Cristianesimo e schiavitù a Bagamoyo - Tanzania (IT-PT)

Pubblicato in I missionari dicono

Un gruppo di missionari della Consolata che partecipa all'Assemblea della Congregazione in Africa, domenica, giorno 14 di gennaio, ha visitato Bagamoyo, una città storica della Tanzania fondata alla fine del secolo XVIII. Situata a 75 km da Dar es Salaam sulla costa dell'Oceano Indiano, vicino all'isola di Zanzibar, Bagamoyo era uno dei porti commerciali più importanti dell'Africa orientale. Attualmente, la città ha circa 30.000 abitanti ed è considerata Patrimonio dell’Umanità. Per la sua storia ha un volto arabo: questo è visible nella gente, le case, gli infissi delle porte e la vecchia fortezza ...

Nei secoli la regione ha visto diverse dominazioni: nel 1400 l´occupazione dagli arabi che iniziarono diverse attività commerciali, poi la dominzaione portoghese nel 1550, seguita nel 1750 dal dominio dell'Oman, paese arabo e infine nel 1890 l'occupazione della regione fu divisa tra tedeschi e britannici.

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La sua storia è stata segnata in modo drammatico dalla tratta degli schiavi provenienti dalla regione dal Lago Tanganica e dal Lago Vittoria che a Bagamoyo venivano venduti in cambio di di perle, cotone e altri prodotti. Venivano poi trasportati a Zanzibar per venduti ai paesi arabi.

Il nome Bagamoyo deriva dall´espressione "Bwaga moyo", pronunciata dagli schiavi mentre raggiungevano la spiaggia. Questo significa, "uccidi il tuo cuore" poichè non c'era speranza di fuga. Nel corso degli anni, circa un milione di persone sono state incatenate, costretti a camminare fino a 1.200 km, soffrendo la sete e la fame. Arrivati a Bagamoyo erono ammucchiati in prigione per essere venduti. Provavano una sofferenza estrema per aver lasciato indietro la loro gente, famiglia, cultura e lingua. A Bagamoyo la tratta degli schiavi è raccontata attraverso foto, cimeli e lettere custodite in un museo vicino alla Missione cattolica. Cinghie, catene, fruste, foto di schiavi incatenati al collo...

Va ricordato che gli schiavi venduti in Europa, Nord America e Sud America non provenivano dalla costa orientale dove si trova la Tanzania, ma dalla costa dell'Oceano Atlantico nell'Africa occidentale (Senegal, Congo, Angola, Togo, Guinea Equatoriale, Gabon, Togo ...). Tra il 1650 e il 1860, circa 10 al 15 milioni di schiavi furono portati nel Continente Americano.

Oggi la schiavitù continua assumendo forme ancora più drammatiche: migliaia di africani fuggono dalla fame e dalle guerre e sono costretti a pagare loro stessi i trafficanti per attraversare il deserto e il mare nel tentativo di raggiungere l'Europa. A volte passano da un gruppo di trafficati a un altro: subendo abusi indicibili soprattutto le donne e i bambini. Centinaia muoiono nel deserto e nel mar.

Bagamoyo è diventata la porta del cristianesimo in Tanzania e nella costa dell'Africa orientale. I missionari tedeschi dello Spirito Santo (Spiritani) arrivarono sull'isola di Zanzibar nel 1863 per lottare per la liberazione degli schiavi e da lì andarono poi a Bagamoyo dove arrivarono nel 1868. Una croce issata ai bordi della spiaggia ricorda il luogo dello sbarco. Hanno costruito il “Freedom Village”, il Villaggio della libertà per ospitare gli schiavi liberati che con il tempo diventarono molti ... L'iniziativa ha dato forza al movimento che poi ha portato allábolizione della schiavitù.

Circa 50 missionari e missionarie sono sepolti nel cimitero locale. Una lapide riporta i loro nomi, alcuni sono morti molto giovani dai 21, ai 29 anni di età per malaria e altre malattie tropicali. È un seme del cristianesimo che è germogliato e cresciuto in modo straordinario nei suoi 150 anni (1868 - 2018) di vita in Tanzania e in tutta la regione. A Bagamoyo, il cristianesimo ha la stessa età del albero di Baobab piantato nel 1868 nel cortile della Missione e che oggi misura più di 13 metri di circonferenza.

Le statistiche mostrano che il 53,20% della popolazione della Tanzania è cristiana, seguito da musulmani che costituiscono il 31,62%. I seguaci di credenze tradizionali rappresentano il 13,40% della popolazione.

I missionari della Consolata arrivarono in Tanzania il 18 di maggio del 1919. Erano italiani dalle missioni in Kenya. Oggi, 54 sacerdoti e fratelli IMC lavorano nel paese, nelle diocesi di Dar-es-Salaam, Dodoma, Iringa, Morogoro, Njombe e Singida.

Bagamoyo era anche il punto di passaggio per gli esploratori. I più famosi sono i britanici, Henry Morton Stanley, un giornalista e David Livingstone, missionario anglicano, uno dei primi europei da esplorare l'interno dell'Africa. È morto vittima di malaria nello Zimbabwe. Il suo corpo fu portato a Bagamoyo e poi trasportato in barca nel Regno Unito.

Ecco un altro piccolo pezzo della storia dell'Africa, Continente di speranza con le sue sfide e contraddizioni.

(Dar es Salaam, Tanzania, 14 gennaio 2018, Giornata Mondiale dei Migranti e dei Rifugiati).

 

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O cristianismo e escravidão em Bagamoyo

Um grupo de missionários da Consolata que participa da Assembleia da congregação na África, visitou neste domingo, 14 de janeiro, Bagamoyo, cidade histórica da Tanzânia fundada no final do século XVIII. Localizada a 75 km de Dar es Salaam na costa do Oceano Índico, próxima a ilha de Zanzibar, Bagamoyo foi um dos mais importantes portos de comércio da África Oriental. Atualmente, a cidade possui cerca de 30.000 habitantes e é Patrimônio da Humanidade. Pela sua história tem um rosto árabe: as pessoas, as casas, as portas embutidas, a velha fortaleza...

Por volta do ano 1400 a região foi ocupada pelos árabes com vários pontos comerciais. Em 1550 os portugueses assumiram a supremacia. Já em 1750 a região conheceu o domínio do Omã, país árabe. Em 1890 dividiram a ocupação da região os Alemães e os Britânicos.

A sua história tem marcas do comércio de escravos. Em Bagamoyo aportavam os escravos provenientes do lago Tanganyika e do lago Vitória para serem trocados por pérolas, algodão e outros produtos. Eram depois embarcados para Zanzibar e vendidos aos países árabes.

“Bwaga moyo”, teriam dito os escravos ao chegarem à costa. Quer dizer: “mata o teu coração” uma vez que não havia qualquer esperança de fuga. Ao longo dos anos, cerca de um milhão de pessoas foram acorrentados tendo que andar até 1.200 km, sofrendo sede e fome. Chegando a Bagamoyo ficavam amontoados em uma fortaleza (prisão) para serem vendidos. O sofrimento continuava ao deixarem para traz o seu povo, família, cultura e língua. Um museu junto à Missão católica guarda marcas desse horror. Cepos, correntes, chicotes, fotos de escravos acorrentados pelo pescoço...

É bom recordar que, os escravos vendidos para a Europa, América do Norte e América do Sul (inclusive para o Brasil) não eram provenientes da costa Oriental onde está situada a Tanzânia, mas da costa do Oceano Atlântico na África Ocidental (Senegal, Congo, Angola, R. Centro Africana, Togo, Guiné Equatorial, Gabão, Togo...). Entre os anos 1650 e 1860, foram levados para o Continente Americano, cerca de 10 a 15 milhões de escravos.

Hoje a escravidão continua e com um agravante: milhares de africanos devem, eles mesmos, pagar para serem traficados por grupos de traficantes na travessia do deserto e do mar na tentativa de chegar à Europa. Muitos passam do controle de um grupo ao outro. Mulheres e crianças são abusadas. Centenas morrem no deserto e no mar...

 

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Berço do cristianismo

Bagamoyo é também o berço do cristianismo na Tanzânia e costa da África oriental. Os missionários do Espírito Santo (Espiritanos) alemães chegaram à Ilha de Zanzibar em 1863 para apoiar a libertação dos escravos e dali rumaram a Bagamoyo onde chegaram em 1868. Uma cruz à beira da praia recorda o lugar do desembarque. Eles construíram a “Freedom Village” (Vila da Liberdade) para abrigar os escravos resgatados. E foram muitos... A iniciativa deu força ao movimento abolicionista.

No cemitério local estão sepultados cerca de 50 missionários e missionárias. Uma lápide registra seus nomes e idades: 21, 22, 23, 24, 27, 28, 29.... anos. Muitos jovens morriam vítimas da malária e outras doenças tropicais. São semente do cristianismo que germinou e cresceu de modo extraordinário nos seus 150 anos (1868 – 2018) de vida na Tanzânia e região. A mesma idade tem a centenária árvore Baobá plantada em 1868 no pátio da Missão e que hoje mede mais de 13 metros de circunferência.

Estatísticas revelam que 53,20% da população da Tanzânia é seguidora do Cristianismo, seguem-se os muçulmanos que perfazem 31,62%. Os seguidores de crenças tradicionais correspondem a 13,40% da população.

Os missionários da Consolata chegaram na Tanzânia no dia 18 de maio de 1919. Eram italianos provenientes das missões do Quênia. Hoje trabalham no país 54 padres e irmãos IMC, nas dioceses de Dar es Salaam, Dodoma, Iringa, Morogoro, Njombe e Singida.

Bagamoyo era também o ponto de passagem de exploradores. Os mais famosos os britânicos, Henry Morton Stanley, um jornalista, e David Livingstone, missionário anglicano, um dos primeiros europeus a pisar o interior da África. Este morreu vítima de malária no Zimbabwe. Seu corpo foi levado até Bagamoyo e depois de navio até ao Reino Unido.

Eis mais um pedacinho de história da África, Continente da esperança com seus desafios e contradições.

(Dar es Salaam, Tanzania, 14 de janeiro de 2018, Dia Mundial do Migrante e Refugiado).

Ultima modifica il Lunedì, 15 Gennaio 2018 12:49

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