Mungiki: una marcia irreversibile?

Pubblicato in I missionari dicono
{mosimage}Diverse volte abbiamo trattato questo argomento su questo sito: ed ora ci sono stati nuovi sviluppi nella vita di questa setta che richiedono una precisa conoscenza per comprendere sempre meglio in che direzione si sta orientando. Un brevissimo riassunto della sua esistenza ed iniziative passate può aiutare coloro che non avessero letto i precedenti articoli.

I Mungiki furono fondati negli anni 80 nel distretto di Laikipia (Kenya) come un gruppo puramente culturale e semi-religioso di aiuto ai poveri e specialmente ai giovani disoccupati.

Nel 1987 si trasformarono in un gruppo politico, scelsero i loro capi e iniziarono la loro piattaforma politica, e le strutture di un movimento nazionale. Disegnarono la loro bandiera dai colori rosso, verde, nero e bianco. Iniziarono a raccogliere tasse per i loro aiuti a coloro che li richiedevano, inclusi i poveri. Nel 1988 la setta contava 4,950 membri, ed era diventata una setta segreta e violenta. Agli inizi del nuovo millennio, molti dei suoi capi si convertirono all'islamismo, ed intendevano imporre la legge mussulmana non solo ai suoi aderenti, ma a coloro che aiutavano. In Aprile del 2002, la setta emanò un ultimatum a tutte le donne, imponendo loro di farsi circoncidere o avrebbero pagato caro il loro rifiuto. Durante le elezioni del 2007, prestarono il loro aiuto ai politicanti, in cambio di protezione sociale e legale, di promesse di estorsione, di aiuti finanziari sostanziali. I loro interventi diventavano sempre più severi fino al punto di massacrare civili, di assaltare poliziotti, di distruggere interi villaggi, di terrorizzare. Fu a questo punto che la setta fu dichiarata illegale e il governo diede ordini di sterminarla. Ma invece diventava sempre più forte da fronteggiare la polizia, i militari e causare loro ingenti perdite di personale e di armi.


Ora i Mungiki hanno fatto diversi passi in avanti alla ricerca di un dominio sempre più ampio e potente. Hanno creato le loro corti in cui giudicano persone, fatti, avvenimenti, emettono giudizi definitivi e infliggono pene severe per rinforzare la loro potenza e il loro fondo economico. Da distruttori di proprietà e uccisori di persone, si camuffano in difensori della legge. Si travestono in investigatori ufficiali, in prosecutori giuridici, in giudici imparziali. Entrano nelle case, nei negozi, nelle agenzie, interrogano e scrutano tutto per poi ritornare come criminali e rubare tutto quello che ha valore. Queste corti sono sparse specialmente nella Provincia Centrale e nella Rift Valley, ove i Mungiki hanno il loro centro di potere. Peter Mboku che è stato giustiziato in una di queste corti, riferisce che fu malmenato, bastonato, e gli ruppero una gamba e un braccio. Ora vive in terrore e passa notti insonni. La più vicina corte per noi è quella di Eastleigh’s Kynyago. La signora Issa Hemed, che risiede in quella zona, la descrive così: “è una struttura fatta di lamiere zingate, costruita su un pezzo di terreno del governo. Questi mimetizzati giudici Mungiki si chiudono in una delle camere ove si svolge la sessione giuridica. Spesso i colpevoli sono bastonati, al punto che gridano disperati e frequentemente gli rompono gambe o braccia, specie se non vogliono o non possono pagare la multa inflitta loro”. Però normalmente queste corti sono situate in luoghi solitari, in case dei capi della setta, case abbandonate, o situate vicino ai fiumi.

Una seconda attività giudiziale è rivolta alle coppie di sposi che si trovano in difficoltà matrimoniali. Uno dei due sposi è un membro della setta, e riporta al gruppo di anziani Mungiki le vere o presunte angherie a cui è sottomesso dallo sposo o anche sposa. Gli anziani hanno sempre avuto un ruolo prominente nella vita e vicende delle tribù, per cui trovano facilmente persone che vanno da loro per un consiglio. In questo modo vengono a conoscere bene la situazione reale della tribù e possono influenzare il loro futuro. Ma gli anziani Mungiki agiscono anche, e vorrei dire, soprattutto per altri motivi. Per conoscere gli umori, le situazioni delle persone con cui convivono ed essere in controllo tramite persone che, pur pagando, hanno ricevuto un favore. Però specialmente gli uomini che sono accusati dalle loro mogli di trattamenti poco umani, risentono queste corti di anziani. Il signor Elija Kimani fu denunciato dalla moglie alla corte. Quando comparve, fu umiliato di fronte agli anziani, fu multato di migliaia di sellini, e fu avvisato che se avesse continuato le sue angherie verso la moglie, gli sarebbe costato molto di più. E lui commenta: “La mia vita è miserabile, perché mia moglie mi può fare qualsiasi cosa, anche picchiarmi, e guai a me se io anche solo alzo la voce, o la ripago con lo stesso trattamento, perché ella mi potrebbe portare alla corte di nuovo ed io non so che cosa potrebbe succedermi!.

Il terzo sviluppo che risale a pochi mesi fa, è la creazione della polizia da parte dei Mungiki. Ora possono dipendere in tutte le loro azioni da un corpo di polizia che li protegge, li guida, li sostiene. Ancora non si conosce bene il numero e la potenza di questo contingente, ma si sa che sono sparsi un po’ ovunque c’è un presidio di Mungiki, e soprattutto quando questi operano in furti, in assalti a negozi, banche ecc. A volte si vede la polizia e i militari del governo inermi di fronte alla forza degli altri, ed anche spettatori di vere rappresaglie ma senza intervenire per ristabilire ordine e difendere gli inermi cittadini. Nonostante tutte le promesse del governo di sradicare questo “cancro” nel paese, la polizia governativa sembra inabile, oppure anche non volenterosa di fermare questa setta. Fra la polizia governativa c’è una grande diversità di vedute circa la presenza, la forza, la determinazione dei Mungiki, e la capacità del governo di schiacciarli. Eric Kiraithe, uno dei capi della polizia governativa, afferma che “c’è la volontà, la determinazione di assicurare ad ogni Keniano la sicurezza da ogni forza ribelle, e da ogni setta non riconosciuta dal governo”. Mentre Kinuthia Mbugua, capo della Polizia Amministrativa, sostiene che “è normalmente molto difficile schiacciare queste bande di criminali. Ma lo è molto di più quando le diverse branche della polizia governativa non collaborano bene, non sono preparate per affrontare questa guerriglia così ben organizzata, e soprattutto il morale è bassissimo, dovuto alle critiche fatte da persone del governo e dai membri del parlamento, alle loro tattiche e reazioni in cui i critici dicono che usano la forza e le armi in modo esagerato e ingiusto. Queste critiche disarmano la polizia più di qualsiasi forza avversaria”.

La gente si chiede: ora che i Mungiki hanno tutte le componenti di un governo normale (territorio, forze poliziesche e militari, corti per amministrare la giustizia, potenza economica,ecc), quale sarà il prossimo passo in questa marcia verso un controllo completo del paese, e un possibile governo dittatoriale? A questo punto si può pensare che il presente governo sia capace di affrontare questa setta e paralizzarla completamente? E se è possibile, perché il governo permette che questa setta conviva con le forze del governo, e che non prepari una strategia per toglierli la possibilità di proseguire la sua marcia verso un controllo del paese stesso? In altre parole, la marcia dei Mungiki per la vittoria sulle forze democratiche del paese è riversibile, o irriversibile?
Ultima modifica il Sabato, 07 Febbraio 2015 21:35

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