Buongiorno famiglia!
Quando la morbida sinfonia della notte lascia il suo ritmo ai saluti gioviali delle scimmie urlatrici, mentre i primi raggi di sole risvegliano l'infinità di colori al ritmo dei trini delle molte specie di uccelli del nostro Delta, scruto ogni angolo della nostra casa comune, di questa natura esuberante, volendo percepire le tracce della gioiosa presenza di tanti missionari che sono passati annunciando la Buona Novella di Gesù Cristo.
In missionari che hanno percorso i meandri di questo grandissimo delta dell’Orinoco sono stati i padri Cappuccini, i fratelli Maristi e i Missionari della Consolata. Risate e lacrime, rumore di lavoro e riunioni, silenzio di preghiera, presenza con molte forme e volti, con ricchi carismi al servizio del Signore della missione. Ognuno ha lasciato il suo segno, tutti cercando di dire una parola di salvezza al popolo Warao e lasciando che l'amore rendesse tutto perfetto secondo la grazia e i tempi di nostro Signore.
Hanno lasciato un'eredità immensa, nello sforzo perenne di scoprire e comprendere le tracce dello Spirito nella storia e nell'idiosincrasia dei Warao, così come negli orientamenti per accompagnare il loro cammino alla ricerca del “buen vivir” (Vivere bene**).
Il frutto di tanti anni e di tanto sforzo e amore sono i vari studi sulla cultura e la lingua dei Warao, così come il piano strategico pastorale elaborato nel 2010 con il lavoro congiunto dei missionari religiosi e di un buon numero di Warao entusiasti del cammino e del futuro del loro popolo.
Molti semi sono stati piantati nel profondo dell'anima di molti Warao, bambini e adulti, donne e uomini, cristiani e non cristiani; semi innaffiati con amore e che oggi portano frutti nelle terre del Delta e oltre. Il Verbo “amare” si è fatto carne e abita in mezzo a noi.
Pochi mesi fa, nel gennaio 2021, Padre Juan Carlos Greco, l'ultimo membro di quella meravigliosa squadra di Missionari della Consolata che hanno lavorato con passione per dare vita al “Piano Pastorale Strategico”, è stato inviato ad offrire il suo servizio missionario a Barquisemeto. I Warao chiamano ancora il suo nome quando scorgono la barca della missione che lui ha così spesso condotto alle comunità più remote. Lo ricordano annunciando la Buona Novella con saggezza, umiltà, pazienza, creatività e il suo caratteristico umorismo, spesso accompagnato dal suo amico Juan Burebaka.
Un musicista, quando suona il suo strumento musicale, produce infinite melodie, combinando note e silenzi in modo sempre nuovo. Nella musica della vita la chiave per interpretarne la partitura è la chiave dell'Amore; in questo modo si può scoprire la vita e goderne, lasciandosi guidare e sorprendere dal direttore d’orchestra.
Oggi nella parrocchia della Divina Pastora entrano in gioco nuovi strumenti, quasi tutti Warao. Alcuni partecipavano già alla squadra precedente, altri stavano solo imparando. Insieme, guardando il cammino percorso e cercando di arricchirci con le proposte del Sinodo dell'Amazzonia, abbiamo elaborato un progetto pastorale per i prossimi anni.
In questa nuova tappa, il Warao sarà sempre più protagonista, per necessità perché resta un solo religioso missionario nella parrocchia e per convinzione grazie alla coscienza creata da tutti i missionari che hanno vissuto e navigato qui. Ci sono sfide nuove e poderose legate al collasso economico che da anni ormai sta sfigurando il Venezuela: grandi difficoltà nei trasporti, maggiore presenza di contrabbandieri, meno presenza dell'amministrazione pubblica, maggiore difficoltà nella gestione delle scuole, anche la nostra presenza purtroppo rimpiccolita. Ma guardiamo al futuro con la speranza che ci da il sapere che stiamo lavorando per il Regno di Dio.
**BUEN VIVIR. Per i popoli indigeni, lo sforzo quotidiano e l'aspirazione della gente è vivere bene, una “vita buona” che è diversa dalla “buona vita” che sembra guidare la mentalità e le ambizioni di sviluppo di altri popoli, specialmente quelli occidentali. Vivere bene significa cercare ciò che basta per vivere, ciò che è necessario, senza esaurire la natura, rispettando l'ambiente in cui viviamo, le creature che ci circondano e con le quali conviviamo. Non è necessario accumulare e arricchirsi, cose che spesso portano allo sfruttamento esagerato della natura che ci circonda. L'importante è che tutti viviamo bene, non di più; per questo Dio ha creato tutte le cose e le ha fatte perché siano sufficienti per tutti.