Il numero quattro delle Costituzioni del Missionari della Consolata, quello che descrive l’identità della nostra comunità dice che “l'istituto è una famiglia di consacrati per la missione "ad gentes" per tutta la vita, nella comunione fraterna, nella professione dei consigli evangelici, e avendo Maria come modello e guida.
Nella nostra comunità quindi il servizio missionario non è solo opera di sacerdoti ordinati ma anche di altri consacrati, che chiamiamo fratelli, e che svolgono la loro vocazione in attività e funzioni che rispondono a bisogni della missione altrettanto importanti e uniti alla promozione humana.
I fratelli missionari della Consolata si sono sempre impegnati in progetti di sviluppo e di promozione humana che hanno toccato, fra le altre cose, educazione, scuole tecniche, salute ed agricoltura.
“Sacerdoti e Fratelli - ci ricorda Fratel Sandro Bonfanti- come membri della stessa famiglia, nelle varie attività, mansioni ed uffici, collaborano per il fine comune tutti uniti in dolce vincolo di amore e di carità fraterna, così da formare ‘un cuor solo ed un anima sola’, unicamente intesi ad amare e servire Dio nell'esatto adempimento dei propri doveri. Con spirito di umiltà e di abnegazione tutti indistintamente devono essere disposti a tutto, anche agli uffici più umili, perché tutto è grande nella casa di Dio”.
Abbiamo scambiato due semplici parole con Fratel Paolino Rota, che dal 1962 è in Tanzania, un paese che ha servito com molto lavoro negli anni della sua gioventù e che continua ad amare ancora oggi, anche se carico di anni.