Le inondazioni che hanno devastato negli ultimi giorni dell’anno 2021 la parte meridionale dello stato di Bahia e settori di Minas Gerais (Brasile) hanno causato grande sofferenza per la popolazione delle città e della campagne. Le persone danneggiate sono più di mezzo milione e migliaia i senza tetto che hanno perso spesso tutti i loro beni. La scia di distruzione lasciata dal passaggio delle acque ricorda uno scenario di guerra e , oltre la tempestiva assistenza è necessario pensare in piani di ricostruzione e recupero. Da poco più di due mesi è diventato vescovo della diocesi di Ilheus, nel sud di Bahia, Mons. Giovanni Crippa, Missionario della Consolata, che è stato raggiunto da Vatican News e la agenzia Sir lasciando la sua testimonianza sull’accaduto
Foto: YouTGnet Isaac Nobrega
Non nascondo che la situazione è difficile e ci preoccupa soprattutto ‘il dopo’, quando si spegneranno le luci della cronaca, Ma la cosa più bella -ha detto- è la solidarietà che spontaneamente è arrivata dalle parrocchie. I fiumi straripavano ma è straripata anche la solidarietà, la carità, soprattutto in questo tempo di Natale in cui celebriamo il Dio Bambino, il Dio presente che entra nella storia. Questa azione è una presenza consolante
Per fortuna da qualche giorno ha smesso di piovere, ma i fiumi continuano a ricevere acqua; si sono rotte alcune dighe di bacini che avrebbero dovuto raccogliere l’acqua piovana; molti ponti e strade sono andati distrutti. Io stesso finora non ho potuto incontrare le comunità, che sono in gran parte isolate. La strada principale, che va da Ilhéus verso Itabuna, è interrotta in più punti.
Il Governo dello stato di Bahia, anche con l’aiuto di altri Stati, sta mettendo a disposizione elicotteri per arrivare nelle località più remote. L’azione della Chiesa, nell’immediato, è incentrata sulla distribuzione di alimenti e generi di prima necessità. Potevamo contare con delle scorte della cosidetta “cesta basica” che avevamo a disposizione per aiutare le famiglie con problemi economici legati al Covid19. nelle strutture della chiesa abbiamo ospitato qualche famiglia rimasta senza casa, molti hanno potuto contare con la solidarietà dei parenti, altri sono stati ospitate in hotel e altre strutture messe a disposizione dalle autorità pubbliche. È molto quel che possiamo fare se siamo capaci di unire le nostre forze.