Sulla catena montuosa del Nyambene si sono fermati i passi di Fratel Giuseppe Argese, missionario della Consolata. Ci ha lasciato inaspettatamente lo scorso 20 settembre. La gente lo conosceva per il nome di “Mukiri” il silenzioso, per la sua grande attenzione alle piccole cose e per il suo maestoso silenzio pieno di profondità. Per molti anni ha girato quelle montagne del Meru in Kenya in mezzo alle sue esplorazioni e riflessioni per fare diventare la vita della popolazione più agiata.
Da queste sue silenziose esplorazioni, dalla sua pazienza e forza di volontà, nacque l’opera ammirabile che è l’acquedotto di Tuuru. Un progetto di acquedotto che doveva avere qualche decina di chilometri di estensione e che oggi supera le centinaia, che doveva portare acqua a qualche centinaio di persone e ora disseta centinaia di migliaia.
Fratel Giuseppe Argese nacque a Martina Franca, cittadina della provincia di Taranto in Puglia nel sud d’Italia, il 10 novembre 1932. Entrò dai Missionari della Consolata per diventare Fratello missionario e fece la sua prima professione a Certosa di Pesio il 1° novembre 1953. Proprio lì ha lasciato il suo primo marchio nella costruzione della diga che ancor’oggi continua in funzione. La sua specializzazione era quella di muratore, ma le sue capacità e ingegno di molto superavano quel titolo. Infatti, i portici dell’antico seminario di Varalo parlano da sé e così anche la casa di Alpignano preparata per accogliere i fratelli durante il periodo formativo.
Fratel Giuseppe fu inviato in Kenya nel 1957 e destinato alle missioni del Meru, nella diocesi dello stesso nome. Li ha edificato la Cattedrale della Diocesi e tante altre chiese, dispensari, scuole, orfanatrofi, nei circa 60 anni della sua missione.
“Brother wa ruuji”, il Fratello dell’acqua
Agli inizi degli anni Settanta il problema dell’acqua era estremamente grave a Tuuru. Sovente la siccità era così aspra e lunga che soprattutto le donne, con molta difficoltà e pericolo facevano fatica a trovare l’acqua necessaria a dissetare loro e i loro bambini. Anche la casa accoglienza per bambini poliomielitici, costruita nella missione, passava per le stesse difficoltà. Bisognava trovare l’acqua. Il compito fu affidato a Fratel Argese che ha fatto base all’ingresso della foresta del Nyambene e ha osservato, riflettuto, fatto calcoli e con tecnici invitati e altri da lui formati sul posto, ha fatto sorgere, in 4 fasi consecutive, l’ora immenso Acquedotto di Tuuru.
Le ingenti somme per i materiali e per le spese di costruzione, vennero dalle numerose organizzazioni a cui lui ha saputo ricorrere con piani ben dettagliati, con le spese previste fino alle cose più minuziose, dimostrando così la serietà e necessità di questo pretensioso progetto. La mano d’opera l’ha trovata sul posto e anche ben preparata. Infatti, l’ha preparata proprio lui, come aveva fatto già dai tempi della costruzione della Cattedrale di Meru. Niente ruspe pesanti per il lavoro... “Certo, fanno più veloce” ... diceva, “ma tolgono il lavoro alla gente.” Invece, palle e picconi e tante mani che col loro lavoro sfamavano tante famiglie.
E oggi, dalle vertenti del Nyambene, montagna sacra per il popolo che vi abita, la vita sgorga e scorre dentro le tubature e fa vivere migliaia di persone sulle pianure aride sottostanti. E dove “Mukiri” aveva fatto la sua base, rinominata teneramente lo “Chalet dell’Orso”, oggi sorge la missione di Mukululu dove negli ultimi anni Fratel Argese ha concluso la costruzione del Santuario della Consolata. Infatti, fu da Lei che ha imparato e vissuto il ministero silenzioso della Consolazione, sugli insegnamenti del Beato Giuseppe Allamano che amava ripetere che “il bene va fatto bene... e senza rumore”.
Questo lavoro dedicato, paziente e ben organizzato, centrato nella gente e nei suoi bisogni, cui lui ha risposto usando tutto ciò che era possibile trovare sul posto, sulla traccia di uno sviluppo umano dignificante e sostenibile, ha guadagnato a Fratel Argese riconoscimenti un po’ ovunque. Nel 1995 fu nominato Cavaliere della Repubblica Italiana. Nel 1996, fu condecorato con il premio missionario “Cuore amico". Nel 1999 gli fu attribuito il titolo di “Servitor Pacis” (Servitore della Pace) dalla Missione di Osservazione della Santa Sede presso le Nazioni Unite (Path to Peace Fundation).
Ora, alla fine di tanti anni di missione, il suo silenzio parla più alto che mai, non con le parole, ma con le opere... “Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.” (Mc 9,41)
Missione acqua - l'acquedotto di fratel Argese in Kenya.
Acqua: Un diritto per tutti (Italiano)
A right running beneath the forest of Mukululu (English)