Il missionario della Consolata è deceduto il 04 aprile 2024 ad Alpignano, in Italia. Aveva 87 anni di età, di cui 62 di Professione Religiosa e 59 anni di Sacerdozio. La sua culla-casa era quella di Giovanni e Maria Bernardi, il suo nome completo Ezio Maria Roattino.
Un uomo di frontiera
Padre Ezio era originario dell’Istria, - una nazione che non era nazione e che ha subito gli effetti di una delle più burrascose vicende del secolo XX - e quindi fin dalla sua nascita, il 19 novembre del 1936, divenne costruttore di ponti: tra il mare liquido e la terraferma, tra la Croazia, l'Italia e l’antica Jugoslavia, tra il cristianesimo cattolico e il comunismo, tra la Chiesa europea e i territori e le realtà di missione al di là della frontiera.
Il Superiore Generale, P. James Lengarin con il P. Ezio Roattino nella comunità di Alpignano. Foto: Jaime C. Patias
Questa dimensione della sua esistenza lo ha reso cittadino del mondo, fratello universale, personalità forte, appassionata e compassionevole. tra le sue scelte solidali e missionarie ha cercato i poveri nelle favelas urbane del Brasile, come quella di Telégrafo di Rio de Janeiro. I contadini della regione del Magdalena Medio, in Colombia. Gli indigeni del Nord del Cauca, sempre in Colombia, con i quali ha camminato per gran parte della sua vita e dove certamente avrebbe voluto morire ed essere sepolto, insieme al Nasa Pal Alvaro Ulcué Chocué, suo amico sacerdote e martire, della comunità indigena dei Paeces.
Per costruire questi ponti ecologici, culturali, religiosi, politici e ideologici, senza compromettere la propria identità e la propria missione, senza chiudersi alla novità degli altri, imparò le lingue e coniugò i verbi in croato e in italiano, in sloveno e in inglese, in portoghese e in spagnolo, in latino, in paez o nasa, e altri ancora.
Discepolo missionario
Emise la sua professione religiosa con i Missionari della Consolata il 2 ottobre 1962 nella Certosa di Pesio (Cuneo), ed è stato ordinato sacerdote dal vescovo Maccari di Mondovì il 19 dicembre 1964.
Come i primi chiamati dal Maestro di Galilea, Ezio ha ricevuto una solida formazione umana e spirituale, filosofica, teologica e missionaria. In questo modo ha imparato a stare con il Maestro, di cui ha cercato di essere fedele discepolo fino alla fine della sua vita, il 4 aprile 2024, ad Alpignano, in Italia, lontano dalla Cordigliera delle Ande, senza sapere bene perché, o per cosa. Forse solo per morire.
Padre Ezio Roattino partecipa alla celebrazione per ricordare il padre Álvaro Ulcué, assassinato nel 1984 a Toribio, in Colombia.
Uomo di fede, giovane e di bell'aspetto, capace di leggere la vita non come una catena di coincidenze ma di provvidenze che lui amava chiamare “dio-cidenze" per prima parte, fiducioso come il padre Abramo, per l'immenso Brasile; poi torna a prestare servizio in Italia come animatore e formatore missionario; e alla fine ritorna nel continente americano –indigena, afro e latino– questa volta in Colombia, come membro di una "équipe missionaria", che aveva l'intenzione di vivere una missione evangelizzatrice di inculturazione - liberazione, mai più di colonizzazione.
Fratelli, amici e compagni, Antonio Bonanomi, Salvatore Mura, Ezio Roattino, Vincenzo Pellegrino e Sergio Gruppo, si sono dedicati a vivere, costruire e mostrare agli altri la missione di consolazione e liberazione tra i più poveri, i più lontani e gli esclusi. A loro si sono aggiunti negli anni altri missionari: religiosi della Consolata, sacerdoti diocesani e istituzioni laiche locali e straniere.
Ezio ha saputo unire il suo impegno missionario con altri servizi all'Istituto della Consolata: è stato formatore di studenti di teologia a Londra, superiore della Regione Colombia-Ecuador e maestro dei Novizi a Buenos Aires in Argentina. Ma nel suo caso ogni allontanamento dalla sua opzione prioritaria, il popolo indigeno, è sempre stato accompagnato dall'impegno di ritornare per essere fedele all’eredità che aveva ricevuto nel 1984 a Toribio –paese indigeno– dalla volontà e dal cuore di padre Alvaro Ulcué.
Incontro tra amici della missione. P. Juan Pablo de los Rios, P. Ezio Roattino, P. Venenzio Mwangi e P. Francisco Pinilla
Aveva fatto suo il progetto o piano di vita del popolo Nasa, che il padre Alvaro aveva ideato e avviato e per il quale fu assassinato. Ezio lo ha ricevuto dal suo amico e compagno, lo ha condiviso con tutti i missionari della Consolata della Regione e tutti noi lo abbiamo fatto nostro con gratitudine e speranza.
Hai voluto chiamarti Ezio Guadalupe e con questo nome hai preso come maestra la madonna che papa Giovanni Paolo II definí la “pedagoga del Vangelo pienamente inculturato nel mondo azteco”. Anche grazie al tuo umile e persistente impegno il cammino di inculturazione del vangelo si è espanso in tutto il continente e nel mondo intero. Grazie Ezio Maria –Guadalupe– Roattino. Oggi la tua eredità viene consegnata e condivisa.
* Padre Salvador Medina è missionario della Consolata in Colombia.