I popoli indigeni di Roraima, in Brasile, resistono alle invasioni delle loro terre e trasmettono alle nuove generazioni la loro lotta per l'autonomia
A Roraima, nella regione Nord del Brasile, le piogge iniziano a irrigare la terra riempiendo fiumi e torrenti. Nella Terra Indigena Raposa Serra do Sol (TI RSS), la vegetazione rigogliosa, rallegra gli oltre 20 mila indigeni Macuxi, Wapichana, Taurepang, Ingaricó e Patamona. L'area di 1,7 milioni di ettari è stata dichiarata “protetta” nel 2005, cioè ad uso esclusivo degli indigeni, dall’allora presidente Lula da Silva, dopo 34 anni di lotte che sono costate la vita a 21 indigeni e così rappresentano un esempio di resistenza contro l’invasione.
Monumento che ricorda l’omologazione della TI RSS in 2005. Maturuca.
Nella Costituzione Federale del 1988, lo Stato brasiliano riconosce che "le terre tradizionalmente occupate dagli indigeni sono destinate per il loro possesso permanente e avranno l'uso esclusivo delle ricchezze del suolo, fiumi e laghi in esso esistenti" (art.231, 2). La popolazione è cresciuta sempre organizzata in torno ai loro leader, il Tuxaua, in più di 200 villaggi nelle regioni di Surumu, Sierras, Baixo Cotingo e Raposa. Nelle comunità e nelle scuole di vario grado, dove oramai quasi tutti gli insegnanti sono indigeni, la presenza di bambini e dei giovani colpisce l’occhio del visitatore. Circa il 60% della popolazione ha meno di 15 anni, una garanzia per il futuro che, nel contempo, rappresenta delle sfide.
La ricerca di autonomia
Nel 1977, un centinaio di Tuxaua e altri rappresentanti indigeni alleati organizzarono una delle prime assemblee nella Missione di Surumu che fù interrotta dalla irruzione dei militari. I leader indigeni non furono intimiditi da tale repressione. Si dispersero per continuare altrove l'assemblea. Questo fatto è ricordato come primo atto pubblico di resistenza e della ricerca di autonomia del nascente movimento indigeno. Molto probabilmente è per questo che nel 2005 nella stessa Missione, furono bruciate la chiesa, la scuola e il centro di salute in uno dei numerosi attacchi orchestrati dagli invasori.
Il Lider storico macuxi Jacir de Souza recorda la resistenza
nella TI RSS. Comunità S. Mateo.La svolta fondamentale nella lotta è stato l’ impegno “Ou Vai ou Racha” quando gli indigeni, nel 26 aprile 1977, riuniti a Maturuca, un villaggio a 320 km da Boa Vista, decisero di dire “no alla bevanda alcolica, si alla comunità” avviando il processo di organizzazione che è culminato nella creazione del Consiglio Indigenista di Roraima (CIR). Un impegno che comprendeva la lotta all'invasione dei “garimpeiros” e degli agricoltori non indigeni.
Un grande impulso alla causa indigena è stato dato del successo del progetto “Una mucca per l'indio” lanciato nel 1980, che prevedeva l’affidamento ad ogni comunità indigena di 52 bovini e che a sua volta si impegnava, dopo cinque anni, a consegnare ad un'altra comunità altrettanti capi di bestiame. Questa iniziativa sostenuta dalla Chiesa cattolica e da tanti altri benefattore ha contribuito a creare degli allevamenti comunitari di oltre 30.000 bovini.
"Il piano di Dio per noi"
Presenti in Roraima dal 1948, solo nel 1971 i missionari della Consolata hanno fatto una chiara opzione per i popoli indigeni. E nel anno 1972 hanno iniziato a vivere nei villaggi, in mezzo alla gente. Un cambiamento radicale nello stile di evangelizzazione. Da una prospettiva meramente sacramentale, succube dei poteri forti del latifondo ad una pastorale profetica e liberatrice fatta dai villaggi e a fianco delle popolazioni indigene. Questa opzione assunta anche dalla diocesi di Roraima, ha causato persecuzioni, diffamazioni e minacce di morte per i missionari e per l’allora Vescovo, Mons. Aldo Mongiano, IMC, sulla cui testa era stata posta una taglia molto cospicua.
La celebrazione sottolinea la Parola di Dio nella vita della comunità di maturuca TI RSS Roraima.
La riflessione sul “Il Piano di Dio per noi” ha guidato l'azione di evangelizzazione integrando la fede e la vita in cui la liberazione dalla terra era l'obiettivo principale. E il Consiglio Indigenista Missionario (CIMI), fondato nel 1972, è diventato gradualmente un strumento di riflessione e appoggio alla causa.
Oggi, sette giovani sacerdoti missionari della Consolata africani, Philip Njoroge Njuma, James Murimi Njimia, Joseph Musito, Jean Tuluba, Jean-Claude Bafutanga, Joseph Mugerwa, Gabriel Ochieng insieme a Francesco Bruno, un fratello missionario italiano, accompagnano le comunità indigene nella TI RSS. Inoltre nella zona lavorano tre suore missionarie della Consolata.
Padre Philip saluta la comunità di S. Mateo TI RSS
Padre Philip Njoroge sottolinea che “i protagonisti sono gli indigeni. Seguiamo e camminiamo insieme in modo che le loro vite prosperino nel pieno rispetto dei loro diritti, della loro cultura e saggezza ancestrale”. Dopo 70 anni di presenza, per una congregazione che ha nel suo DNA la missione ad gentes, l'esperienza di lavoro missionario in Raposa Serra do Sol ha insegnato ai missionari a camminare con le popolazioni indigene, con le loro speranze e lotte, gioie e conflitti, rompendo confini e i modelli tradizionali di evangelizzazione.
Il professor Ednaldo Pereira André, secondo tuxaua di Maturuca, riassume così le grandi sfide: "Rispettare gli impegni, prendersi cura della terra e intensificare la produzione, in sintonia con il Piano di Dio su di noi lavorare nelle comunità per affrontare insieme i problemi e gli ostacoli. È urgente investire nella formazione dei leader: tuxaua, coordinatori di comunità, mandriani, catechisti e agenti di salute... in modo che capiscano bene il loro ruolo”.
Raduno con i Leader a
TI RSS Roraima.Inácio Brito, uno dei primi insegnanti a implementare l'educazione indigena, chiede una maggiore presenza nelle comunità per aiutare a combattere le minacce. “Oggi la politica dei partiti vuole dividere disseminando i pastori evangelici nelle comunità in cui le leadership indigene sono deboli”, afferma il professore. “Vogliono toglierci i diritti garantiti dalla Costituzione: educazione, salute, trasporti, progetti, ecc. Questa è una persecuzione. La lotta per la terra è nata dall'unione tra le varie regioni, ma molto è cambiato nonostante il CIR continui nel suo sforzo di coordinamento”. La strategia dei politici e dello Stato è chiara: dividere i gruppi per indebolire il popolo. Ci sono evidenze chiare di questa strategia, come l'Emendamento Parlamentare del deputato federale Édio Lopes in collaborazione con il senatore Romero Jucá, che ha portato una mandria di bovini alle comunità, precisamente due politici notoriamente anti-indigeni. Questa decisione è criticata per la dipendenza che può creare e per l’uso politico che se ne può fare. “Non è sbagliato ricevere queste “offerte” di bestiame perché recentemente abbiamo avuto molte perdite. Ma dobbiamo fare attenzione alla strumentalizzazione e al pericolo di invasione e divisione che ne può derivare. I politici ci hanno sempre dato contro e adesso improvvisamente ci offrono il miele. Dobbiamo aprire gli occhi ", avverte Brito.
Le donne sono impegnate attraverso l'Organizzazione delle Donne Indigene di Roraima (OMIR) con progetti di formazione e sostenibilità economica. Una delle coordinatrici, Marisete de Souza, indica i risultati ottenuti che includono l’aumento dei capi di bestiame, miglioramento della coltivazione e l’incarico di tuxaua assunto da alcune donne. “Il nostro lavoro mira a rafforzare l'identità e le tradizioni. Lo facciamo con la pianificazione di workshop, seminari, assemblee e corsi. Il nostro ruolo di donna, madre, moglie e attivista del movimento indigeno è lottare per la sostenibilità e contro le bevande alcoliche. Lavoriamo insieme ai missionari che ci appoggiano”.
Protezione della terra
Dopo la fine del latifondo nella TI RSS, gli indigeni hanno occupato aree strategiche. Nuove comunità sono nate. Per esempio, dov'era la azienda del signore Jair, a 250 km da Boa Vista, cinque famiglie hanno creato la comunità San Matteo, che ora comprende ben 19 famiglie. Questa comunità si è incontrata per discutere i problemi e rinnovare gli impegni. Per tre giorni, adulti e giovani discutono. I bambini accompagnano e scrivono sui loro quaderni. Matias de Lima e Jacir José de Souza, due leader storici fanno memoria della lotta. Per Jacir, le principali sfide sono “raccontare ai giovani e bambini i risultati ottenuti e gli impegni da mantenere. Inoltre essere sempre in allerta con nuovi tentativi di invasione”.
Leder Macuxi. Matias de
fa memoria della lotta. Comunità S. Mateo TI RSS.Matias de Lima ricorda di essere stato arrestato e picchiato riportando la rottura della clavicola. “Sono preoccupato. Una volta i tuxaua erano determinati, ora vedo insicurezza. I politici stanno comprando alcuni tuxaua, dei coordinatori e la gente. Se non apriamo gli occhi, soffriremo ancora ", avverte il vecchio lottatore della causa indigena. “Non possiamo rinunciare ai nostri impegni. Se cadiamo, dobbiamo alzarci. Questi bambini hanno bisogno di terra per piantare e mangiare. Io continuerò la lotta finché avrò vita”.
Bambino prende appunti
memoria della lotta durante il raduno nella Comunità S. Mateo TI RSS.Il tuxaua della comunità, Martinho Macuxi Souza, uno dei figlio di Matias, ricorda che “prima il bianco ci proibì di cacciare, pescare e coltivare. Hanno arrestato, picchiato e bruciato le nostre case e la Missione Surumu. Oggi non vediamo più i nostri parenti soffrire violenza. Non voglio le mucche offerte dal governo e dai politici", ribadisce. "Per quanto riguarda la terra, stiamo cercando di fare il nostro meglio seguendo i principi di una agricoltura sostenibile e la formazione tecnica che riceviamo presso scuola di Surumu, su come allevare il bestiame e coltivare ortaggi senza pesticidi. Facciamo ancora troppo poco per custodire e proteggere la terra ", sostiene Martinho.
Casa del villaggio della
S. MateusI coniugi Edinho Batista e Catiane di Souza, sono appena rientrati da Brasilia (DF) dove avevano partecipato alla “15° Acampamento Terra Livre” (ATL), che dal 23 al 27 aprile ha riunito 3.000 indigeni da tutto il Brasile. Ci sono ancora 836 terre indigene da demarcare. "Ci sforziamo di custodire e proteggere la nostra Madre Terra, ora vogliamo aiutare anche altri fratelli e sorelle indigeni a liberare la loro terra", dice Edinho. Per Catiane “la partecipazione delle donne è stato determinata e forte. Ora informerò le comunità sulle decisioni prese”. Con il tema "Unificare la lotta in difesa degli indigeni: la garanzia dei diritti originali dei nostri popoli", il ATL a Brasilia, si è svolto mentre tutt’intorno si percepisce una forte recrudescenza anti-popoli indigeni e un clima di ostilità da quando è stata promulgata la Costituzione Federale del 1988.
Nella TIRSS, nonostante gli investimenti, sono tuttora visibili nella riserva i problemi relativi alla salute, educazione, sicurezza e infrastrutture. La salute delle popolazioni è di competenza del Segretariato della Salute Indigena (SESAI) creato nel 2010.
Inaugurazione della
costruita con l’aiuto della Consolata ONLUS nel villaggio di Linha Seca.Quasi tutte le comunità hanno scuole elementari. Alcuni centri principali hanno fino alle scuole secondarie e il programma di Educazione per i Giovani e Adulti (EJA). Sfortunatamente molte strutture si trovano in una situazione precaria richiedendo riforme, cosa che raramente viene fatta dalle autorità pubbliche. Per costruire nuove scuole e centri sanitari, alcune comunità si affidano ai progetti della Chiesa cattolica e all'aiuto dei missionari. L'Ufficio Progetti della Fondazione Missioni Consolata Onlus ha appoggiato alcuni di questi progetti. Le distanze e le condizioni delle strade rendono il lavoro difficile e costoso.
Scuola elementare nella località di Serrinha costruita con l’aiuto della Consolata ONLUS.
Spesso, l’aiuto alle popolazioni indigene è rallentato dalle dispute di competenza tra i vari organismi amministrativi del Governo Federale, dello stato e del municipio. Da non sottovalutare inoltre il peso negativo della propaganda dei latifondisti e dei politici contro l’omologazione che per loro continua ad essere un fallimento e che deve essere rivisto.
La vita nella Raposa Serra do Sol è migliorata dai tempi del latifondo. Gli indigeni hanno ripreso le loro attività tradizionali e ripreso i valori culturali, anche se con difficoltà. C'è molta vita, organizzazione, molta gioventù, cibo, spiritualità e senso di cittadinanza. La miseria è nell'eredità lasciata dagli invasori che hanno violentato, bruciato case, chiese, scuole, centri sanitari e che rappresentano tuttora una minaccia all'autonomia e alla dignità delle popolazioni indigene.
Sull'autore:
* Consigliere Generale dei missionari della Consolata.
Chiesa
Maturuca TI RSS Roraima.Raduno con i
Indigeni di Maturuca.Messa nella Comunità Linha Seca TI RSS Roraima.
P. Joseph
durante la messa nella comunità Linha Seca.Inaugurazione della scuola a Linha Seca.
S. Mateo TI RSS Roraima.
P.
saluta la comunità di S. Mateo.Bambini
appunti degli impegni del raduno nella comunità S. Mateo.Bambini della
S. Mateo.Signora Hilaria da
una delle fondatrici del villaggio di Cantagalo TI RSS Roraima, con la nipote Maria Eduarda.Missionari della Consolata in Assemblea a Boa Vista, Roraima.
Fratello Carlo Zacquini e P. Corrado
nel Cento di Documentazione Indigena di Boa Vista.