Nel Paese asiatico, dove vivono appena 1.300 cattolici suddivisi in otto parrocchie, chiusi i luoghi di culto e vietate le riunioni religiose a causa della pandemia. Il vicario apostolico di Ulan Bator, capitale della nazione: “C’è tristezza ma anche tanta speranza. Il popolo è compatto e pronto ad affrontare le difficoltà. Per essergli vicino utilizzati social e nuovi programmi di catechesi”. In Mongolia l’evangelizzazione della Chiesa è iniziata solo 29 anni fa ma i suoi frutti sono sorprendenti.