Lettera aperta: Carissimi seminaristi, futuri sacerdoti diocesani...

Pubblicato in I missionari dicono

“La chiesa è missionaria o non è chiesa”. (Papa Francesco)

 

Da due anni ho avuto l’incarico dono di essere il Visitatore a nome delle Pontificie Unione del Clero - P.U.M.- e del nostro Istituto Missioni Consolata dei seminari diocesani d’Italia. Ho visitato i seminari della Puglia, Basilicata, Campania e Calabria.

Sappiamo che la CEI (Conferenza Episcopale Italiana) ha commissionato alla PUM (Pontefice Unione del Clero) l’organizzazione per una visita dei rappresentanti degli Istituti Missionari a tutti i seminari d’Italia. Oggi abbiamo otto Istituti missionari italiani che si impegnano in questo servizio con un Segretariato Nazionale con il nome: Missio Consacrati - Fondazione Missio.

Oltre ai quattro Istituti Missionari: S.X. (Saveriani), MCCI (Comboniani), PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere) e IMC (Istituto Missioni Consolata), si sono aggiunti : OMI (Missionari Oblati di Maria Immacolata) , SMA (Società Missioni Africa) C.M.V. (Comunità Missionaria di Villaregia) e M.AFR. (Missionari Africa o Padri Bianchi).

L’organizzazione prevede che ogni visitatore ogni anno riceva a turno delle Regioni d’Italia.

23 INMD Catanzaro Messa

Il perché di questa lettera.

Nelle conversazioni soprattutto con i giovani e gruppi parrocchiali tantissimi mi fanno sempre una domanda: “Ma, padre, che cosa dice ai nostri futuri preti?”

Rispondo: Questa è una domanda molto interessante. Di risposta chiedo a loro: “E voi che cosa pensate che dovrei dire?”

Tante sono le risposte. Assommandole posso dire che i giovani e le comunità cristiane normalmente pensano e credono che tanti sacerdoti dovrebbero “cambiare” ma non sanno in che cosa cambiare. Mi dicono: “Papa Francesco ci chiede di vivere la Gioia del Vangelo ed essere pronti ad “uscire” e portare la Gioia del vangelo al mondo. Ma che cosa vuol dire per i nostri preti?”

Una risposta:

Brevemente affermo che ogni seminarista sta già sognando di essere quale tipo di prete. In pratica chiedo: “Che tipo di prete state sognando di essere?” Senz’altro c’è già dentro di voi questo l’immagine concreto: “Io voglio essere come quel prete, come quel professore, come quell ….”

“Il giovane che non sogna, dice Papa Francesco, è già vecchio.”

Se questo è vero per tutti i giovani, quanto più vale per i seminaristi che tanti di voi ormai è vicina la data degli Ordini Minori, del Diaconato e anche del Sacerdozio.

23 INMD colloquio GAMIS

Riflessione sulla storia di una chiesa che si riconosce missionaria.

Gli inizi degli anni 1900 tramite il Beato Paolo Manna del PIME con il suo motto: “Tutta la chiesa per tutto il mondo” ; S. Guido Maria Conforti , il fondatore dei Saveriani e l’Allamano Giuseppe fondatore dei missionari/e della Consolata. Insieme i tre diedero inizio alle PUM (Pontefice Unione del Clero). Nel 1916 per la prima volta si celebra la Giornata Missionaria. Da notare che i primi sacerdoti missionari non erano sacerdoti missionari religiosi, ma erano sacerdoti diocesani, che oggi chiamiamo: Fidei Donum”, che con uno spirito missionario si mettevano al servizio della chiesa pronti a portare il Vangelo dove era più necessario.

Dato l’inizio la chiesa seguendo le vicende storiche della chiesa giunse alla fine della seconda guerra mondiale essendo papa Pio XII.

Pio XII nel 1957 dona alla chiesa l’enciclica: Fidei Donum messaggio fondamentale e valido ancora oggi per una chiesa missionaria.

A Pio XII succede Giovanni XXIII che esce dal Vaticano e in treno si reca a Loreto e il 11 Ottobre 1962 apre il Concilio Vaticano II.

A papa Giovanni XXIII succede Palo VI. Illuminanti sono i suoi messaggi per la Giornata Missionaria Mondiale .

23 INMD Molfetta Gamis

Ma meditiamo il seguente “sogno” di Paolo VI che racchiude tutto Paolo VI missionario.

“Sogno una Chiesa”

Sogno una Chiesa che è Porta Santa , aperta, che accoglie tutti, piena di compassione e di comprensione per le pene e le sofferenze dell'umanità, tutta protesa a consolarla.

Sogno una Chiesa che è Parola, che mostra il libro del Vangelo ai quattro punti cardinali della terra, in un gesto di annuncio, di sottomissione alla Parola di Dio, come promessa dell'Alleanza eterna.

Sogno una Chiesa che è Pane, Eucaristia, che si lascia mangiare da tutti, affinché il mondo abbia la vita in abbondanza.

Sogno una Chiesa che è appassionata di quella unità che ha voluto Gesù.

Sogno una Chiesa che è in cammino, Popolo di Dio, che dietro al Papa che porta la croce, entra nel tempio di Dio e pregando e cantando va incontro a Cristo Risorto, speranza unica, incontro a Maria e a tutti i Santi.

Sogno una Chiesa che porta nel suo cuore il fuoco dello Spirito

Santo, e dove c'è lo Spirito, c'è la libertà, c'è il dialogo sincero con il mondo; e specialmente con i giovani, con i poveri e con gli emarginati, c'è il discernimento dei segni dei nostri tempi.

Sogno una Chiesa che è testimone di speranza e di amore, con fatti concreti, come quando si vede il Papa abbracciare tutti... nella grazia di Gesù Cristo, nell'amore del Padre e nella comunione dello Spirito, vissuti nella preghiera e nell'umiltà.

Sogno una comunità formata da fratelli e sorelle, ma il cui termine «fratello» o «sorella» non venga appiccicato addosso dall'abitudine, ma guadagnato, sudato da tutti, giorno per giorno. Sogno una comunità in cui il «reale» sia la legge fondamentale da cui dipendono tutte le altre leggi. Il reale: ossia queste persone concrete, con questa mentalità, con questa cultura, con questa formazione, con queste doti, con questa età, in questa situazione particolare, in questo ambiente, con questa missione da compiere, in questo tempo.

Sogno una comunità in cui venga riconosciuto il primato della persona. E tutti siano convinti che il «bene comune» non può che coincidere sempre con il bene delle singole persone. Una comunità costruita in rapporto alle persone. Una comunità in cui le strutture e le opere siano in funzione dell'equilibrio, dello sviluppo, della crescita delle persone.

Sogno una comunità nella quale l'uguaglianza fondamentale di tutti i membri venga riconosciuta e accentuata con tutti i mezzi. Sogno una comunità in cui manchino i privilegiati; semmai i privilegiati siano i piccoli, i deboli, gli ultimi, una comunità nella quale domini la «mentalità della catena», secondo cui la forza e la consistenza della catena nel suo insieme viene data dall'anello più debole.

Sogno una comunità in cui non ci sia tempo da perdere per le sciocchezze e i pettegolezzi, per le insinuazioni, i sospetti, le maldicenze, le chiacchiere: dove ci si ama non c'è mai tempo da perdere, perché nulla ci può assorbire come l'amore. Una comunità in cui nessuno si prenda troppo sul serio, ma ognuno si senta preso sul serio dagli altri.

Sogno una comunità in cui venga scoraggiato bruscamente ogni tentativo, da qualunque parte si manifesti, di parlare male di una persona assente. Una comunità in cui tutti si trovino «al sicuro». Ossia ognuno si trovi al sicuro in fatto di libertà, dignità, rispetto e, soprattutto, responsabilità personale.

Sogno una comunità in cui ciascuno abbia il coraggio di esprimere liberamente il proprio pensiero. In cui le opinioni espresse dai singoli vengano prese in considerazione per il peso effettivo degli argomenti portati, e non per le altre valutazioni opportunistiche, autoritarie o emozionali. Una comunità in cui ogni membro venga considerato da tutti gli altri «uno di cui ci si può fidare». E ciascuno si impegni ad esserlo per davvero.

Sogno una comunità nella quale tutti si lascino mettere in discussione e il linguaggio sia schietto, e non si abbia paura della verità; anche perché lo stile abituale è uno stile di verità che penetra, scomoda, ma non umilia nessuno. Una verità che guarisce sia pure dolorosamente, ma non ferisce, perché... felicità è poter dire la verità senza far piangere nessuno.

Sogno una comunità in cui tutti quelli che si «atteggiano» a maestri vengano condannati a vivere le parole; tutti quelli che si atteggiano a «giudici» vengano condannati a sentirsi complici. Una comunità in cui l'unico sospetto valido sia il sospetto che qualche fratello o sorella non ricevano la quota d'amore che spetta loro.

 I giovani sono in cerca di autenticità. A tutti noi chiedono soltanto di essere dei testimoni, così che la loro “sete di autenticità”, come il beato Paolo VI la chiama nell’Evangelii Nuntiandi, possa essere soddisfatta. Le parole di Paolo VI esprimono ancora lo spirito di colui che le ha scritte: «Si ripete spesso, oggi, che il nostro secolo ha sete di autenticità.

 Sogno venti, cinquanta, mille comunità che dimostrino che.. ho sognato la realtà! (Paolo VI)

23 INMD Molfetta testimonianza

Il Concilio Vaticano II, specialmente con i documenti : Lumen Gentium, Ad Gentes, e Gaudium et Spes, ha cambiato radicalmente la visione della chiesa.

A Paolo VI succede il papa del sorriso: Giovanni PAOLO I

I viaggi di Giovanni Paolo II estendendo i confini della chiesa sino agli estremi confini del mondo e dando piena e gioiosa fiducia ai giovani con le GMG.

A Giovanni Paolo II succede papa benedetto XVI che dona alla chiesa che la fede ha bisogno della regione: per agire è fondamentale conoscere e … capire per fare delle vere scelte.

A Benedetto XVI succede papa Francesco che in pratica con la sua Esortazione Apostolica: Evangelii Gaudium ci dono il “Tom Tom “ o “Il Navigatore” per una “Chiesa in uscita!” Chiara è l’affermazione: “La chiesa è missionaria o non è chiesa!”

Segue brevemente la presentazione dell’Esortazione Apostolica ponendo “il sogno di chiesa dell’E.G.” nella realtà delle diocesi e nelle parrocchie.

A questo punto pongo una domanda: “Quale sogno di chiesa hai, e quale sogno programmi di essere quando tu sarò sacerdote “Alter Christus”? Dove metterai la parola “missionario”.

Pongo la fondamentale descrizione che si trova nell’introduzione dell’ E:G.:

“La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia”. (EV)

23 INMD Potenza 4

Toccando i seguenti punti per realizzare una CHIESA IN USCITA: 

Le trasformazione missionaria della chiesa: chiesa discepola missionaria.

Nella crisi dell’impegno della comunità: creatività missionaria.

L’annuncio del vangelo: esplosione missionaria: il discepolo missionario.

La dimensione sociale dell’evangelizzazione e

Evangelizzazione con Spirito: la gioia missionaria, sogno missionario, uscita missionaria.

Testimonianza missionaria: i seminaristi e i futuri sacerdoti/missionari hanno bisogno di testimonianze di vita vissuta per Cristo in servizio a fratelli e sorelle ritenuti lo scarto della società.

La parola di Dio per le testimonianze date ai gruppi, a tutta l’assemblea convocata in chiesa o nel salone.

23 INMD Potenza RCC

Matteo 16, 21-23 21 Da allora Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno. 22 Ma Pietro lo trasse in disparte e cominciò a protestare dicendo: «Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai». 23 Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».

Mc 8, 31 – 33 - 31 E cominciò a insegnar loro che il Figlio dell'uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare. 32 Gesù faceva questo discorso apertamente. Allora Pietro lo prese in disparte, e si mise a rimproverarlo. 33 Ma egli, voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: «Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».

Prima o dopo nella nostra vita ognuno di noi deve incontrare Cristo, un Cristo che ci chiama a seguirlo in cui “il sorpasso è proibito”

Vedi, Pietro suggerisce a Gesù che mai gli deve capitare di soffrire e morire. “Vai dietro, Satana, tu mi sei di ostacolo!” La lezione è chiara: “Se mi ami, seguimi!” porta la tua croce e vieni dopo di me.

Se si segue veramente Cristo approfondendo la vocazione di essere discepolo missionario il momento viene quando puoi capire perché Gesù cercava momenti di preghiera durante l i quali si confrontava con il Padre e così essere pronto sino a sudare sangue a dire: “non la mia volontà sia fatta ma la tua, Padre!”

La vita del discepolo missionario deve avere questi momenti di sofferenza per poter capire ed accettare il mistero salvifico della croce e della morte e risurrezione del primo missionario del Padre: Cristo.

Solo allora si abbraccia volentieri parte della propria chiamata al sacerdozio le parole della Fideii Donum circa i presbiteri.

Due testi proposti non solo da leggere ma da meditare e immettere nel sogno di essere sacerdote – missionario.

23 INMD SALERNO 2

Da “ Presbyterorum ordinis”:

1.- 67. Collaboratori del vescovo, i presbiteri in forza del sacramento dell'ordine sono chiamati a condividere la sollecitudine per la missione: «Il dono spirituale che i presbiteri hanno ricevuto nell'ordinazione non li prepara a una missione limitata e ristretta, bensì a una vastissima e universale missione di salvezza, "fino agli estremi confini della terra", dato che qualunque ministero sacerdotale partecipa della stessa ampiezza universale della missione affidata da Cristo agli apostoli». 134 Per questo motivo, la stessa formazione dei candidati al sacerdozio deve mirare a dar loro «quello spirito veramente cattolico che li abitui a guardare oltre i confini della propria diocesi, nazione o rito, per andare incontro alle necessità della missione universale, pronti a predicare dappertutto il Vangelo».135 Tutti i sacerdoti debbono avere cuore e mentalità missionaria, essere aperti ai bisogni della chiesa e del mondo, attenti ai più lontani e, soprattutto, ai gruppi non cristiani del proprio ambiente. Nella preghiera e, in particolare, nel sacrificio eucaristico sentano la sollecitudine di tutta la chiesa per tutta l'umanità. Specialmente i sacerdoti che si trovano in aree a minoranza cristiana debbono essere mossi da singolare zelo e impegno missionario: il Signore affida loro non solo la cura pastorale della comunità cristiana, ma anche e soprattutto l'evangelizzazione dei loro compatrioti che non fanno parte del suo gregge. Essi «non mancheranno di rendersi concretamente disponibili allo Spirito santo e al vescovo, per essere mandati a predicare il Vangelo oltre i confini del loro paese. Ciò richiederà in essi non solo maturità nella vocazione, ma pure una capacità non comune di distacco dalla propria patria, etnia e famiglia, e una particolare idoneità a inserirsi nelle altre culture con intelligenza e rispetto»

23 INMD Seminaristi Ta a Molofetta

2 . - Dimensione universale della vocazione missionaria del presbitero ……

Anticipando profeticamente queste intuizioni, la Fidei donum aveva invitato i sacerdoti a mettersi a disposizione delle Chiese d'Africa, facendo così superare la dimensione territoriale del servizio presbiterale, per destinarlo a tutta la Chiesa. (Messaggio per la giornata missionaria mondiale 1982). Nel contempo aveva sollecitato i vescovi a coniugare il ministero della propria diocesi con il servizio alla Chiesa universale.

L 'esperienza di questi anni ha dimostrato la validità e originalità della presenza del sacerdote diocesano in missione, in complementarità con le altre espressioni missionarie già operanti: il presbitero è divenuto stimolo per la formazione del clero locale, perché si presenta come modello diocesano.. Egli stesso, avendo, di norma, esercitato una attività pastorale prima di partire, si dimostra idoneo per il consolidamento delle comunità cristiane e per l'incardinazione nella Chiesa che l'ha inviato e coinvolge nel suo impegno di cooperazione il vescovo, il presbiterio e l'intera diocesi.

Proposte concrete a tutti i seminaristi e in particolare ai futuri Diaconi e Sacerdoti:”Sognate, sognate un’esperienza missionaria di qualche anno tramite le organizzazione diocesane o gli Istituti missionari!”

Questa è la via per essere pastori di una chiesa nel mondo, col mondo e per il mondo!

Concludo la visita citando il Beato Giuseppe Allamano: “Ci vuole fuoco per essere missionari!” e “Non dire mai non tocca a me!” e la preghiera di Tonino Bello saluto i seminaristi.

23 INMD Taranto a

PREGHIERA

La Strada vi venga sempre dinanzi
e il Vento vi soffi alle spalle
e la Rugiada bagni sempre l'erba
su cui poggiate i passi.
E il Sorriso brilli sempre sul vostro volto.
E il Pianto che spunta sui vostri occhi
sia solo pianto di felicità.
Qualora dovesse trattarsi di lacrime
di amarezza e di dolore,
ci sia sempre qualcuno o qualcuna
pronti ad asciugarvele.
E il Sole entri a brillare
prepotentemente nella vostra casa, a portare
tanta Luce, tanta Speranza
e tanto Calore. Amen (Tonino Bello)

23 INMD Vescovo e missione

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