Da Nosy Be, che vuole dire isola grande dove c’è l’aeroporto, per andare nella terra ferma, non si è sicuro di partire. È la tranquillità del mare che comanda...! E bisogna obbedire!
Il vescovo, che è venuto a ricevermi all'aeroporto, mi accompagna passo a passo. Finalmente ci si arriva ad Ambanja, dove c'è l'episcopato. Il giorno dopo il vescovo, che non mi lascia da solo, mi porta in diverse comunità religiose, parrocchie e villaggi. Al sentire come mi chiamo, tutti se mettono a ridere. Chissà cosa vorrà dire Baba Godfrey Msumange! Al sapere che ci saranno dei missionari originari dall'Africa che verranno a lavorare qui, qualcuno chiede, come possibile? Missionari? Ma sono Africani! Come possibile? Oh! mamma mia, bisognerà fare una grande catechesi qui! Li capisco però.
Dalla sede della diocesi, si parte ancora. Si prosegue, per farmi vedere le possibili missioni. Sono 185 km lungo la strada per Antananarivo, a proposito, è l'unica strada che unisce il nord ed il sud. Per trascorrere questi kilometri, ci vogliono 5 ore. E si arriva ad Antsohihy. Si dorme ed il giorno dopo si prosegue per Beandrarezona. Si tratta degli altri 115 km. Appena 100 km e cinque ore erano già andate. Ma dobbiamo fermaci e così si dorme nella missione di Bealanana. Non si può proseguire perché è piovuto e la strada super scivolosa.
Il giorno successivo, non si può partire con la macchina. La strada è impraticabile. Si parte con le moto. Andiamo con due moto, due in ciascuno: i tre sacerdoti ed il sottoscritto. Si deve essere un buon motociclista (anche se preti!). Si deve sapere negoziare con il fango e l'argilla! Scivolosissima! Fra me e me penso, se questi preti motociclisti partecipassero a una gara di motocross, senza dubbio sarebbero in testa. Ma due chilometri prima di arrivare, neanche le moto ce la fanno più. Bisogna abbandonarle. Metterli in un posto sicuro ed iniziare a fare i conti con il fango e l’argilla: scivolosissima ed a piedi. Qualcuno procede anche a piedi nudi! Un fango tutto rosso!
Si cammina per due chilometri, ed ecco si vede la cappella della missione che è anche una delle proposte per noi. La strada, se così si può chiamare, qui fa il capolinea. Siamo arrivati a Beandrarezona! Il paese che avrà all’incirca 4 mila abitanti, vive di agricoltura, coltivazione di risaie. Usano i buoi, ben messi perché il da mangiare non manca. I grandi e piccoli, sono contenti per la notizia che arriveranno dei missionari della Consolata in mezzo a loro. Ci si saluta per strada: Salami tupuktu. E si risponde, salami! Quanto inizierete a lavorare con noi? Rispondo, non subito perché prima devono imparare la lingua, la lingua malgascia.