Nona Conferenza dei Missionari della Consolata nella RD del Congo

Partecipanti alla nona Conferenza IMC nella Repubblica Democratica del Congo Partecipanti alla nona Conferenza IMC nella Repubblica Democratica del Congo Foto: Nestor Nkulu Iland
Pubblicato in I missionari dicono

La regione del Congo nell'Africa centrale accoglie con gioia la Direzione Generale (il Vice Superiore Generale, padre Michelangelo Piovano e i due consiglieri, padre Mathews Odhiambo e padre Erasto Mgalama) per la nona Conferenza dei missionari della Consolata nella Repubblica Democratica del Congo. L'incontro, iniziato l'8 si dovrebbe concludere il 15 aprile 2024.

I missionari della Consolata, presenti in RDC dal 1972, operano in questo paese con 29 sacerdoti e 3 fratelli. I missionari della Consolata di origine congolese nel mondo sono 59, di cui 45 sacerdoti, 3 fratelli, 5 diaconi, 4 studenti professi e 2 novizi. Insieme, siamo radunati attorno a Cristo Risorto, centro gravitazionale intorno al quale la nostra vita e la nostra missione ruotano quotidianamente.

Abbiamo iniziato la Conferenza con una messa allo Spirito Santo presieduta dal padre Erasto Mgalama, Consigliere Generale per l’África. Il padre ci ha invitati “a lasciarci permeare dallo Spirito Santo, a mettere Cristo al centro della nostra vita seguendo l'esempio della prima comunità cristiana che metteva tutto in comune per il bene di tutti”.

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Il nostro primo incontro avviene in due momenti: iniziamo con un ritiro guidato dal padre Michelangelo Piovano, sul tema proposto dalla conferenza: "Resta con noi, perché il giorno è ormai al tramonto” – con il sottotitolo 'Ripartire da Cristo ed evitare l'autoreferenzialità'. Padre Gianfranco Testa, che lo accompagna, ci aiuta con riflessioni pratiche sul perdono e sulla riconciliazione. Successivamente, a partire dal 12 aprile, continueremo con la Conferenza vera e propria, tenendo conto di tutti i vari contributi.

È importante ricordare che la missione che svolgiamo non è nostra, ma è di Dio, rivelata dal suo Figlio, nostro Signore Gesù Cristo il cui sacrificio di redenzione viene ancora ricordato e celebrato durante questo periodo pasquale. Quindi non si tratta di diventare noi stessi il punto di riferimento o il centro attorno al quale la nostra vita e la nostra missione devono ruotare, ma è piuttosto Cristo che deve essere al centro, il punto di gravità di questa rotazione; ed è solo lui il riferimento!

Perdono e riconciliazione

0240411Congo6Nel secondo giorno, la messa del mattino è stata presieduta dal padre Michelangelo, accompagnato dal padre Dido Ambinikosi, parroco della Parrocchia di Sant'Ilario. Padre Gianfranco Testa (foto) festeggia il suo compleanno... 82 anni! Ma è ancora diritto come un palo solido e inamovibile e soprattutto, una vera e propria mente, “vera testa”, che funziona perfettamente! Questo anziano saggio ci ha condotti nelle profondità del viaggio interiore della nostra liberazione dalla rabbia, dal risentimento per aprirci al perdono e alla riconciliazione, passando dalle tenebre alla luce.

“Abbiamo il diritto di provare rabbia o risentimento ma non possiamo continuare a vivere dentro questi sentimenti per il resto della nostra vita. Non siamo responsabili della rabbia che proviamo ma della rabbia che conserviamo. Il perdono è guarire la ferita con se stessi; la riconciliazione è guarire la ferita con gli altri. Il perdono non cancella né cambia il passato, ma mi libera per il futuro. Ho la scelta di restare nel dolore e nel peso del passato o di aprirmi pacificandomi alla libertà del futuro!”

Tempo di ritiro

Aperta con una preghiera del padre Dido, il ritiro è continuato con il secondo punto trattato dal padre Michelangelo: "Le nostre comunità dall'Eucaristia". Il padre auspica che le nostre comunità multiculturali che celebrano quotidianamente l'Eucaristia siano testimonianza di fraternità, condivisione e speranza per il mondo. Vivere in comunità ha fondamento in Gesù, che invita i suoi discepoli a rimanere con lui per condividere la sua vita e formarli alla missione. Così l'Eucaristia che celebriamo non resti sterile ma diventi una vita concreta della nostra fraternità nella sua diversità. L'Eucaristia fa la Chiesa e la Chiesa fa l'Eucaristia.

Il nostro Fondatore mette in evidenza l'Eucaristia e lo spirito di famiglia che vanno di pari passo nel nostro contesto di multiculturalità; siamo chiamati a vivere la fraternità ad vitam per la missione: "Per noi, essere missionari eucaristici significa fare dell'Eucaristia la fonte e il culmine dell'evangelizzazione, il centro verso cui tende tutta la vita spirituale dell'individuo e della comunità e, di conseguenza, la ragione profonda per vivere nell'azione di grazie continua", sottolinea padre Michelangelo.

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La RD del Congo

La RDC ha ottenuto l'indipendenza dal Belgio nel 1960. È il secondo Paese dell’Africa per superficie dopo l’Algeria, e il più grande privo di territori deserti: con un’estensione di circa 2.345.000 kmq, è grande più di sette volte l’Italia e oltre la metà dell’intera Unione Europea. Il 58% del suo territorio è coperto dalla foresta pluviale primaria e ha quindi il potenziale per giocare un ruolo di primo piano nella lotta contro i cambiamenti climatici. Nonostante i suoi 100 milioni di abitanti, non è il Paese più popoloso del continente (superato da Nigeria, Etiopia ed Egitto), ma è quello in cui sono più numerosi sia i cristiani (circa il 90% della popolazione, considerando le diverse denominazioni), sia i cattolici (circa il 55% della popolazione).

* Padre Nhessy Nkulu Iland, Nestor, IMC, Segretario della Regione Congo.

Ultima modifica il Giovedì, 11 Aprile 2024 09:52

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