Poi continua: “Oggi siamo riuniti per celebrare tre eventi quanto mai significativi per il nostro Istituto. Il primo è la ricorrenza del 19° anniversario della Beatificazione del nostro Fondatore Giuseppe Allamano: fausta ricorrenza che celebriamo con gioia insieme alle Missionarie della Consolata, e che ci stimola a vivere il carisma che ci ha lasciato. Il secondo motivo è la celebrazione dei molti giubilei di Professione e di Sacerdozio dei missionari della nostra Regione: sono numerosi, anche se non tutti presenti: essi commemorano i 25, 50, 60 e 70 anni di Professione e/o di Sacerdozio: a tutti loro va il nostro grazie, la nostra affettuosa ammirazione e il più fervido augurio”. P. Carminati legge quindi i nomi di tutti i giubilari, presenti e assenti, cominciando dal più alto: 70 anni di Sacerdozio di P. Bartolomeo Malaspina, che riceve un cordiale applauso. “Il terzo motivo, continua P. Carminati, è dato dalla conclusione delle celebrazioni centenarie della fondazione della Casa Madre, e questa Eucaristia, presieduta dal nostro Cardinale vuole esprimere il nostro attaccamento alla diocesi di appartenenza del nostro Fondatore e vuole innalzare a Dio, per le mani di Maria Consolata, un inno di lode e di ringraziamento”.
La corale introduce l’assemblea alla celebrazione eucaristica con il canto del Kyrie in gregoriano. Le letture della festa della Beata Vergine del Rosario parlano degli Apostoli radunati nel cenacolo con Maria SS. in attesa dello Spirito Santo e l’angelo Gabriele che porta l’annuncio a Maria.
Sua Eminenza il Cardinale Severino Paletto iniziando la sua omelia “La piccola e timida chiesa raccolta nel cenacolo era eminentemente missionaria. Appena ricevuto lo Spirito Santo quegli uomini timorosi si danno alla diffusione del Vangelo di Gesù. Così hanno fatto i primi missionari della Consolata. La prima casa era diventata incapace di contenerli, così fu costruita questa nel 1909. Dopo cento anni questa è ancora la Casa Madre dei missionari. Cosa vuol dire Casa Madre? Vedo questa ricorrenza come ispiratrice di tre riflessioni che voglio partecipare con voi.
La prima è sull’identità della casa dei Missionari della Consolata. In tutta la diocesi ed anche nella città di Torino, questa è l’identità vostra che vi identifica non solo come luogo topografico, ma soprattutto come spirito ecclesiale: voi siete i missionari.
La seconda riflessione è sulla formazione che tanti Sacerdoti e Fratelli hanno ricevuto in questa casa; formazione soda che li ha sostenuti nel distacco da tutto, anche dalla patria, per salpare i mari e portare il Vangelo in paesi nuovi, in lingue straniere affrontando culture e organizzazioni sociali totalmente diversa dalle nostre.
La terza riflessione sorge dal fatto che vedo qui missionari anziani che dopo una vita in missione ritornano a fare comunione nella Casa Madre, quella casa in cui sono cresciuti missionari, in quella famiglia che li ha formati e che ora li accoglie con gioiosa trepidazione. Molti di essi celebrano il giubileo… fino ai 60 e 70 anni di Sacerdozio missionario. Questa comunione dice che lo spirito di famiglia è ancora vivo”.
Il Cardinale termina la sua tanto gradita omelia con l’augurio che la Vergine Consolata continui a benedire l’Istituto e la Casa Madre.
La festa continua con l’agape fraterna onorata dalla presenza del Sg. Cardinale.