Don Aldo Mongiano è morto. È morto in Italia, lontano da Roraima, ma è una figura importante nella nostra storia recente. Sarà ricordato come il sesto vescovo-prelato e il primo vescovo diocesano di Roraima, e fu durante il suo ufficio episcopale che la Prelatura "Nullius" fu elevata alla categoria di Diocesi.
Ma al di là di questo fatto storico, un altro ancora più notevole ha segnalato per sempre il suo lavoro pastorale a Roraima. Si tratta dell'attenzione primaria e prioritaria data ai problemi dei popoli indigeni, dell'enorme sforzo, dell'indomito coraggio, dello zelo veramente apostolico, insomma di tutta la sua eroica lotta per riaccendere nell'indio di Roraima la consapevolezza del proprio valore individuale e collettivo e per mostrare la necessità che essi rivendicassero e combattessero per i loro legittimi diritti, fino ad allora, in tanti modi, sottratti o cancellati. Non solo il possesso passivo della terra ancestrale, ma anche la dignità dell'indio come soggetto valido e attivo della sua storia politica, della sua prosperità economica e sociale. E anche, naturalmente, come fine supremo del mandato missionario, l'evangelizzazione, la rivelazione che anche loro, come persone umane, possiedono l'altissimo attributo di figli di Dio e coeredi del Regno, attraverso il sacrificio redentore di Cristo.
Ha dovuto sfidare, come si vede, consuetudini arbitrarie, pregiudizi arcaici, prerogative ottuse, interessi non sempre legittimi. Ha subito ingiustizie, persecuzioni, minacce... Ma rimase fermo, incrollabile, in una postura che irradiava mansuetudine evangelica, anima apostolica e coraggio profetico, pronto a combattere la buona battaglia. In ogni momento, anche nello stridore della lotta e del pericolo, egli impugnava e brandiva un'unica arma, quella che ha il potere del fulmine e della luce del sole, l'arma invisibile e invincibile del vero apostolo: la fede indistruttibile, la carità costante, la speranza consolante.
Per tutto questo, il periodo del suo episcopato a Roraima, oltre ad essere il più lungo (1975-1995), è stato anche il più travagliato, tempestoso, e quindi profetico e fecondo. Certamente, una delle pagine più forti e vibranti della storia della Chiesa e del popolo di Roraima.
Alla sua morte, benedetto con una età più che centenaria, Mons. Aldo Mongiano lascia, nella storia di Roraima, una scia luminosa, un raro esempio di vocazione missionaria, di radicalità evangelica, di coerenza di principi, che risplenderà nella memoria delle generazioni successive, oltre il tempo, e non sarà mai dimenticato.
In verità, non è corretto dire che la Chiesa di Roraima è in lutto. Perché la Chiesa, fedele alla logica inversa del Vangelo e alle promesse di Cristo, non piange la morte dei suoi figli. Al contrario, chiama il giorno della morte "dies natalis", il giorno della nascita, una data festiva; nascita alla vita vera, ammissione alla Gerusalemme celeste, dove risiede la Chiesa trionfante e dove, certamente, rivestito di immortalità, Mons. Aldo Mongiano si trova già nella comunione dei santi, splendente, come la stella del mattino, per i secoli eterni.
(Nostra traduzione)