Nella Comunità Apostolica Formativa (CAF) di Mendoza ogni mese dedichiamo un giorno al ritiro mensile ma in questo mese lo abbiamo fatto virtualmente e lo abbiamo fatto guidati dal padre Armando Olaya con il quale riflettiamo, nell’ambito del biennio sulla persona, sul tema "imparare la missione di Gesù missionario del Padre". Riteniamo che questa sia anche un'esperienza interessante di continentalità.
Padre Armando ci ha fatto vedere che possiamo imparare almeno in due modi diversi, entrambi importanti per la missione, in modo intellettuale e in modo esistenziale. Il primo è forse il più riconosciuto e apprezzato, ha le sue radici in anni di studio, qualifiche e lauree accademiche che riconoscono pubblicamente e socialmente la nostra preparazione in un certo campo della conoscenza. Tuttavia, non è l'unico apprendimento perché c'è anche quello della vita per il quale non ci sono titoli ma solo i segni che la quotidianità lascia in ognuno di noi.
Anche nel cammino missionario una preparazione intellettuale è necessaria, ma deve essere sempre qualificata, purificata e filtrata dall'esperienza della missione e della vita. Dobbiamo imparare a trovare i segni e il messaggio di Dio nell'ordinario, nel quotidiano, nel comune, trovarli nei piccoli dettagli della vita.
Gesù stesso, nell'educare i suoi discepoli, scelse la scuola della vita: salì sulla montagna e chiamò coloro che volle, vennero da Lui e rimasero con lui (cf. Mc 3,13) e più tardi furono anche inviati. I discepoli stavano imparando il Vangelo mentre erano con Gesù nel cammino di Galilea. L'evangelista Giovanni nel prologo al suo Vangelo ricorda che "il verbo che si è fatto carne e ha messo la sua dimora in mezzo a noi" (cf. Gv 1,14) ed è quella vicinanza che ci rende cristiani, discepoli, missionari. Gesù discese nel profondo dell'uomo, si inserì nella realtà umana, nella sua bellezza e anche nella sua miseria, e la elevò all'ordine divino realizzando il piano originale del Creatore per ogni creatura.
Gesù sapeva come dare valore alla realtà quotidiana e in essa ci ha insegnato a trovare il messaggio di Dio, il suo inserimento e la sua identificazione con la realtà umana è per noi il modello di missione. Lo spazio privilegiato per mezzo del quale ci avviciniamo alla persona di Gesù è la sua Parola ascoltata soprattutto nella preghiera. Nella lettura meditativa della Parola di Dio scopriamo i criteri e gli atteggiamenti di Gesù che hanno guidato la sua vita e affondano le loro radici nel cuore di Dio.
Ciò che Gesù ha fatto, scendendo nel profondo della realtà umana, dovrebbe essere l'ispirazione di tutto il nostro esseri missionari e della nostra missione. Il contatto con gli uomini che incontriamo ogni giorno, con le loro preoccupazioni e sofferenze, portate alla preghiera e interpretate dalla Parola di Dio, ci permette di proclamare la Buona Novella che aiuta a trasformare la vita e la storia ed è in grado di dare un senso alla sofferenza e alle lotte quotidiane. Questo incontro quotidiano con Dio e con gli uomini è l’insegnamento proprio della vita e della missione a cui ci consacriamo. Una missione orientata a raggiungere la pienezza dell’umanità che è una umanità risorta, giustificata e riconciliata con Dio che Gesù, duemila anni fa, ci ha donato.
*Peter Kariuki Njagi, è studente professo nella CAF di Mendoza, Argentina.