È un fatto che il mondo d’oggi è flagellato da guerre, rappresaglie, migrazioni e divisioni. Anche se il desiderio di pace è evidente in quasi tutti gli angoli del mondo, l'aumento dei conflitti in varie parti del mondo ha provocato una ingente perdita di vite umane, ha causato spostamenti incontrollabili e ha generato molte sofferenze, soprattutto fra i poveri e le persone vulnerabili. In molti paesi, dove non esiste una guerra con risvolti internazionali, i conflitti interni e la sistematica violazione dei diritti umani contribuiscono in modo importante alla destabilizzazione e alla perdita della pace.
Sorge quasi inevitabile la domanda: che significato può avere la celebrazione della Pasqua in tali contesti? Personalmente credo che la celebrazione del mistero della salvezza, cioè la Passione, Morte e Resurrezione di Gesù Cristo, sono una opportunità e una fonte inesauribile di pace e riconciliazione nel mondo. Queste le ragioni più importanti:
GESU CRISTO È IL PRINCIPE DELLA PACE. La celebrazione della Settimana Santa ruota intorno al Mistero della Salvezza portato da Gesù Cristo. Nella profezia messianica del profeta Isaia, il Messia è il principe della pace (Is 9,6) e anche San Paolo lo afferma dicendo che "Egli stesso è la nostra pace" (Ef 2,14). In molte apparizioni di Gesù dopo la risurrezione egli saluta i suoi discepoli con il saluto della pace: “mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: ‘Pace a voi!’” (Lc 24,36). È importante notare che la pace che Gesù Cristo dà è diversa dalla pace che dà il mondo: "Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore” (Gv 14, 27). Gesù, nostra pace, è venuto nel mondo per annunciare il Vangelo della pace (At 10,36) per illuminare i passi dell'umanità sulla via della pace (Lc 1,79), e per vivere nella pienezza del Regno di Dio che è un regno di pace, giustizia e gioia (Rm 14,27).
LA PACE È UN BENE. Si definisce bene tutto ciò che è in grado di soddisfare, direttamente o indirettamente, una o più necessità umane. Allora diventa evidente che la pace è uno dei beni più importanti perché senza di lei è difficile ottenerne altri: senza pace non c'è felicità, non c'è alcuna possibilità di sviluppo, non c'è giustizia sociale e uguaglianza. La pace è il fondamento della qualità della vita di ogni società e in senso cristiano un dono di Dio, un segno chiaro della sua presenza en mezzo a noi.
LA TESTIMONIANZA DI PACE DEI FEDELI. dopo la celebrazione dell'Eucaristia, il sacerdote congeda sempre i fedeli con un messaggio di pace: "La messa è finita, andare in pace". È un invio ad essere testimoni del Dio della pace e a trasmettere la pace ricevuta da Lui. Sull'esempio di Gesù Cristo i cristiani nel mondo sono chiamati ad essere operatori di pace. Non c'è migliore ispirazione per la pacificazione, il perdono e la riconciliazione che quella che riceviamo da Gesù. “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore” (Gv 14,27). “benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l'altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica” (Lc 6,28-29).
Diversi santi hanno dato testimonianza della pace di Gesù Cristo in mezzo a eventi difficili. Abbiamo l'esempio di San Martino de Porres, San Massimiliano Maria Kolbe, i martiri dell'Uganda, San Lorenzo, Santa Teresa di Calcutta, San Giovanni Paolo II, San Oscar Arnulfo Romero, tra gli altri. La testimonianza della loro vita è la manifestazione che la sequela di Gesù Cristo e l'adesione totale a Lui è la fonte sicura per la costruzione della pace, del perdono e della riconciliazione.
Gesù Cristo, il Principe della pace, è l'ispirazione per eccellenza per coloro che lottano per la pace e la riconciliazione delle persone e dei popoli. Nella sua Pasqua, celebrando il mistero della sua passione, morte e risurrezione come fonte inesauribile di pace, ci ispira ad essere operatori di pace per il bene del presente e del futuro della società umana.