Pasqua come “memoria”, “presenza” e “nuova vita”

Pubblicato in I missionari dicono

In questa Veglia Pasquale, dopo una giornata di silenzio, insieme a Maria, Vergine Addolorata, meditando sulla passione e morte di Gesù, quest'anno in modo particolare, in comunione con tutta la Chiesa esultiamo di gioia per la Pasqua della risurrezione del Signore. Questo Mistero è celebrato come “memoria”, “presenza” e “nuova vita”. Di fronte alla sofferenza dell'umanità, noi riaffermiamo la nostra fede nella Risurrezione e nella vita.

1. Le diverse letture di questa Veglia raccontano le azioni di liberazione e salvezza di Dio nel corso della storia. Parlano della Creazione, per cui Dio è la fonte di tutta la vita. Ricordano la formazione del popolo di Dio, l'esilio di Babilonia, la liberazione e la missione dei profeti. Tuttavia, il culmine di questa storia è la Risurrezione di Gesù.

2. Il Vangelo (Mt 28, 1-10) menziona “l'alba del primo giorno della settimana”, riferendosi alla Nuova Creazione offerta da Dio all'umanità redenta dalla morte di Gesù. Dopo l'oscurità della Passione e morte sulla croce, sorge l'alba della vita piena. L'amore di Dio in Gesù inchiodato sulla croce è in grado di rigenerare il mondo.

3. Matteo sottolinea il ruolo delle donne: le prime testimoni della risurrezione. All'alba di questo primo giorno della settimana, loro vanno a vedere la tomba. L'Angelo dà loro la notizia: “Non abbiate paura. So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, como aveva detto!”

Abbandonato in frettta il sepolcro, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. E loro credettero! La pietra del dubbio viene rimossa: Gesù risorto va loro incontro e dà loro il mandato di annunciare la Buona Notizia, senza paura, ai fratelli, fino agli estremi confini della Terra. In questo momento della storia, di fronte alle emergenze dal coronavirus, siamo invitati a abbandonare il sepolcro e a rimouvere la pietra del dubbio per anunciare sensa paura: Cristo risorto è in mezzo a noi.

Veglia Pasquale 01

Tre pensieri per la nostra riflessione: memoria, presenza e nuova vita.

1. La “memoria” della risurrezione di Gesù è oggi la buona notizia che trasforma il mondo. La creazione e la liberazione sono due caratteristiche dell'azione di Dio. Dio ha creato tutte le cose e ci ha fatti a sua immagine e somiglianza e ci ha dato la missione di custodire questa Casa Comune. Ma oggi, il Pianeta è minacciato a causa delle nostre relazione sbagliate e dello sfruttamento dei beni del Creato.

In questa Pasqua speciale, abbiamo l'opportunità di ricostruire le nostre relazioni cambiando stile di vita e rinnovando il nostro impegno nella cura della Casa Comune. La Pasqua è passaggio, come quello del mar Rosso, e Dio anche oggi, attraverso suo Figlio ci apre il passaggio alla vita eterna, ad una nuova vita, che è donata a tutti noi.

2. Presenza: Crediamo che Gesù è risorto e vive in mezzo a noi. La gioia di questa notizia non elimina il dolore, le sofferenze, le malattie, le difficoltà. Ma mette un filo di luce nel mezzo delle tenebre, ricordandoci che Dio non abbandona mai il suo popolo e la umanità.

In questo tempo di quarantena siamo rimasti impressionati nel vedere il Papa pregare nella Piazza vuota e nella Basilica silenziosa. Ovunque i sacerdoti celebrano da soli in chiese e cappelle vuote. Se da una parte questo ci impressiona, dall’altra serve anche per confermare la certezza della presenza di Gesù Risorto in mezzo la gente, nelle strade, nelle case, negli ospedali, nei campi profughi e nelle accoglienze degli immigrati, nelle carceri. È la Chiesa, popolo di Dio, che soffre.

Noi siamo abituati a cercare Gesù nel tempio, nel tabernacolo e crediamo che Lui si trova solo lì. Ma come i Vangeli ripetono, il Risorto è da cercare anche altrove: sotto i ponti, con i senzatetto, negli immigrati, nei prigionieri, negli ammalati, negli scartati dalla società. In tutte queste persone, il Risorto è presente e ci interpella.

3. “Nuova vita”. La celebrazione della Pasqua, mentre ci chiede di ricordare il cammino di Gesù, è un tempo forte che abbiamo per rifare la nostra Pasqua, riprendere il cammino di rivitalizzazione della nostra vocazione di battezzati e consacrati per la missione.  Siamo chiamati a fare Pasqua, cioè “vivere il nostro passaggio”, fare un salto di qualità, diventare delle persone nuove, come ci siamo impegnati, rinnovando le promesse battesimali. È Gesù stesso che ci dice: “coraggio, non abbiate paura!”  Ecco perché, di fronte alle difficoltà di questo mondo, con fede e speranza, annunciamo l'alba di un mondo rinnovato, anche per noi.

Il nostro Beato Allamano diceva che la Pasqua è “una festa che va al cuore”, cioè: al centro della nostra vita. Perchè: “Cristo risuscitato dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di lui” (Rm 6,9).

Risentiamo l’esortazione del Beato Fondatore: “Conserviamo sempre il fervore che sentiamo in questa festa. Non si muore più. Diciamo tutti: “Siamo risorti, non vogliamo più morire, vogliamo essere veri missionari. Non abbiate paura di diventare troppo fervorosi”.

Perciò, con la protezione di Maria, la Consolata, insieme ai nostri missionari e missionarie in tutto il mondo, le comunità, parenti, amici e benefattore, ci rallegriamo ed esultiamo perché la Pasqua del Signore é la nostra Pasqua, è la Pasqua di tutta la umanità.

Buona Pasqua a tutti nella gioia di Cristo Risorto. Alleluia, Alleluia.

Veglia Pasquale 02

* P. Jaime C. Patias, IMC, Consigliere Generale per l’America.

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