Avvolgere di luce i figli e le figlie amate da Dio

Presepe di Scurelle Presepe di Scurelle presepediscurelle.it
Pubblicato in I missionari dicono

“Gesù sole di giustizia è venuto a visitarci dall’alto, per illuminare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte.” Lc 1, 78-79

“Dobbiamo amare il Santo Bambino per sé stesso. Egli discese dal cielo e s’incarnò per noi, per ciascuno di noi e per la nostra salvezza. Meditiamo a fondo questo “eccesso” di amore di Gesù, e così anche noi lo ameremo. Domandiamo a Dio con insistenza questo amore, ripetendo con lo stesso S. Agostino: “Signore, fa che io ti ami!” Beato Giuseppe Allamano

“Alcuni suggerimenti per un regalo di Natale: al tuo nemico, perdona; al tuo avversario, offri tolleranza; a un amico, offri il cuore; ad ogni persona, accoglienza; a tutti dona la carità; ad ogni bambino, rendi un buon esempio; agli anziani ascolto; a te stesso, offri rispetto” Oren Arnold

Carissimi Missionari e Missionarie, Familiari e Parenti, Amici e Benefattori, Persone di buona volontà;

Non so se questo è tempo per essere ottimisti e fiduciosi in un futuro a misura d’uomo; io lo sono e la Stella di Natale mi dà questa certezza.

L’inverno sociale ed ecclesiale non è ancora alle nostre spalle, ma tanti segnali ci indicano che è vicino il tempo di primavera: i frutti futuri dipenderanno anche da noi!

Perciò a quanti sono in cammino con noi cercando per tutta l’umanità giustizia, libertà, tolleranza, rispetto e salvaguardia del creato, auguro di guardare alla grotta di Betlemme dove un bambino di nome Gesù, con la sua nascita, trasforma le tenebre in luce e proclama la sospirata pace per tutti gli uomini di buona volontà.

Il Natale è modello per la missione, la missione è uno specchio del Natale. È la sorpresa di Dio. Ma il Natale è anche una sinfonia incompiuta. Le sue note non sono ancora arrivate a tutti i popoli a confermare che l’impegno missionario non finisce mai. È nato per tutti ma non è ancora arrivato a tutti. Lui, quel Bambino che gli angeli nel cielo di Betlemme annunciano ai pastori come il Salvatore di tutti. “Oggi, nella città di Davide, è nato il Salvatore, il Cristo Signore. Andate a Betlemme, questo sarà il segno: un bambino in una mangiatoia, avvolto in fasce” (Lc. 2, 12). Degli angeli, esseri misteriosi fatti di luce, rivelano il prodigio, nel buio di una notte attesa da secoli. Le loro parole svegliano i pastori addormentati, un canto di gioia fa trasalire le stelle che occhieggiavano dall’alto: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli, e pace sulla terra agli uomini amati da Dio” (Lc.2,14). Il fiume del cielo è straripato e ha inondato la terra di gioia.

Il cuore di quel fatto lo spiega l’evangelista Giovanni: “Il Verbo che era Dio, per il quale tutto è stato fatto, vita per tutti gli uomini e luce che fuga le tenebre, si è fatto carne ed è venuto ad abitare tra noi” (Gv. 1,1-18).

“Il popolo, l’umanità che viveva nelle tenebre vide una grande luce. Un bambino è nato per noi, ci è stato donato un figlio, Dio onnipotente, Principe della pace” (Isaia 9,1).

Il Dio lontano si fa vicino, il Dio nascosto si fa vedere e diventa cittadino del mondo, iscritto all’anagrafe dell’Impero Romano. È la più bella sorpresa di Dio all’umanità.

Gli uomini chiedevano la salvezza, apparve invece un Salvatore, chiedevano comprensione apparve la Condivisione. Lo stupore del Natale è contemplare un Dio che non sembra nemmeno Dio. È un bimbo povero, affamato, infreddolito, bisognoso di tutto. È un bimbo nato come profugo in una stalla.

Il Dio che si rivela nella grotta di Betlemme è un Dio che irrompe nella storia e fa piazza pulita con tutti i nostri schemi e le nostre attese. Il primo vagito di Gesù segna un nuovo inizio, un cambio di rotta inarrestabile, una novità assoluta destinata a cambiare per sempre il respiro dell’universo.

Dio entra nel mondo dal punto più basso, da una grotta, da una stalla. Dio inizia dalla periferia, dagli ultimi della fila, dagli esclusi, da quelli che per il mondo non contano nulla. Nessuno è escluso. Questa è la buona notizia per cui vale la pena, ancora una volta, celebrare il Natale.

In questo Natale la Chiesa fa proprio l’invito di S. Agostino ad ogni uomo: “O uomo immerso nel gelo della notte, vieni, cammina anche tu verso Betlemme, verso il Bambino e sua Madre, lasciati avvolgere dalla luce del Signore”.

Ogni Natale riviviamo il mistero di Dio che si fa carne, nascendo uomo e bambino.

Ma quali sono le prerogative del nascere, cosa anticipa il nascere, cosa lo rende possibile?

Perché nasca qualcosa bisogna prima di tutto fare posto, fare spazio, preparare la strada e un riparo, un angolo di vita, un posto in più a tavola per chi potrebbe arrivare, per ciò che sta per venire.

L'arroganza delle parole di chi vuol farci precipitare nella barbarie, le parole urlate che hanno il sapore della chiusura, della prepotenza impediscono a Gesù di nascere, di venire...Lui sta arrivando, ha il colore degli occhi del siriano, del palestinese, dello yemenita, dell'africano...di tutti gli assetati di dignità...e noi non stiamo preparando nessun posto, non apriamo le nostre porte e le nostre città anzi, rinsaldiamo le “fortezze” e chiudiamo le frontiere.

Ma la stella del Natale non si spegne, si ferma proprio là dove i poveri e i piccoli del mondo riorganizzano la speranza, dove qualcuno prepara un posto, una seggiola, un piatto, un giaciglio per chi viene, sta per venire e continuerà ad arrivare.

Sarà per noi un Natale di porte aperte, di accoglienze sincere, di umanità concreta e di vita che nasce?

Proviamoci... comunque insieme, incrociando le nostre diversità ....

Il Natale è una bella notizia che però ci impegna ad una missione “più grande”: avvolgere di luce i figli e le figlie amate da Dio, e cercare insieme a loro una maniera umana di vivere la comunità, la società, l’economia, la politica e la missione.

Il Natale sia per noi un’occasione per riflettere sulla capacità di liberarci dalla prigionia delle necessità e la possibilità di aprirci uno spiraglio per inaugurare, nel piccolo e nel grande, una nuova maniera di esistere.

Auguri a tutti e ad ognuno: felice e buon Natale!

Coraggio e avanti in Domino! 

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Ultima modifica il Lunedì, 16 Dicembre 2019 18:43

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