“Fare memoria della fedeltà di Dio”, ricorda P. Tobias, missionario della Consolata, è il motivo centrale che ha riunito insieme i membri della Direzione Generale IMC, alcuni confratelli della Casa Generalizia a Roma e la famiglia del Collegio Urbano, il 7 giugno 2018, nella vigilia della Solennità del Sacro Cuore di Gesù, per la celebrazione del suo giubileo di oro sacerdotale.
P. Tobias, portoghese di origine, nacque in un villaggio della parrocchia di Fundada piccola di territorio, ma grande per le vocazioni missionarie che ha dato alla chiesa e anche alla famiglia dei Missionari della Consolata. Nel 1954, a 11 anni, entrò nel Seminario minore di Fatima e ha fatto il Noviziato a Rosignano Monferrato in Italia. Compiuti gli studi filosofici e teologici ha emesso la professione religiosa perpetua a Washington dove venne anche ordinato sacerdote l’8 giugno 1968. Nel seguente 14 luglio celebra la prima Messa insieme alla comunità della sua parrocchia di origine.
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l'omelia di P. Stefano Camerlengo, Superiore Generale IMC
Nell’omelia della celebrazione del 50.mo anniversario, P. Stefano Camerlengo, Superiore Generale, ci ricorda poi come ha conosciuto P. Tobias parecchi anni fa. Ritornando P. Stefano in aereo dalla R.D. Congo dovette passare dal Portogallo. A P. Tobias ha chiesto di andare a prenderlo all’aeroporto. Però una difficoltà si presentava: loro due non si erano mai trovati prima di allora, come riconoscersi? Preoccupato in questi pensieri arriva a Lisbona e si mette a guardare a destra e a sinistra finché scorge P. Tobias appostato e sollevando in alto la rivista di famiglia “Missioni Consolata”. “Non c’erano dubbi li c’era un dei nostri, uno della Missioni Consolata”..., aggiunge P. Stefano, sottolineando il profondo senso di appartenenza che P. Tobias ha sempre manifestato alla famiglia dei Missionari della Consolata durante questi lunghi anni di missione, sia nell’attività apostolica in Kenya, nel suo servizio di Superiore in Portogallo, come recentemente da Segretario Generale dell’Istituto. Una presenza come sempre gioviale e umoristica, a volte con qualche borbottamento, riferiva P. Stefano, aggiungendo anche che però sono parole venute dall’amore alla Consolata.
Secondo Papa Francesco una presenza come pastore davanti al gregge aprendo la strada, una presenza in mezzo al gregge condividendo, ascoltando; una presenza dietro al gregge raccogliendo tutti perché nessuno si perda. Quindi ricorda che il sacerdote deve essere prima di tutto uomo: pieno di umanità e quindi uomo di Dio. Non tanto l’uomo che porta Dio che Lui è già ovunque, ma l’uomo che testimonia con la vita Dio. Questo perché parla di Dio e segue la volontà di Dio, perché cerca Dio: il Dio vivo, della misericordia e del perdono.
Questi ultimi due anni P. Tobias li ha passati come accompagnatore spirituale nel Collegio Urbano, condividendo la sua esperienza e amore per la missione con i giovani seminaristi di tutto il mondo che si preparano per diventare sacerdoti, e sacerdoti missionari.
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il Saluto di Mons. Viva, Rettore del Collegio Urbano
e il Saluto di P. Tobias Oliveira, IMC
Proprio ai seminaristi del Collegio, P. Tobias, e nella seconda delle “due parole” a conclusione della celebrazione, ha invitato a fare memoria. Fare memoria della fedeltà di Dio, poiché il nome del nostro Dio è fedeltà: fedeltà nell’amore. Parole referenziali certamente non solo per loro, ma anche per ciascuno di noi chiamati dal Signore.
Manca però ancora riferire la prima delle parole che fu un sentito ringraziamento a tutti i presenti: il Rettore del Collegio Mons. Viva, il Superiore Generale, i confratelli e coloro che in modo splendido hanno preparato la celebrazione, a suo avviso “un apparato un po’esagerato”. Ma un ringraziamento anche esteso ai non presenti e soprattutto a coloro che gli furono vicini durante questi anni. Un ringraziamento anche coloro che non sono più presenti qui perché sono andati all’aldilà: i suoi carissimi genitori Gioacchino e Maria.
Alla fine della celebrazione, Mons. Viva chiarifica che Papa Francesco, nonostante non fossi venuto alla celebrazione, si è fatto comunque presente inviando la sua Benedizione Apostolica che ha letto e consegnato al festeggiato. E dalla Messa siamo passati alla mensa concludendo la celebrazione di ringraziamento nella gioia della agape fraterna.