Teologia del Protestantesimo

Pubblicato in Missione Oggi

Benché questa rubrica sia dedicata espressamente alla teologia del protestantesimo, riteniamo utile segnalare almeno due opere monumentali di carattere storico, molto valide anche per un'introduzione significativa alle tematiche principali della teologia protestante.

Si tratta anzitutto del lavoro ormai classico, universalmente riconosciuto, di 7. Lortz, La Riforma in Germania, 2 voll., Jaca Book, 1979-1981, pp. 532 e 396, L. 40.000 e L. 30.000. La straordinaria ampiezza di documentazione, la pacatezza di giudizio, la partecipazione alla materia trattata hanno fatto di quest'opera un punto di approdo e di non ritorno della rinnovata storiografia cattolica sulla Riforma. Lortz ci porta alle radici della sincera pietà religiosa da cui scaturisce la teologia di Lutero; il suo atteggiamento simpatetico gli ha permesso di dire la verità nell'amore sul caso Lutero.

Un'altra grande opera estremamente documentata ed equilibrata nel giudizio è quella del gesuita R. Garcia Villoslada, Martin Lutero, 2 voli., Istituto Propaganda Libraria, 1985-1987, pp. 790 e 843, L. 35.000 e L. 40.000. Dato che Villoslada ci introduce magistralmente a comprendere la genesi ed il contenuto di tutta la produzione letteraria di Lutero, la sua opera è indispensabile a chi sia interessato alla teologia del Riformatore. Quest'edizione è avvalorata da una nota di accompagnamento (voll II, pp. XI-XIV) del Cardo Carlo Maria Martini. A questo punto è d'obbligo aggiungere un terzo studio di dimensioni più ridotte, ma assolutamente rigoroso, dovuto ad un discepolo prediletto di Lortz: E. Iserloh, Compendio di storia e teologia della Riforma, Morcelliana, 1990, pp. 308, L. 30.000. Il panorama intricatissimo delle vicende storiche e delle tendenze dottrinali (anabattisti, fanatici, estremisti, spiritualisti...) è tratteggiato con grandissima cura e perizia da Iserloh, che con questo libro ci regala un utile rifacimento aggiornato dell' opera precedente da lui scritta in collaborazione con J. Lortz: 7. Lortz - E. Iserloh, Storia della Riforma, Il Mulino, 1990, pp. 387, L. 40.000. La presentazione di P.C. Bori è alquanto utile.

A chi fosse interessato al fenomeno della Riforma nel suo complesso, non solo al suo inizio (Martin Lutero), ma anche nei suoi sviluppi (Zwingli, Calvino, Chiesa anglicana), ed alla diffusione del protestantesimo in altri paesi (Francia, Paesi Bassi, Scandinavia, Europa orientale, Italia, Spagna e Portogallo), si consiglia la lettura di V. Vinay, La Riforma protestante, Paideia, 1982 2, pp. 542, L. 50.000. Gli aspetti teologici qualificanti le diverse confessioni sono sempre trattati in modo chiaro ed appropriato, benchè essenziale. Un altro libro molto illuminante che, nonostante la mole esigua, si addentra in modo sufficientemente profondo e aggiornato nelle differenze dottrinali delle varie confessioni, è quello di A.E. McGrath, Il pensiero della Riforma, Claudiana, 1991, pp. 224, L. 24.000. Queste introduzioni possono essere validamente affiancate da un primo volume antologico, recentissimo, che rende possibile a ciascuno verificare sui testi la propria conoscenza del protestantesimo. Si tratta di E. Campi, Protestantesimo nei secoli. Fonti e documenti, I: Cinquecento e Seicento, Claudiana, 1991, pp. 474, L. 48.000. Qui vengono appunto riportati molti testi di grande interesse teologico, anche se affatto sconosciuti, riguardanti le vicende della Riforma, oltre che in Germania e Svizzera, anche in Francia, Paesi Bassi, Scandinavia, Inghilterra, Scozia ed Europa orientale. Sul tema teologico centrale della Riforma, che propone la giustificazione per fede come il cardine dottrinale del cristianesimo, è di grande utilità il libro di V. Subilia, La giustificazione per fede, Paideia, 1976, pp. 362, L. 49.000. Oltre ad esporre le linee maestre di questa tematica in Lutero, l'Autore propone anche l'interpretazione datane da Calvino; inoltre inquadra il tutto in una ricerca sullo stesso tema nel Nuovo Testamento e negli sviluppi della teologia cattolica fino al Concilio di Trento; infine tratta, in maniera molto stimolante, dell'attualità o meno di questa tesi teologica.

Ma concentriamo ora la nostra attenzione unicamente sul Riformatore per antonomasia: Martin Lutero. Molti studiosi hanno di volta in volta cercato di definire la sua teologia coniando formule che, nel tempo, hanno avuto la loro fortuna. Per esempio, si è parlato di ‘teologia dell'umiltà', ‘teologia della fede', ‘teologia della grazia', ‘teologia della parola'....

Ognuna di queste formule ha la sua plausibilità, tanto vaste, ricche ed articolate sono le tematiche teologiche presenti in Lutero, ma da qualche decennio si constata la tendenza a rivalutare il suo intero disegno teologico alla luce della ‘teologia della croce'. In questa prospettiva risulta indispensabile il libro di W. Von Loewenich, Theologia Crucis, EDB, 1975, pp. 224, L. 15.000. E' una lettura da raccomandare vivamente a tutti, tanta è l'efficacia, la profondità teologica, la consolazione spirituale che si può ricavare da questo libro. A partire dalle tesi di Heidelberg (1518), von Loewenich porta alla luce le strutture essenziali del pensiero teologico di Lutero, le quali tutte convergono nella croce di Cristo, assunta come punto di partenza e di arrivo di ogni teologia cristiana. Le scoperte di questo valente studioso hanno fatto scuola anche in Italia. A questo proposito si devono ricordare alcuni studi.

Anzitutto: G. Miegge, Lutero giovane, Feltrinelli, 1977, pp. 504, L. 13.000. Benché questo libro possa apparire un po' datato (la prima edizione è dal 1946), esso conserva ancora oggi la sua validità ed il suo fascino. Stupendi sono i capitoli dedicati alla ‘scoperta dell'Evangelo' ed alla ‘teologia della croce'. La vicenda storico-teologica di Lutero è seguita fino alla Dieta di Worms (1521). Al tema di Cristo crocifisso è poi dedicato il bellissimo volume di B. Gherardini, Theologia crucis. L'eredità di Lutero nell'evoluzione teologica della Riforma, EP, 1978, pp. 399. La tipica tematica del Riformatore è letta in tutta l'evoluzione storica successiva. Con impressionante ricchezza di documentazioni, vengono presi in considerazione il Pietismo, 1'Illuminismo, la teologia liberale e la cosiddetta teologia dialettica. L'ampiezza di trattazione fa di quest'opera un unicum prezioso. Allo stesso Autore, che giustamente vale oggi in Italia come il maggior competente cattolico in campo luterologico, si deve anche un lavoro interessante sulla concezione della santità nel mondo protestante: B. Gherardini, La spiritualità protestante. Peccatori santi, Studium, 1982, pp. 310, L. 18.000. Si tratta d'uno strumento validissimo anche per comprendere nel suo vero significato la formula classica del «simul iustus et peccator». Ma va segnalata anche un'opera in campo mariologico che sfata molte false concezioni circa il modo di considerare Maria da parte di Lutero: B. Gherardini, Lutero-Maria. Pro o contro? , Giardini, 1985. pp.328. L. 40.000. Leggendolo si può fare. per esempio, questa piacevole scoperta: Lutero sostenne sempre la verginità di Maria «ante partum, in partu et post partum». La figura di Maria risulta illuminata dalla logica del «solus Deus» e dal principio cristologico. su cui l'Autore fa piena luce.

Da ultimo vale la pena di ricordare che conviene proprio leggere qualcosa dello stesso Lutero, soprattutto nel genere dei suoi commenti alla Sacra Scrittura: In questo senso proponiamo:

  1. Lutero, La Lettera ai romani (Classici del pensiero cristiano. 7). a cura di F. Buzzi, EP, 1991. pp. 794. L. 58.000. Nel saggio introduttivo di 125 pagine. il curatore presenta i temi principali della teologia di Lutero (con speciale riferimento a questo testo esegetico di fondamentale importanza per tutti gli sviluppi della Riforma): interpretazione della Scrittura, dottrina della fede. teologia della croce, dottrina del peccato, antropologia, natura della grazia, cristologia. Si sforza inoltre di sottolineare, accanto agli aspetti indubbiamente stimolanti del pensiero del Riformatore, anche i limiti metodologici e contenutistici della sua proposta teologica. Infine, un'ampia bibliografia di circa 40 pagine ed un corredo nutritissimo di note al testo tradotto rendono in grado il lettore di accostare dal vivo il pensiero del Riformatore, col conforto di una sufficiente strumentazione critica.

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