Ho atteso con tantissima gioia” Mission is Possible” Brescia 12 – 15 ottobre 2017. Ho fatto quanto mi fu possibile per comunicare l’avvenimento con i suoi programmi in tutte le realtà in cui mi son trovato. L’annuncio era breve: “ Mission is possible” è una nuova Pentecoste non solo sulla chiesa della diocesi di Brescia ma anche su tutta l’Italia e tutta la chiesa universale”.
Dagli organizzatori del Festival ricevetti il mio servizio che dovevo essere impegnato negli “Aperitivi” e nella presentazione della Mostra presentata dall’ EMI su il documento fondamentale dell’azione pastorale di papa Francesco: Evangelii Gaudium.
Ero curioso di sapere che cosa consistevano “Gli aperitivi” mentre la presentazione di Evangelii Gaudium mi era già familiare, avendola ripetutamente presentata al Meeting di Rimini.
Il 12 mattino giunsi a Brescia all’ufficio informazioni. Avevo un il fuoco della missione in cuore in linea con il Beato Giuseppe Allamano, fondatore dei missionari e missionarie della Consolata che dice: “ Ci vuole fuoco per essere apostoli, missionari”! Subito feci un giretto per conoscere l’ambiente e le strade in cui si volgevano i momenti più significativi.
Quanta commozione provai nel varcare la soglia del Duomo Vecchio, chiamato anche “la Rotonda” per la sua forma architettonica! In questa Rotonda nel lontano 1950, prima di entrare a Rovereto tra i missionari della Consolata, incontrai P. Angelo Bellani, presentatomi da P. Farina Giovanni Battista, allora residente sulla collina di Rovato. P. Bellani nato a Polusco in diocesi di Brescia ma provincia di Bergamo, fu il primo missionario della Consolata non piemontese. Fu ricevuto nell’Istituto dallo stesso Beato Allamano IL 16 agosto 1904. L’anno seguente P. Bellani parte per il Kenya dove rimane fino al 1929 servendo diverse missioni. Nel 1908 per un incidente e per un’operazione male eseguita ebbe una gamba rovinata e irrigidita che lo costrinse a zoppicare
molto visibilmente e a cercare nel bastone un appoggio. Questo non ridusse il suo slancio missionario. Reduce dalla missione del Kenya 1929, rientra nella diocesi di Brescia, diventando “Il Direttore diocesano delle Pontificie Opere missionarie” fino all’anno 1953. Ricordo P. Bellani, ormai anziano, con lunga barba bianca e il bastone nella sua destra. Al Centro Diocesano Missionario salutandomi “Vai e diventa missionario, mi disse, fai quello che non sono riuscito a fare io!”
Un’altra gioia provai varcando il Duomo Vecchio. Quasi visibilmente vidi la figura di Mons. Luigi Morstabilini vescovo di Brescia che non soltanto mi impose le mani il 23 dicembre a Lodrino, ma proprio nel Duomo Vecchio, mi consegnò il primo crocifisso nella solennità dell’Epifania del 1977 inviandomi in Sud Africa.
Durante le tre giornate del Festival non nascondo la gioia di rivedere e riabbracciare suore, padri, laici e tantissimi ragazzi/e conosciuti in altre circostanze come Convegni o iniziative missionarie.
Non potendo essere presente a tutte le manifestazioni dovetti scegliere. Toccanti furono le testimonianze di suore, missionari e laici.
Fui presente al “Premio Cuore Amico” a cui devo la realizzazione di due trivellazioni di pozzi per acqua e diverse le adozioni a distanza per i bambini più bisognosi in Sud Africa.
Ma trovai veramente interessantissimi gli “aperitivi” dove ogni missionario/a poteva sfogarsi nel raccontare le loro esperienze. A me toccò di portare la mia testimonianza con Sr. Giovanna Minardi delle suore dell’Immacolata (il ramo femminile del PIME) che è pure membro dell’equipe della formazione dell’accoglienza a Modica in Sicilia. Sr. Giovanna parlò dell’esperienza vissuta in Ong Kong prima e poi in Cina. Io presentai la realtà del Sud Africa e le mie “arrabbiature” per il bene che volevo promuovere nonostante la legge dell’apartheit. Purtroppo il tempo fu troppo breve. Tutti i presenti avrebbero voluto avere più tempo a disposizione non solo per ascoltare le testimonianze ma anche per porre ai missionari più domande.
Non potevo che partecipare ai gioiosi e rumorosi momenti di danze e ai suoni dei tamburi e chitarre che riempivano le piazze del Centro della città.
La presentazione dei superiori/e generali/e degli Istituti missionari fu interessantissima. In poche parole la riflessione cercava di dare una risposta alla domanda: Quale futuro degli Istituti missionari in una chiesa in uscita? Interessantissime le presentazioni. Ha toccato il cuore dell’assemblea le parole e la visione di P. Stefano Camerlengo, superiore generale dei missionari della Consolata. Padre, ti ricordiamo sopratutto per i due messaggi che ci hai donato. Il primo riguarda lo stile dell’Allamano: ”Il bene deve essere fatto bene e senza rumore” (Beato Giuseppe Allamano) e il secondo presentato con il poemetto “La filosofia delle formiche”.
Sento ancora l’abbraccio fraterno dei Padri della Consolata presenti di P. Piovano e di P. Treglia, e … del nuovo vescovo di Brescia: Mons. Gianpiero Tremolada.
Domenica 15 sera salutai Brescia a malincuore. Mi trovavo nella chiesa di San Leonardo illustrando ad un gruppo la mostra per l’ultima volta l’ Evangelii Gaudium. In questa chiesa si aprì con una solenne celebrazione “Mission is Possible”. Pregavo sognando di essere uno tra coloro che furono gli “inviati” al termine della Celebrazione in Duomo Nuovo come chiusura del Festival “Missioni s possible”.
Sento di ringraziare tutti gli organizzatori e i volontari perché in Brescia ho potuto ringiovanirmi nello spirito e nel corpo e gustare profondamente che la missione è sempre Cristo, il missionario del Padre, che riempie sino a traboccare il cuore di chi lo incontra e lo vive. Si, mi recai a Brescia con il fuoco della missione, ma ora posso dire che quel fuoco è divenuto un grande falò!
Auguro che si ripeta il Festival a Brescia o altrove! Ma intanto dico che mi sento orgoglioso e riconoscente, diletta Brescia, di appartenerti e di portare soprattutto nei futuri sacerdoti come visitatore PUM il “fuoco’ e il “falò” che mi hai donato. Spero di non deluderti!