delle nostre giornate, soprattutto verso la fine, quando la tensione dei primi giorni era ormai dimenticata.

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È stato un momento di testimonianza della nostra fede giovanile, universale e gioiosa. La cattolicità della Chiesa era manifesta nei canti e nelle immagini in powerpoint che accompagnavano ogni canto e che rappresentavano la vita dei popoli che si esprimono in questi canti. Mentre sul palco le voci cantavano e gli strumenti suonavano, le immagini trasportavano lontano, verso quei popoli e quei luoghi.

È stato anche un periodo di duro lavoro, sotto il sole, che arrivava qualche volta a 40 gradi. Un’ estate diversa, questa volta. Non c’era il fresco di boschi montani e nemmeno il mormorio delle onde del mare… ma si lavorava volentieri, anzi, qualche volta, troppo.

È stato un momento di “ricarica missionaria”.

“Ricarica missionaria” effettuata, siamo tornati a casa, da una parte con tanta nostalgia – basta andare su facebook e leggere i messaggi che i ragazzi si scrivono - ma anche pieni di entusiasmo per riprendere il nostro cammino missionario che anima tutti i giorni della nostra vita.

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Ultima modifica il Giovedì, 05 Febbraio 2015 20:29
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