Questo stesso binomio tra canto e famiglia ha tessuto la trama del Consolata Festival, un campo di animazione missionaria attraverso il linguaggio della musica, che ha visto riunirsi 3 cori provenienti da diverse Case di Animazione IMC (Vittorio Veneto e Nervesa, Martina Franca, Torino), per portare alla gente un repertorio di canti religiosi da tutto il mondo, attraverso 5 concerti (Cison di Valmarina, Vittorio Veneto, Cansiglio, Villa Pisani a Biadene, ed Asolo).
Per 10 giorni, sessanta persone tra giovani, adulti, coppie, sposi, bambini, seminaristi e padri missionari si sono riuniti a casa Milaico (Nervesa della Battaglia) non soltanto per cantare insieme, ma soprattutto per vivere lo spirito di famiglia.
Tutti i bambini sono diventati fratelli e sorelle, giocando e litigando come solo in famiglia si fa; i “grandi” sono diventati genitori di tutti i bimbi, e ciascuno poteva imboccare o addormentare i figli degli altri; i seminaristi e i padri sono stati con noi, condividendo non solo la preghiera e l’Eucarestia, ma anche l’emozione del palco, le lunghe ore di montaggio, le prove dei volumi e addirittura la grande battaglia finale a gavettoni.
Abbiamo davvero sperimentato lo spirito di famiglia che il Fondatore auspicava e voleva per i suoi missionari!
Certo, cantare e suonare insieme ci ha aiutato in questo processo di comunione; unire la propria voce a quella degli altri, sincronizzare le parole ed il battito di mani, seguire tutti lo stesso direttore, facendosi guidare dal movimento delle sue braccia … tutto questa crea unione.
Ma più di tutto ci ha uniti la missione. La voglia di raccontare la nostra passione alle persone che ci ascoltavano, il desiderio di contagiarle con la nostra stessa gioia, il legame che ciascuno di noi ha con l’Istituto dei Missionari della Consolata, e - attraverso di esso – con l’Allamano … questo ci ha fatto sentire una famiglia, una sola famiglia, la famiglia IMC.
E, si sa, in famiglia … si canta!