L'acqua è una benedizione perché genera la vita ma, quando ce n'è troppa, diventa un'inondazione che devasta e distrugge. Forse potremmo trasportarci nel mito del racconto biblico del Grande Diluvio (cfr. Gen 7-8) dove le acque sono il mezzo per porre fine al male che era entrato profondamente negli uomini. Ponendo fine al piano di Dio per cui erano stati creati, loro avrebbero imparato la lezione?
Sappiamo che ogni anno arrivano le piogge e quella forza della natura sembra diventare sempre più intensa, eppure non impariamo a vivere in armonia con il creatore per incanalare quell'energia latente.
Come le piogge di marzo, lo sviluppo tecnologico è sempre più abbondante e potente ed è una benedizione quando è al servizio del bene dell'umanità in tutti i campi dell'essere e del fare; ma è anche distruzione quando diventa un'arma sofisticata che, con precisione e in pochi secondi, cancella gli esseri umani e il loro ambiente dalla faccia della terra.
Ed è ancora più tragico quando quell'essere umano è l'indifeso, il vulnerabile, il povero che non ha dove rifugiarsi. Non è un mito, è una tragica realtà. Cosa c'è di sbagliato in noi?
“Abbiamo dimenticato la lezione delle tragedie del secolo scorso, il sacrificio di milioni di caduti nelle guerre mondiali, ci siamo ammalati di avidità, ci siamo chiusi in interessi nazionalistici, ci siamo lasciati indurire dall'indifferenza e paralizzati dall'egoismo. Siamo diventati indifferenti a tutti e a tutto, tranne che a noi stessi”. Queste sono le parole di Papa Francesco nella preghiera di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria. Oggi la tragedia dell’Ucraina ci scuote tutti. È come una pioggia di Marzo... una pioggia di missili, ma cosa ci sta succedendo?
Al Dio sconosciuto (cfr. Atti 17)
Paolo, lo straordinario e vivace evangelizzatore incontra gli ateniesi desiderosi di sentire le ultime novità filosofiche o religiose. Approfittò della loro sensibilità religiosa e concentrò il loro sguardo sulla nicchia del Dio sconosciuto venerato nel pantheon per presentare loro ciò che tratteneva, la novità di tutte le novità: l'uomo destinato da Dio a far sì che l'umanità non sia soggetta alla morte, ma aperta alla risurrezione. Paolo voleva far loro conoscere Gesù Cristo, morto e risorto, il Dio vero ma sconosciuto.
Questo primo tentativo di evangelizzazione sembrava apparentemente un fallimento ma in realtà non lo era: Dionigi, Damaris e altri si lasciarono toccare dall'annuncio e abbracciarono la fede. Non è forse assolutamente necessario proclamare con tutto il vigore e la creatività il Kerygma in un tempo in cui la morte sembra prendere il posto del Dio della Vita? Dobbiamo annunciare quando l'umanità è ferita dalle migliaia di morti causate da Covid 19. Dobbiamo annunciare con maggior forza quando l'umanità è ferita dalle migliaia di morti violente e innocenti del popolo dell’Ucraina e anche quando la nostra nazione colombiana continua insanguinata da tante morti violente. Viviamo in mezzo a un'umanità bisognosa dell'annuncio fatto con la vita e la parola incarnata. Queste sono le vie quaresimali e queste sono vie pasquali del trionfo di Gesù sulla morte!
* P. Armando Olaya è superiore provinciale in Colombia.