Alla vigilia del suo lungo viaggio in Africa, il Padre Generale Stefano ha voluto affidarlo alla protezione della Consolata, nostra Madre e “Fondatrice” (come diceva l’Allamano). L’ha fatto con un piccolo e semplice rito, durante la celebrazione della Messa comunitaria del mattino, il 31 luglio scorso, festa di Sant’Ignazio di Loyola.
Tutti i missionari che hanno avuto la fortuna di passare, anche se rapidamente, in Casa Generalizia, a Roma, ricorderanno benissimo l’effigie di Maria Consolata accanto all’altare della cappella, dietro l’ambone e illuminata da una luce soffusa; un’immagine cara e anche preziosa dal punto di vista artistico, perché “scolpita” nel vetro. Si è pensato, allora, di sostituirla con un’icona della Consolata più vivace e luminosa, più dolce nei suoi tratti. Opera di Bruno Traverso, il pittore veneto che ha realizzato, tra l’altro, anche l’arazzo della beatificazione del Fondatore, la nuova icona è stata benedetta da p. Stefano che, dopo averci invitato a “guardarla” per qualche istante con venerazione e amore, ha così pregato:
“O Dio, tu hai congiunto a Cristo, nel mirabile disegno del tuo amore,
la beata Vergine Maria, immagine e modello della Chiesa, consolatrice e madre,
che raccoglie nel suo cuore le speranze e il dolore di tutti i popoli.
Ascolta, ora la preghiera dei tuoi missionari
che ti presentano questa effigie della Vergine Consolata,
perché, confortati dalla sua protezione
e imprimendo nel cuore l'immagine che contemplano,
continuino ad annunciare, instancabilmente, la sua gloria alle genti.
Fa’ che siano pazienti nelle avversità, aperti alla fraternità universale,
operatori di giustizia e costruttori di pace,
finché giunti al termine del cammino, nell’amore a te e ai fratelli,
entrino nella città eterna, dove la beata Vergine intercede per noi come Madre
e risplende come segno di consolazione e speranza”.
La nuova immagine della “nostra” Consolata ci aiuterà a pregarla con più affetto e a sentirla più vicina a tutti i suoi figli missionari che, con ostinata fiducia, continuano a portare al mondo la vera consolazione, Gesù Cristo, il salvatore di tutti… proprio come padre Stefano in questi suoi prossimi mesi di itineranza africana.