Padre Giuseppe Auletta, Missionario della Consolata, che lavora con le popolazioni indigene a Mendoza, in Argentina, ha appena celebrato i suoi cinquant’anni di vita sacerdotale. Condividiamo qualche sua riflessione tratta dall'omelia della messa di ringraziamento celebrata il 28 aprile nel suo paese natale, Calciano, in provincia di Matera.
È un motivo di grande gioia la celebrazione di oggi, carissimi fratelli e sorelle. Voi amici, parenti tutti, comunità di ogni origine e provenienza ringraziate con me il Buon Pastore che ci attende e ci apre la porta del suo ovile, chiamandoci per nome per poi condurci sulle strade del mondo. Lui si mette in cammino con noi e ascolta le nostre preoccupazioni, le nostre ansie, le nostre delusioni, i nostri sogni: Poi, come con i discepoli di Emmaus, ci scuote, ci illumina, ci rincuora e condivide con noi il pane spezzato. È questo pane che riaccende la prima chiamata al servizio e ci rimette in cammino. Grazie a lui siamo in uscita per annunciare la Vita.
Sono passati 50 anni da quando, prostrato in questo stesso luogo, e poi rivestito delle sue vesti, il Signore mi ha mostrato il suo cammino, il suo percorso, la sua Via Crucis e la Missione.
Da quando ho cominciato a pensare a questo giorno, mi è venuta in mente l'espressione della lettera agli Ebrei: “Anche noi dunque, circondati da tale moltitudine di testimoni, avendo deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù” (Eb 12,1-2)
Durante questi 50 anni, quanti sono partiti, quanti hanno corso con perseveranza ed hanno completato la loro corsa testimoniale! È una lista interminabile, cominciando da Don Michele Orlandi, mamma e papà e poi tanti altri parenti, amici, benefattori, confratelli, consorelle. Li sento tutti qui presenti, che partecipano di questo rendimento di grazie; percepisco il loro incoraggiamento e sostegno; li sento parte di una sola grande famiglia, quella che la Missione sa creare.
Vedete, questa è la Missione: un'opportunità unica, speciale, che ci fa sentire tutti una grande famiglia. Voglio bene a voi che siete qui, così come voglio bene a quanti sono lì, appena oltre l'oceano, e che, ripeto, sono parte di una sola grande famiglia, quella che solo la Missione sa propiziare. Evidentemente tutto questo è possibile grazie allo strumento che rappresenta la mia Famiglia Religiosa dei Missionari della Consolata alla quale ringrazio di cuore per avermi accolto.
In tutti questi anni non pè mai mancatyo il vostro sostegno per andare avanti con la Missione, al di là dell'oceano, finché le condizioni fisiche me lo permetteranno. Quante volte è venuta fuori la domanda: "Adesso rimani?" ogni volta che tornavo in Italia, è la risposta è sempre stata la stessa. Che consolante sentirvi dire, dopo aver ascoltato la mia solita risposta "continua con la Missione, se questo ti rende felice para far felici gli altri".
Grazie per la vostra generosità! Continuiamo tutti con la Missione e per la Missione generatrice di Vita per un Mondo Nuovo, che il Signore ci affida.