Memorie di Mons. Angelo Cuniberti

Pubblicato in I missionari dicono

III. - VESCOVO IN COLOMBIA

In questa consegna delle Memorie, Mons. Angelo Cuniberti racconta i suoi 17 anni di vita come vescovo Vicario Apostolico di Florencia (Caquetá) Colombia.

E’ una storia di vita. Storia: sono date, fatti e persone che tessono la vita di Mons. Cuniberti. A sua volta questa storia vita si intreccia con altre storie di persone come i Padri Ravera, De Riz, Callone, De Michelis, Rasetto, Viesi, Basilio Cominardi, Mellino, Salateo, Posocco, Massano Carlo, Marini, Kaltenhauser, Mazzaschi, Reali, Mossoni, Motta Angelo, Silvio Vettori, Clovis Audet, Mazzoleni, Garello, Tagliani, Bono … e i sacerdoti diocesani del Caquetá Ortega, Silva, Obed Ramirez, Jaime Velasquez… i quali tutti furono una delle grandi preoccupazioni di Mons. Cuniberti).

1.- MEMBRO DELLA CONFERENZA EPISCOPALE COLOMBIANA (CEC)

Mons. Angelo entrò nel "collegio" o "corpo episcopale" il 21 maggio 1961, quando Papa Giovanni XXIII, lo consacrò a Roma. (1)

Automaticamente, come vescovo in Colombia, entrò anche nella Conferenza Episcopale Colombiana ("giunta dei Vescovi di una nazione” ... Codice Diritto Canonico, 38).

Dalla segreteria generale dell’Episcopato cominciarono a trasmettere comunicazioni, lettere, circolari... Siccome il Segretario Generale era Padre Adalberto Mesa che lo aveva conosciuto quando tutti lo chiamavano P. Lino, continuò a scrivere e inviare la corrispondenza a "Mons. Lino Cuniberti".

Questa Conferenza (C.E.C.) esisteva da mezzo secolo (50 anni abbondanti). Era stata creata nel 1903, ma aveva tenuto la sua prima riunione plenaria solo nel 1906 (dieci anni prima che fosse promulgato il Codice di Diritto Canonico) e si erano realizzati solo venti incontri perché gli statuti stabilivano che si riunisse ogni tre anni. Propriamente la ventesima (XX) del settembre 1960 era stata l'ultima a cui aveva partecipato Mons. Torasso, ritirandosi ancor prima che finisse, a causa del suo stato di salute, per cui neppure riuscì a firmare le due dichiarazioni finali, una sulla "riforma agraria" e l'altra sulla "situazione sociale" datate 21 settembre 1960. Mons. Torasso si sentiva "molto male", ma anche se cercava di non manifestarlo viaggiò, alla guida della sua jeep, fino al Caquetá e da là fu riportato di nuovo a Bogotà "estremamente grave", dove morì il 22 ottobre dello stesso anno. (Cfr. capitolo Torasso)

Entrando nella C.E.C. Mons. Angelo incontrò 15 Vescovi, tra cui i Vicari Apostolici e i Prefetti Apostolici, che, come Prelati Missionari, anche senza avere il carattere episcopale, formavano parte della C.E.C. (li lasciavano fuori dell’Aula ... solo quando si trattava di temi "più delicati" come per esempio l'esame "de promovendis".)

Aveva già conosciuto oltre la metà di questi negli anni di lavoro pastorale vocazionale in Caldas, Bogotá e lungo il rio Magdalena ...

Si preoccupò di conoscere, il più presto possibile gli "sconosciuti". Voleva, infatti, imparare sempre meglio dall'uno e dall'altro, per lo stile e il profilo, ecc. ..., come doveva essere un vescovo "colombiano". Soprattutto dai vicini, come Mons. Gerardo Martínez, Vescovo di Garzón-Neiva, imparò molte cose.

Con i Prelati Missionari, naturalmente, ci fu un maggior contatto (sociale), in particolare attraverso il Comitato di Missioni. E in breve tempo li "fotografò" tutti

Quando Mons. Angelo rinunciò volontariamente alla responsabilità diretta del ministero pastorale e si ritirò da Florencia, la C.E.C. contava con circa 70 membri e Mons. Angelo occupava il posto I7o (nell’ordine di precedenza canonico...)

Da allora ha continuato la lista dei vescovi "dimissionari" che sono invitati all'Assemblea plenaria con voto consultivo ... ecc. (cfr. art. 12 dello Statuto), ma neppure volle ritornare a nessuna riunione, solamente partecipò a qualche concelebrazione.

(1) Un vescovo è costituito membro del Collegio, in virtu’ della consacrazione sacramentale e per la comunione gerarchica con il Capo e i membri del Collegio: cfr. L. G. n. 22 e la Nota previa ... per spiegare ciò che è il "Collegio" ... simile, ma non uguale al Collegio degli Apostoli ... Una realtà organica, che richiede una forma giuridica e che a sua volta è animata dalla carità.

Intorno a questo tema si fecero molte vivacissime discussioni in seno al Concilio. Il Card. Tisserant si chiedeva: "Che cos’è questo?".

2- I PRIMI QUATTRO ANNI DI ADATTAMENTO (1961-1965)

Immediatamente fu inserito nelle Commissioni Episcopali dell'apostolato dei laici e delle missioni.

Iniziò a trattare con confidenza, simpatia e "facezie" Mons. Pablo Correa, presidente della Commissione dell'apostolato dei laici, discutendo, senza molte chiacchere, la "realtà" e la possibilità di un laicato maggiormente apostolico.

Mons. Correa era vescovo di Cucuta dal settembre 1959. Era succeduto a Mons. Luis Pérez Hernández, che a Cúcuta aveva durato soltanto due anni (1957-1959), ma lasciando luminose tracce. Lo stesso aveva fatto anche da ausiliare di Bogotá, visitando le povere parrocchie del Rio Magdalena, dove aveva conosciuto e molto apprezzato i Missionari della Consolata.

Nei primi mesi del 1962 il signor Nunzio, Mons. Paupini, impegna Mons. Angelo a coordinare a Bogotà un corso sull’Azione Cattolica per i Superiori Religiosi e i Direttori delle scuole cattoliche, con conferenze, riflessioni dal 15 al 25 maggio. Gli collaborarono Padre Rafael Sarmiento (che poco dopo sarà nominato vescovo di Ocaña e in seguito di Neiva) P. Sicard S.J., Padre Hector Jaramillo, salesiano (anch’egli posteriormente Prefetto Apostolico dell’Ariari e vescovo di Sincelejo) e altri religiosi.

Quando il 18 Giugno 1962 Mons. Pablo Correa gli insiste perchè partecipi a uno dei tanti incontri, gli rispose gentilmente che assolutamente non poteva, perchè nella stessa data era stata organizzata una riunione del Clero e aggiungendo "... Le manifesto con vera soddisfazione che ho osservato nella lista delle Commissioni inviata dalla Segreteria Generale il mio esonero dalla responsabilità dei laici, rimanendo con la Commissione delle Missioni ... Benedetto sia Dio! Mi creda Eccellenza, glielo dico con tutta sincerità! Accolgo con grande soddisfazione e simpatia l'entrata di Mons. Sarmiento nella suddetta Commissione, perché da quando ci siamo conosciuti e siamo diventati amici (già da dodici anni) l’ho apprezzato moltissimo precisamente per la sua preparazione e la generosa dedizione in questo settore apostolico, soprattutto dell’Azione Cattolica".

Negli anni successivi Mons. Angelo sarà di nuovo incluso nella stessa Commissione dell’Apostolato dei Laici e in altre come quella di Catechesi presieduta dall’amico Mons. Gabriel Calderón con cui collaborò per studiare il nuovo catechismo.

La stessa cosa con la Commissione della Caritas o Assistenza sociale, presieduta da Mons. Augusto Trujillo (un altro amico), e poi da Mons. Alberto Uribe Urdaneta, i due ben conosciuti fin dal tempo dell’Apostolica di S. Felix (Caldas); con tutti loro e con Mons. Vásquez (Vescovo di Espinal), Mons. Escobar (Vescovo di Santa Fe de Antioquia) e Mons. Forero (vescovo di S. Marta) si era cercato di cercare e trovare l'approccio "di non favorire l'accattonaggio e non snaturare la pastorale " ... erano infatti gli anni degli aiuti di latte in polvere e olio donato dagli USA ecc. (in un altro capitolo si svilupperà questo tema).

Posteriormente il suo nome sarà incluso anche nella commissione di "famiglia".

Mons. Angelo, nonostante le numerose preoccupazioni del suo Vicariato Apostolico del Caquetá, che prendeva sul serio, si applicava tuttavia a studiare soluzioni e nuove linee per i problemi di carattere nazionale, anche se non avesse partecipato alle "numerose riunioni e incontri" ... perché, già da allora considerava eccessive e dannose, perché gli sottraevano troppo tempo di cui un Vescovo deve dedicare alla sua Chiesa particolare. Sosteneva con tutti questo principio "se la Chiesa particolare non è viva e vitale, non può contribuire alla vitalità della Chiesa universale, … sarebbe come un fantasma ...: apparenza senza realtà !! (1)

Altrove, in queste memorie, sono raccolti i testi dei messaggi dei membri della CEC, che mostrano l'apprezzamento, l’ammirazione, la gratitudine per il lavoro di Mons. Angel in seno alla CEC.

Raccogliamo qui alcuni interventi più tipici riguardanti i suoi interventi "... rammarico profondamente l'assenza del Vicario Apostolico di Florencia, anche se era uno dei meno assidui alle riunioni, più amante della foresta e dei “colonos” che delle riflessioni della città e delle elucubrazioni ecclesiastiche. Nelle nostre assemblee ascoltavamo sempre rispettosamente la sua voce autorevole, franca, chiara, che proveniva dall’esperienza" (Mons. Jaramillo, Vescovo di Sincelejo).

" ... Ho ammirato in Lei l'opportunità in tutto ciò che dice, il realismo con cui affronta i problemi, con senso di chiesa molto pratico e non senza umorismo e soprattutto un instancabile spirito missionario e di religioso molto impegnato con un ideale .

Nei suoi messaggi appare sempre una personalità definita, che dice molto in poche parole (Mons. Carlos Ruiseco, Arcivescovo di Cartagena)

(1) In altre note trascrive le parole di Paolo VI ai vescovi europei “Ogni pratica della collegialità serve alla causa della universalità della Chiesa. Ciò non ci allontana mai dalla responsabilità affidata direttamente ad ognuno.”

"Un vescovo è ugualmente pastore della sua diocesi e membro del Collegio Episcopale ... ma un vescovo dovrebbe essere giudicato da quello che sa svolgere nella sua diocesi e non per altre attività extra ... anche se costretto a due servizi, senza opposizione ... ma ...”

Erano gli anni del Concilio Vaticano II (in seguito si amplieranno alcuni commenti al riguardo). Si favorivano gli incontri tra i Vescovi, sia nel paese (dovuto al fatto di confrontare e studiare i testi conciliari, i documenti, ecc.) come in riunioni dentro e fuori dell’Aula Conciliare con un numero sempre maggiore di commissioni e inter commissioni.

Si intensificavano le iniziative dei Prelati Missionari (Comitato di Missioni) e i rapporti con i Presidenti della Conferenza Episcopale, anzitutto con il Card. Luis Concha e poi Mons. Anibal Muñoz Duque che aveva lavorato per diversi anni come Pro-Presidente.

Fu precisamente nel 1964, durante la terza fase del Concilio, quando Mons. Muñoz Duque delegò Mons. Angelo per rappresentare la Conferenza Episcopale Colombiana nella riunione degli esponenti di diversi paesi, per decidere il destino del decreto sulle Missioni (cfr. Concilio Ecumenico).

Erano anni in cui il paese era agitato da molti problemi. Il Card. Concha chiedeva al Ministro dell'istruzione Dottor Jaime Posada una presenza più effettiva ed efficace della Chiesa nell’Università ... mentre all’Università Nazionale era presente il Padre Camilo Torres, che accompagnava il Dr. Fals Borda, preside della Facoltà di Sociologia, e che seguiva i movimenti degli universitari ... verso il "cambiamento".

Si agitava pure il clero di diverse tendenze, con incontri caratteristici, come per esempio quello di Suescun ... Una quarantina di sacerdoti, molto preparati ... tra cui alcuni che saranno in seguito vescovi (Revollo, Rubiano, Ardila...), (due di essi: Revollo e Rubiano eletti Cardinali).

Nelle sue note scrive Mons. Angelo (20 maggio 1964 a Garzón ): "Ho incontrato P. Ardila di San Gil ... e in tono scherzoso gli chiesi: "Ehi, come è la questione della "ribellione?" Ha capito male e ho dovuto spiegargli che tra i vescovi non c'era questa impressione, ma piuttosto simpatia per queste nuove correnti di pensiero e di sacerdoti preparati e seri.

Mi rispose che, il primo giorno, aveva dovuto presiedere la Messa in cui il vangelo parlava del "servizio": colui che è più in alto, deve servire. Gli dissi: "mentre non raggiungiamo il comune denominatore: il “servizio”, non faremo nulla e neppure ci sarà comprensione tra noi; in questo punto è riassunto il messaggio di Papa Giovanni XXIII, il punto cruciale del rinnovamento".

Si verificavano cambiamenti anche nelle diocesi e all'interno della CEC.

Nel 1962, durante un incontro episcopale al palazzo del Cardinale, Mons. Angelo si sedette accanto a Mons. Pied (Prefetto Apostolico del Vichada). A un certo punto, verso le 5 del pomeriggio gli disse "Non mi sento molto bene ... e l’argomento che si sta trattando non è di grande importanza. Mi ritiro a casa mia ... e domani mi riferirà che cos’altro si è trattato. "

Ha avuto il tempo di raggiungere la casa dei Padri Monfortiani e dopo un’ora spirava! Fu sostituito da Mons. Cuypers (olandese) ... ma per pochi anni, anch’egli si ritirò. Mons. Cuypers ha continuato a lavorare come semplice missionario in quelle stesse terre del Vichada al servizio delle persone con lo stesso dinamismo e interesse di sempre.

Erano stati buoni amici e sperimentavano gli stessi sentimenti di reazione a tanto "parlare" di fronte a pochi fatti. (Nel 1979 gli scriverà Mons. Angelo riferendosi a un articolo sulla stampa, "Monsignore non ha nessuno che gli scriva").

Un altro olandese, Mons. Bruls, vescovo di Villavicencio, diceva a Mons. Angelo che si stava preparando a lasciare la diocesi nelle mani di un colombiano e perciò aveva preparato i tempi perchè fosse consacrato come suo vescovo ausiliare, Mons. Garavito, l’11 febbraio 1962

Nel 1963 due nuovi vescovi amici di Mons. Angelo: Mons. Sarmiento (6 gennaio) e Mons. Uribe Jaramillo (4 agosto). Con quest'ultimo si erano conosciuti a Sonsón, dove era parroco, mentre l’allora P. Lino andava per le campagne vocazionali incontrando la migliore accoglienza (1954)

Nel frattempo si ritirava da Garzón Mons. Martínez il quale diceva a Mons. Angelo che dopo 20 anni di episcopato “tra doppiezze e ipocrisia di una certa parte del clero, preferiva ritirarsi a Medellin, la sua terra.” Lo sostituì Mons. Pimiento (Maggio 1964) che prese possesso della Diocesi il 26 di quello stesso mese, con molti festeggiamenti ai quali partecipò anche Mons. Angelo.

Pochi mesi dopo altri festeggiamenti in Neiva quando Mons. Pimiento prese possesso di quella "concattedrale", passo preparatorio per diventare diocesi indipendente. Mons. Angelo avvertì Mons. Rómulo Trujillo, parroco e grande amico, che non poteva accettare l’invito.

Nell’agosto del 1964 veniva consacrato vescovo di Duitama Mons. Julio Franco A. molto conosciuto da Mons. Angelo a Manizales, a San Felix, ecc.

il 27 gennaio 1965 prendeva possesso della recente creata diocesi di Ipiales Mons. Arteaga, un paisa e buon amico, che si era preparato, come ausiliare di Popayán dal 1962.

In Casanare, febbraio, morì Mons. Balisa che venne sostituito da Mons. Arturo Salazar.

In seguito ai problemi sorti nel 1963-1964 tra ufficiali della base navale di Puerto Leguizamo con P. Vespertini il quale coraggiosamente difendeva i diritti dei civili, Mons. Angelo intervenne personalmente con il Card. Concha (Vicario Castrense) che molto apprezzava, dichiarando, con molti rispetto e serenità, ma anche con fermezza, che il Padre non era un cappellano militare, non dipendeva dall’autorità ecclesiastica castrense, ma dalla Curia di Florencia e che, nonostante le minacce e le pressioni, non lo avrebbe rimosso per nessuna ragione, ma che piuttosto potevano rimuovere lui stesso (cfr. cap. Puerto Leguizamo).

Il 6 giugno 1964 moriva in Italia il papà di Mons. Angelo e in quell'occasione ricevette numerosi messaggi di cordoglio da vari dei vescovi amici.

- LA XXI ASSEMBLEA PLENARIA DELLA CEC.

Durante il 1965 sorsero molti conflitti tra il Presidente della CEC (Mons. Muñoz Duque) e il presidente del Comitato di Missioni (Comité Misional), Mons. Angelo. Auspicano che si possa raggiungere una maggiore unità e collaborazione, (cfr. Capitolo Comitato di Missioni).

Su richiesta di Mons Muñoz D. (15 aprile) per dare una opinione riguardo un organismo romano per l’Apostolato dei Laici, si leggono queste note di Mons. Angelo: "... troppa burocrazia: molta apparenza: organigrammi che ripetono lo stesso scopo, prendendo differenti sigle, cartelli, ecc. ma con poca coordinazione, poca effettività, bassa incidenza (come avviene nel campo civile, purtroppo) ...

Un'altra lettera di Mons. Muñoz D. a fine di aprile (29) riguardo diversi punti: liturgia, Celam e, chiedendo anche un concetto sulla figura di Mons. Larraín (Presidente del CELAM), Mons. Angelo gli risponde a viva voce, esprimendo la sua perplessità sul Celam e la sua simpatia per Mons. Larraín.

Infine, nel luglio 1965, dopo tante riunioni dell’episcopato, si celebra un’Assemblea Plenaria della CEC. E' la ventunesima della serie.

Con voto unanime i vescovi scelgono Mons. Angelo e Mons. Julio Franco A. per il lavoro di segretari. Arduo compito. Devono lavorare sodo, giorno e notte, per preparare puntualmente le minute di ogni sessione da sottoporre all'esame e all'approvazione dell'Assemblea. C’è molta esigenza in quanto al contenuto, al modo di esprimere e allo stile “castigliano”! Non si utilizza il registratore, ma tutto ciò che accade e ciò che viene detto, deve essere captato e trascritto in minuta per poi passarlo in bella copia. Ogni giorni dalle 9:00 alle 12:30 e dalle 15:00 alle 19:00.

Si sta discutendo il progetti dello statuto della Conferenza Episcopale. Quando si giunge all’articolo 24, che diventerà poi l'articolo 30, sulla composizione del Comitato Permanente dei Metropolitani, si apre una vivacissima discussione sull’introdurre o meno il Presidente del Comitato di Missioni.

Mons. Muñoz apre il dibattito dichiarandosi apertamente contrario. Non dice chiaramente il motivo della sua opposizione, ma lascia intravvedere la sua perplessità di ammettere con i metropolitani un'altra figura che in futuro potrebbe essere uno "straniero" dentro i segreti del Comitato Permanente.

Mons. Roig Villalba di Valledupar, molto buono e molto santo, ma sempre incline a dar ragione al Pro - Presidente, perchè così, riconosce immediatamente che Mons. Muñoz D. ha ragione. Non c'è bisogno che i missionari abbiano una presenza specifica nel Comitato Permanente. Lo asseconda Mons. Giraldo (Pasto) aggiungendo che è meglio non aumentare il numero dei membri del Comitato Permanente per garantire snellezza e agilità.

Mons. Angel sta febbrilmente annotando tutto ciò che viene detto in aula, come segretario. Ma ad un certo non resiste più ... e chiede di parlare. Spiega che, anche se potrebbe sembrare sufficiente che ogni giurisdizione missionaria, unendosi alla rispettiva provincia ecclesiastica, potrebbe far conoscere le proprie difficoltà attraverso il rispettivo Arcivescovo Metropolita, tuttavia risultano di fatto nell’insieme del paese, vari problemi che richiedono un contatto più immediato con il Comitato Permanente. Quindi aggiunge: "Non sto difendendo questa tesi perché occupi in questo momento la carica di Presidente del Comitato di Missioni, ma guardando al futuro ... e per essere più chiaro, vi assicuro che l'anno prossimo, a Dio piacendo, lascerò questa responsabilità e certamente mi succederà un presidente colombiano".

Seguono gli interventi e si scalda l’atmosfera. Termina la discussione in corso e si sottomette a votazione l'articolo 24 che viene approvato, quasi all'unanimità. Da allora il presidente del Comitato di Missioni partecipa alle riunioni del Comitato Permanente e firma qualsiasi dichiarazione insieme agli Arcivescovi Metropoliti. L'approvazione definitiva dello Statuto da parte di Roma (11 marzo 1978) conserva intatto questo articolo. I presidenti del Comitato di Missioni (...) tutti colombiani: Salazar, Mantilla, Correa, Serna ...

Nella stessa assemblea viene esaminato un rapporto confidenziale (preparato da P. Castrillon e collaboratori) sulla situazione nel paese. Mons. Angelo sottolinea: "... lamenti sterili, denunce inconcludenti, eccessiva burocrazia ... Gli eterni ottimisti giudicano la dichiarazione come troppo pessimista ... così come andiamo ... non andiamo così male!" Raccoglie invece un'espressione di Mons. Muñoz D. "come molto interessante" il paese vuole facce nuove!! "Il Presidente G. Valencia chiede un incontro con i vescovi: si evita il problema con una commissione. Alcune discussioni sull’Azione Cattolica, che Mons. Angelo definisce "pure disquisizioni" ... Parlando della situazione dei lavoratori, del mondo del lavoro, qualcuno osserva che la UTC è scappata dalle mani della Gerarchia ...

Mons. angelo annota "un grido di avvertimento ... che cade nel deserto". Si sentono opinioni diverse sugli atteggiamenti di P. Vicente Andrade, responsabile di questo settore. Molto buona volontà ... molta retta intenzione ... ma ... il Card. Concha a un certo punto si manifesta di essere perplesso di fronte a questo "coordinamento sociale". Mons. Zambrano offre alcune spiegazioni.

Sorgono nuovi commenti sul caso di P. Camilo Torres e la sociologa Cristina Salazar. Padre Bigo, SJ, spiega la situazione sociale ... l'atteggiamento di P. Torres ecc. Si incontrano nuovamente i vescovi a Roma (settembre 1965), per l'ultima tappa del Concilio. Il 28 settembre si presenta alla riunione P. Vicente Andrade per informare sulla problematica sociale del paese e su P. Camilo Torres, già ridotto allo stato laicale. (Si prevedono cose molto gravi. Nel mese di febbraio (15) del 1966 sarà la morte di Padre Camilo!).

Nell’ottica delle discussioni sulla "Chiesa dei poveri" i vescovi colombiani discutono sull’aspetto chiesa-ricchezza. Pensano sopprime il lusso negli edifici, i vestiti, le strutture, i sistemi... e di ripensare l'intero aspetto economico - adrninistrativo delle diocesi .

Altri incontri, il 12 ottobre, il 17 novembre sul tema della pastorale familiare; attenzione alle case-famiglia intervengono gli sposi Isaza e signora (cfr. Cap. Concilio Ecumenico).

  1. NOTE DOPO IL CONCILIO

I numerosi eventi e le ricorrenze del Concilio Ecumenico si commenteranno più avanti.

... Dopo la riunione del 17 novembre in cui si era anche commentato la lettera che Padre Gerard SJ aveva rivolto a P. Briceño sugli studenti colombiani a Parigi, riferendosi alla riunione dei giovani a Taizé, tra vescovi e studenti di America Latina, senza la presenza di nessun vescovo colombiano ... i prelati della Colombia parteciparono il 23 novembre all'udienza di papa Paolo VI. Era la commemorazione del 10° anniversario del Celam con tutto l’episcopato latinoamericano.

Si incontrarono di nuovo per l'ultima volta il 3 dicembre presso la casa delle Cappuccine di Via Cassia, con il cardinale Concha ... Ci fu un pranzo di festa per poi proseguire con diverse discussioni sull'applicazione del Concilio ritornando alle loro rispettive sedi.

Mons. Angelo assieme ad altri vescovi amici visitarono per l’ultima volta Mons. Gonzales molto malato. Più tardi, nella biografia di P. J. Botero si leggerà alla pagina 406 "Il suo letto era una cattedra di spiritualità per l’episcopato colombiano..." Di quell’incontro si descrisse quando si parlò di Mons. Valencia.

Il 4 gennaio 1966 Mons. Juan Manuel Gonzales morì in un ospedale di Roma.

Raggiunse Colombia in aereo accompagnato da Padre Rodrigo Lopez, suo grande amico. Nella cappella dell'aeroporto El Dorado in forma "discreta" celebrò Mons. Ruben Isaza, vescovo coadiutore di Bogota’, tra una totale indifferenza nella capitale (personalità e media!)

Quest’incontro di Mons. Isaza con il compianto Mons. Gonzales fece riflettere molto Mons. Angelo su "vicende parallele" che aveva vissuto l’uno e che l’altro stava vivendo nelle "lotte della Curia...". In questa biografia, a pagina 105, si trova una descrizione drammatica "... ira, invidia, tradimento, calunnia, ricerche ... conciliaboli di sacerdoti che Mons. Gonzales poi benediceva... anche se di fronte alla falsità ... sentisse molta tristezza...". Lo portarono a Medellín dove fu tributata un’apoteosica recezione ai suoi resti mortali.

Nella cattedrale celebrò Mons. Tulio Botero, accompagnato da dodici vescovi, il Presidente della Repubblica G.L. Valencia, il governatore Arizmendi Posada. P. Juan Botero affermò tra altre verità: "...tra i colombiani della sua generazione nessuno l’ha superato. Uomini della sua dimensione spirituale li produce la patria solo in ritardo ... e si dovranno attendere molti anni per la rinascita di qualcuno simile..."

La sepoltura definitiva si effettuò nella sua terra natale, Rionegro. Con voce recitante Rodrigo Correa P. proclamò una poesia di Jorge Robledo Ortiz "prega tu per Colombia" e il dottor Valencia, il presidente, gli fece il più alto elogio "... si concludeva la storia terrena di un altro membro della Conferenza Episcopale Colombiana.

Negli ultimi giorni del Concilio Mons. Botero, arcivescovo di Medellín, che scherzava continuamente con Mons. Angelo, gli aveva chiesto, prima di tornare in Colombia, che si interessasse attraverso quelle istituzioni esistenti in Italia per studiare la genealogia del cognome, per sapere qualcosa circa il tuo cognome "Botero". "è una pura curiosità, niente di più ...".

Mons. Angelo trasmise la richiesta a P. Piovano, dei Missionari della Consolata e questi gli inviò un’informazione completa all'inizio di febbraio 1966.

Mons. Angelo la inviò a Mons. Botero scrivendogli "... potrà vedere, quante cose si dicono e si raccontato dei “Boteros”! Anche la lettura di queste pagine le offrirà un momento di distrazione per rilassarsi un po' in questa problematica postconciliare."!

Da Medellin, in data 3 marzo, risponde Mons. Tulio Botero "...ringraziando... mi sono intrattenuto molto a scoprire la vera origine del cognome e mi riempie di soddisfazione sentirmi “piemontese” perché di quella terra fertile anche Virgilio avrebbe potuto dire "Salve magna parens frugum / saturrima tellus / magna virum!”

Sia chiaro che non siamo di sangue blu, e quello dello "stemma" è pura presunzione e siccome in quest’epoca di democrazia e di proletariato questi ornamenti stonano, ci contenteremo con il tradizionale e molto giudizioso "vita et moribus nobilitatur homo". La fine non può essere più pittoresco "vendant bonas et legales ..." Le chiedo il favore di trasmettere la mia gratitudine all’erudito e servizievole P. Piovano. Mi creda sempre suo affezionatissimo fratello e amico. + Tulio Botero Salazar, arcivescovo di Medellin

 

  1. 1966: INCOMINCIA IL POST CONCILIO

I Vescovi erano tornati da Roma al paese con la chiara idea che iniziava il compito di applicare il Concilio alla realtà colombiana.

Il Concilio obbliga e sollecita ... Nel mese di gennaio fecero uno studio del progetto di dichiarazione dell'episcopato sui problemi socio - economici, traffico d'influenze, guadagni e prezzi, speculazione, evasione fiscale, corruzione ("serrucho"), contrabbando, ecc.

 

Il 10 gennaio 1966 Mons. Angelo scrive a Mons. Muñoz D. accompagnando "l’agenda provvisoria" per la prossima riunione dei Prelati Missionari, ringraziandolo per l'interesse e l'entusiasmo con cui ha seguito le iniziative dei Missionari. Dopo quest’incontro gli riferisce di nuovo sui risultati: "Sono stati studiati i nuovi statuti modellati conformati a quelli della CEC. E’ stata segnalata la necessità di un maggior coordinamento con la CEC ed è stato sottolineato l'atteggiamento di simpatia e di sostegno del suo Presidente..." (marzo 1966). Nel frattempo, nel paese si stava vivendo una situazione difficile...

Il 15 febbraio veniva ucciso il padre Camilo Torres ... e l'episodio si ripercosse in molte manifestazioni in varie regioni del paese ...

Il 24-26 aprile 1966 Mons. Angelo deve partecipate come presidente della Commissione delle Missioni alla riunione di tutti i presidenti di commissioni episcopali.

Troppe commissioni! Dicono che non si possono ridurre: ciò che si può fare è cercare di renderle più efficaci ... Integrazione delle commissioni. Non possono legiferare ... Solo l'Assemblea, in quanto tale, può ... Errori che stanno penetrando riguardo l'autorità ecclesiastica, sui dogmi ... Deviazioni sacerdotali: caso P. Camilo ... P. Olaya, P. Pérez, P. Amaya ...

Maria Cristina Salazar dirige la rivista “Inquietudes” (preoccupazioni). In memoria di P. Camilo ... infiltrazioni marxiste nell’istruzione e nel campo sociale ... crisi matrimoniali … pornografia che danno nausea e tristezza… ecc. ecc… Molti temi e problemi.

Quando si abborda il tema "Missioni", Mons. Muñoz Duque, quasi ex - abrupto, manifesta che gli sembra che i missionari siano un po' sospettosi... che ci dovrebbe essere più coordinamento e ritorna al punto algido "la figura del Presidente del Comitato di Missioni in seno al Comitato dei Metropolitani.

Mons. Angelo capta la ragione per cui a Mons. Muñoz Duque non piace questa presenza, ma preferisce schivare "diplomaticamente" quel tema scottante e risponde con calma, dimostrando, con otto punti come i missionari hanno il loro collegamento con la CEC e infine invita Mons. Muñoz a presiedere la riunione dei Prelati missionari del prossimo mese di luglio per manifestare più concretamente le sue opinioni a tutti.

Gli otto punti si riferiscono a molte iniziative che tutti i Presidenti accettano e suggeriscono che si trasformino in proposte da sottomettere al voto durante l’Assemblea della CEC.

In maggio si celebra a Bogotà il Primo Congresso Nazionale di Territori Nazionali e Mons. Angelo deve intervenire (cfr capitolo Comité Misional). Informerà posteriormente con maggiori dettagli Mons. Muñoz Duque sulle occorrenze del Congresso, in particolare la presentazione sui "protestanti".

Nel sondaggio sull’abito sacerdotale Mons. Angelo risponde a Mons. Alfredo Rubio (Giugno 30 1966): il clero dice no alla tonsura e riguardo all’abito chiede il clergyman mentre che il popolo manifesta la sua simpatia per la tonaca ....

  1. PAROLE CHIARE DI PAOLO VI: LA XXII ASSEMBLEA

 

Mons. Angelo fu felice quando poté leggere la lettera che Papa Paolo VI aveva scritto ai vescovi della Colombia (31 maggio 1966) in vista della prossima Assemblea, che sarebbe stata la prima dopo il Concilio Ecumenico ...

Bisogna studiare per portare alla pratica le direttive conciliari con saggezza, ma senza paura o procrastinazione. Tra queste ricordiamo quelle di carattere sociale ...

Non basta ricordare la dottrina sociale e insegnarla in astratto, ma si deve tradurle in norme concrete di azione (cfr. le parole al Celam, 23 novembre 1965) e come recentemente ricordavamo nella commemorazione del 75° anniversario della Rerum Novarum, la Chiesa non ha avuto paura di scendere dal suo ambito (religioso) alle specifiche condizioni della vita sociale, mossa dai rapidi e profondi cambiamenti nella società... I nostri insegnamenti e realizzazioni per risolvere i problemi umani del momento presente , potrebbero anche servire come uno stimolo efficace per i responsabili cosa pubblica..."

Mons. Angelo commenta "speriamo che la CEC incominci a muoversi in questa direzione... "

Negli stessi giorni della XXIIa Assemblea Episcopale i Prelati missionari si incontrano e nuovamente scelgono come presidente Mons. Angelo, ma egli assolutamente non accetta (cfr. Comitato di Missioni).

Da cio’ alcuni rimproveri di Mons. Muñoz Duque (!) e Mons. Paupini. Mons. Angelo tuttavia si sente sempre più libero e soddisfatto di aver lasciato questa carica su spalle colombiane... Non mancano aspetti negativi in quell’Assemblea che si svolge nel Palazzo del Cardinale, in cui si respira un'atmosfera de perplessità, paure , ansie ...

Ci sono discussioni sull’identità sacerdotale…, crisi di vari sacerdoti…, il caso del Padre Camilo è rimasto acqua passata ... ma le conseguenze si ripercuotono.

Un progetto pastorale di avanzata, presentato da Mons. Isaza (coadiutore con diritto di successione) non piace ad alcuni ... per esempio allo stesso Card. Concha ...

Annota Mons. Angelo "Nell'Assemblea ci sono momenti, come punti morti ... Quando la "prudenza" (che è paura!) suggerisce a uno che "è meglio stare zitto"... ma ciò rasenta con la viltà. Ciò che è certo: alcuni vescovi hanno paura del pro - presidente, mons. Muñoz ... ma gli fanno buon viso .... "

Ci sono interventi drammatici e commoventi di Mons. Builes e Mons. De Brigard per difendere la "veste sacerdotale" ...

Ma nei tempi liberi e in quello che sono definiti "spazi fuori protocollo", i Vescovi fraternizzano, si comunicano le proprie esperienze e impressioni, essi vibrano meglio nella sintonia di sentirsi veri fratelli.

Si trasmette a tutti i cattolici un messaggio della XXIII Assemblea Episcopale: "La Chiesa che tutti dobbiamo costruire". Mons. Angelo spiegherà questo messaggio ai fedeli della nuova parrocchia della Consolata a Medellin, quando il mese successivo benedirà la prima pietra del nuovo tempio.

Tra tanti altri punti i vescovi sono d'accordo che si dovrebbe accelerare il processo di beatificazione di Mons. Perdomo, Arcivescovo di Bogotá. Mons. Angelo scrive anche al Papa aggiungendo i molti motivi di gratitudine dei Missionari della Consolata per Mons. Perdomo per averli chiamati a Colombia.

 

Mons. Angelo rientra a Florencia in compagnia di Mons. Rivera, Vescovo di Socorro S. Gil, un caro amico, che si reca a conoscere il Caquetá e introduce la settimana di convivenza religiosa che era stata programmata per tutte le missionarie del Vicariato ...

Il 24 luglio Mons. Angelo partecipa alla consacrazione episcopale di Mons. Felix Torres a Garzón, un altro buon amico, che andrà a sostituire Mons. Builes a Santa Rosa de Osos.

Il 31 saluta Mons. Lecumberri che sostituisce a Tumaco il compianto Mons. Irizar.

 

  1. SI SOSPENDE "EL CATOLICISMO"

 

Il card. Luis Concha il 9 settembre 1966 ordinò sospendere la pubblicazione di "El Catolicismo", diretto dai sacerdoti P. Mario Revollo e P. Hernan Jimenez Arango. Perché?

  1. a) nonostante l'avvertimento che appare sul giornale che "non è organo ufficiale o ufficioso della Curia, né impegna il pensiero dell'arcivescovo di Bogotà" il pubblico continua ancora con l'impressione che il giornale sia organo della Curia;
  2. b) che l'Arcivescovo non è d'accordo con l'orientamento attuale del giornale;
  3. c) che a suo parere “El Catolicismo” sta causando danno ai cattolici ...

Fu chiesto al P. Revollo "Che cosa sente come giornalista?" “Non chiedetemi cosa sento come giornalista, chiedetemi solo quello che sento! Una assoluta e totale tranquillità, perché ho agito secondo la mia coscienza!".

Nell'ultima edizione dell'8 settembre appariva un editoriale “La Chiesa e lo sviluppo: un impegno richiesto con urgenza dal Concilio”. Appariva pure un breve commento riguardo un incontro di “preghiera comune” tra cattolici, anglicani ed ebrei, accompagnati da Mons. Ruben Isaza ... Altri articoli, come per esempio, "Chi governa la Colombia?" del 1° settembre.

La situazione del clero di Bogotà riguardante la Curia si è ulteriormente agitata a seguito di tale provvedimento del Cardinale.

Il 19 settembre i sacerdoti dirigono una lettera al Card. Concha. I quotidiani del 28 gli danno il massimo rilievo. In prima pagina di “El Tiempo” un grande titolo "95 sacerdoti chiedono che il Cardinale dia un chiaro orientamento" ... Chiarezza riguardo ai mandati del Concilio per evitare atteggiamenti ambigui ... Denunciano una campagna contro Mons. Isaza ..." "E’ stato detto che Mons. Isaza ha tradito V.Em. e ha diviso il clero, per essersi messo alla testa di un gruppo di sacerdoti ... I sottoscritti siamo testimoni della devozione, affetto e fedeltà di Mons. Isaza a Vostra Eminenza. ...

Allo stesso tempo vogliamo testimoniare l’ammirazione dei fedeli per lui e per l’impronta che ha lasciato nella nostra vita sacerdotale la sua carità e la sua dedizione.

Nel frattempo il Card. Concha nominava un nuovo direttore di “El Catolicismo” un laico, il giornalista Humberto Arbelaez, con la consulenza di Padre Luis Montalvo e Fernando Henao (27 settembre).

Mons. Angelo, allo stesso modo, mentre continuava adempiendo il suo intenso programma di visite pastorali quando ritornava a Florencia seguiva con particolare interesse le controversie “bogotane”, dal momento che le persone "protagoniste" erano tutte ben conosciute e apprezzate da lui ...

Il 29 settembre Padre Alfonso López Trujillo scriveva al direttore del programma radiale "Riepilogo" una lettera esplicativa in cui affermava di non essere stato coinvolto in nessuna controversia... e contribuiva a interpretare correttamente la lettera dei sacerdoti all’Arcivescovo ...

Il 14 ottobre una dichiarazione dello stesso Mons. Isaza reiterava i suoi nobili sentimenti di rispetto, venerazione, obbedienza e insisteva che si calmassero le manifestazioni, come la lettera (?) di Ottobre (19 settembre) che vari sacerdoti avevano scritto a tutto il clero per chiarire i punti connessi alla sua persona ...

Anche il gruppo chiamato "Suescun" pubblicava sui giornali le sue chiare posizioni e firmavano "Joaquín Castro G., Jaime Diaz, Hernan Jimenez, Noel Olaya, Ramon Perez, Mario Revollo, Bernardo Sánchez, Francisco E. Tamayo ...

Mentre i superiori del seminario protestavano per certe insinuazioni e ripetevano che solo con l'obbedienza sincera alla gerarchia, in un dialogo umile e caritatevole, si sarebbero superate queste difficoltà..." Firmavano Alfredo P. Morin ... Alfonso López Trujillo, Ricardo Mejía, Alvaro Fandiño ecc.

Anche i laici entrarono nel dibattito. L’ex presidente Eduardo Santos, scrive una lettera aperta al cardinale Concha rinnovando il suo rispetto, gratitudine e ammirazione per la sua esemplare vita evangelica... Alcuni censurano chiesa per inerzia, altri per precipitazione...

Anche la stampa internazionale pubblica articoli sulla "crisi della Chiesa di Colombia". Il Card. Concha, invia, a proprie spese, a tutti i vescovi fotocopia di quanto si pubblica all'estero! ...

 

  1. GIUBILEO D'ORO DURANTE LA CRISI

 

La penosa situazione che si viveva nella Curia di Bogotá e tra il clero dell'arcidiocesi radicava in molteplici cause ... Un certo disagio o insicurezza che si era diffusa in tutto il mondo, disorientando il clero, soprattutto dovuto ad alcune tendenze emerse intorno e con il pretesto del Concilio Ecumenico ... le debolezze e le carenze di alcuni sacerdoti che si schermavano in alcune forme di ribellione disciplinare ecc ... Ma a Bogotá la situazione peggiorava a causa della salute e dell'età del Card. Concha, che praticamente si trovava come emarginato dalla vita diocesana ... Un gruppo di "curialisti" dominava la situazione ...

Lo capeggiava (Mons. Carlos Vargas Umaña), il tesoriere generale, il quale occupava anche altri incarichi di carattere amministrativo, per esempio era anche presidente del consiglio della giunta della “Beneficiencia de Cundinamarca”. Qualcuno diceva di lui, "E' un grande mediatore, ma un pessimo amministratore".

Gli si attribuiva anche le dimissioni di P. Ernesto Umaña de Brigard (un altro amico di Mons. Angelo, fin dal suo arrivo al paese ...) il quale, come cancelliere, aveva firmato alcuni provvedimenti che il clero "progressista" considerava di vitale importanza per l'azione pastorale postconciliare ... ma l'arcivescovo, di ritorno da Roma, li aveva revocati. I sacerdoti e i laici cattolici chiedevano una rapida attuazione delle nuove norme ispirate al Concilio e una migliore gestione economica ... Mons. Isaza si incontrava tra la spada e la parete

Tutti i vescovi erano a conoscenza di questa crisi di Bogotà ma, come la stampa diceva, "c'era un tacito accordo per lasciare che la Provvidenza e Roma definissero la situazione". Il card. Concha aveva già preparato le sue dimissioni, ma poi, sempre su richiesta dei suoi consiglieri, aveva desistito perché gli consigliavano che era meglio aspettare fin dopo il Congresso Eucaristico Internazionale ...

Mons. Ruben Isaza commentava a Mons. Angelo tutta una serie di avventure, come un "calvario spirituale" giungendo persino al punto di vedersi cambiare la serratura della porta del suo studio privato, gli sembrava "rivivere" i tempi di Mons. Juan Manuel Gonzales.

Aveva chiesto il suo ritiro, ma come pronosticavano i giornali, Roma l’aveva già designato per l'archidiocesi di Cartagena accompagnando l’anziano Mons. Ignacio López, con diritto di successione... Come effettivamente successe.

In ogni caso, ci fu una riunione di vescovi, alla fine di ottobre, per approvare ed emettere un messaggio pastorale per il Congresso Eucaristico Internazionale e celebrare con eventi speciali i 50 anni di sacerdozio del Card. Concha.

Mons . Angelo si trasferì a Bogotà il 24 ottobre. Si presentò alla Nunziatura per considerare alcuni punti con Mons. De Nittis, incaricato d'affari. Partecipò alle riunioni di varie Commissioni: Caritas, Azione Sociale, Missioni per un piano pastorale sociale. Il 26 furono visitate le strutture del SENA, carrera 30 verso il sud della città. Furono onorati con un pranzo e discorsi del direttore e fondatore del SENA Dr. Rodolfo Martinez ...

Il 27 fu esaminato ed approvato il messaggio pastorale e ci fu un incontro fraterno con il Cardinale. Anteriormente (16 ottobre) Mons. Angelo aveva risposto a Mons. Muñoz D. sul progetto di una lettera pastorale in preparazione al Congresso Eucaristico Internazionale, (estratto di alcune frasi) “... molto buono come esposizione dottrinale... forse un po' freddo, con poche vibrazioni pastorali, come si trattasse di un documento di studio, piuttosto che una esortazione, in vista di questo grande evento”.

Si dovrebbe sottolineare maggiormente il motto "vincolo d'amore" per evidenziare due aspetti:

  1. a) negativo: terminare con gli odi, in modo che il paese, centro del Congresso Eucaristico Internazionale (CEI) potesse presentare al mondo un'immagine edificante di una popolazione cattolica che vive in pace!
  2. b) positivo: promuovere questo vincolo d'amore tra ricchi e poveri: pensare maggiormente a coloro che soffrono la fame, sono nudi, senza casa… Possibilmente collegare questa idea con l'Eucaristia, citando san Giovanni Crisostomo, discorso 50, commento a Matteo: "… se vuoi onorare il corpo di Cristo, non tollerare che sia nudo. Il corpo di Cristo sull'altare non ha bisogno di un riparo, ma lui stesso che è lì fuori, sì. Cominciate a saziare colui che ha fame e se vi rimangono dei soldi arricchirete anche il suo altare ... ecc."

Se il CEI di Bogotá è il primo congresso dopo il Concilio, perché non insistere per accelerare in ogni diocesi l'applicazione delle disposizioni conciliari

Il 28 ottobre, con straordinaria solennità si celebra nella cattedrale il pontificale per ricordare il 50o di sacerdozio del Card. Concha. Mons. Anibal Muñoz D., pro - presidente della CEC, fa il discorso congratulatorio. Segue il pranzo, anche questo solenne, nel palazzo del cardinale, con discorsi e tributi di omaggio. Mons. Emilio de Brigard, il "veterano degli Ausiliari", racconta molti aneddoti della vita del Card. Concha. Quando lo ricevette in seminario ... Suo padre, il presidente della Repubblica, lo aveva mandato a Parigi perchè studiasse latino...

E' un clima di cordialità, allegria ... nonostante lo "strato di tensioni" che ciascuno, a suo modo, sente su tutto e su tutti... Infine, la società civile o religiosa ha anche i suoi aspetti di apparenze diplomatiche!

Tutti ammirano nel Card. Concha l’uomo di Dio, pieno di saggezza e nobiltà ... ma le circostanze hanno creato questo ambiente difficile...

Continuano i dialoghi tra i vescovi ... e giunge in seguito al Palazzo anche il Presidente della Repubblica Dr. Carlos Lleras R. con tutti i ministri del governo. Il Ministro di governo Dr. Pastrana, il Ministro dello sviluppo Dr. Restrepo ecc.

Il giorno seguente Mons. Angelo, accompagnato da P. Walsh (un sacerdote nord americano che in seguito sarà vescovo negli USA), lascia presto Bogotá in viaggio per il Caquetá e svolgere la sua visita pastorale in Albania. Recezione e straordinario lavoro pastorale che lascia stordito P. Walsh!

L’11 dicembre conclude una missione speciale a Valparaiso accompagnando Padre Rodrigo Arango che sarà in seguito vescovo ausiliare di Medellín.

Il 12 è consacrato Mons. Fischioni, che sostituisce il caro Mons. Mari in Riohacha.

(Continua)

 

Ultima modifica il Lunedì, 04 Maggio 2015 13:06
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