Un evento che va vissuto lontano da festeggiamenti smisurati, cenoni, regali e spese eccessive, ritornando alla sua vera origine: l’ arrivo dell’Amore sulla terra, Gesù Cristo.
I ragazzi hanno partecipato attivamente alla realizzazione del progetto personalizzandolo e arricchendolo, mostrando i loro talenti e capacità da coltivare e maturare insieme.
Nella seconda parte dell’incontro si è passati a un momento di maggiore serietà, dedicato al passato e ai ricordi.
Un detto africano recita: ogni anziano che muore è una biblioteca che brucia.
I nostri “nonni” sono una fonte di sapere unici ed inaspettati. Possiedono una conoscenza che va oltre alle semplici nozioni scolastiche, che hanno come base le esperienze di vita.
Gli anziani sono maestri che hanno tanto da insegnare ma spesso non c’è chi li possa ascoltare.
Per una volta abbiamo voluto cambiare questa realtà diffusa.
Gino Di Prodi, classe 1919, arzillo anziano, testimone e partecipe della Seconda Guerra Mondiale, seduto al centro del salone oratoriale circondato dai familiari e da un pubblico di giovani e meno giovani tutti attenti e, alla fine commossi, ha voluto condividere con noi le sue memorie di soldato.
Ha descritto dettagliatamente le difficoltà e le precarie condizioni di vita dei militari italiani in Grecia, i tradimenti, i gesti eroici e simbolici di ufficiali e soldati semplici, le paure e i pericoli affrontati sul campo di battaglia insieme ai suoi compagni. Ha parlato del momento in cui fu scoperto insieme con alcuni suoi commilitoni dai tedeschi, il rischio di essere fucilati sul posto e poi l’imprigionamento ed il trasferimento su un treno merci verso un campo di concentramento in Germania dove furono costretti ai lavori forzati.
Ma soprattutto ha descritto la violenza, l’orrore e la morte di amici, compagni o di altri prigionieri, vittime della cieca follia umana e dell’odio insensato verso chi è diverso.
Ci ha descritto anche come alla fine riuscì a fuggire, sopravvivendo alla prigionia, travestendosi da contadino riottenendo così la libertà e la possibilità di ricominciare dopo la fine della guerra e di essere testimone di essa per noi.
Queste sono occasioni uniche che cercheremo di riproporre perché permettono ai giovani di conoscere ed imparare la storia direttamente da chi l’ha fatta.