L’Anno della “Spiritualita’ Samaritana”. Il Volto Misericordioso di Dio, Buon Samaritano

Pubblicato in Missione Oggi

Introduzione

Incominciamo il nostro cammino giubilare, contemplando  il  volto misericordiso  di Dio,  che si fa buon Samaritano  sulle strade  della  umanitá.

50 anni fa Papa Paolo VI, l’8 dicembre 1965, chiudeva  solennemente il Concilio Vaticano II  e quest’anno, l’8 dicembre, Papa Francesco ha aperto  la Porta Santa del Guibileo della Misericoria. Nella ultima sessione púbblica del Concilio, il 7 dicembe 1965, Paolo VI nel suo discorso conclusivo disse: “L’antica storia del Samaritano é stata il paradigna della  spiritualitá del Concilio.  Una simpatia immensa lo ha tutto  pervaso. La scoperta  dei bisogni umani … ha assorbito l’attenzione del nostro Sinodo”

Il  documento conclusivo della V Conferenza Generale dei Vescovi dell’America Latina  e dei Caraibi, celebrata in Aparecida – Brasile nel mese di maggio del 2007, nella quale papa Francesco allora card. Jorge Mario Bergoglio,  ebbe un ruolo importante, parla di una Chiesa “chiamata a vivere come Chiesa Samaritana” (n.26) e ricorda  che  “affinché la nostra casa  comune sia un continente  della speranza, dell’amore, della vita e della pace bisogna andare, come buoni samaritani, all’incontro delle necessitá  dei poveri e di coloro che soffrono, e creare le strutture giuste che sono una condizione senza la quale non é possibile un ordine giusto nellla societá. (n. 537)

La spiritualitá samaritana che ha animato il Concilio Vaticano II  e i 50 anni del post-Concilio, specialmente  nelle Chiese  dell’America Latina  e del Caraibi con la “scelta dei poveri” e di una “evangelizzazione liberatrice”,  é la spiritualitá che anima il pontificato di Papa Francesco e che lo ha spinto a indire il Giubileo della Misericordia.

I - Leggiamo la parabola del Buon Samaritano (Lc.10,25-37)

4 ATTORI… Nella parabola appaiono quattro attori:

-1. l’uomo che scende  da Gersalemme a Gerico e cade nelle mani dei briganti                                

E’ l’uomo  di tutti i tempi e di tutti i luoghi, di tutte le culture e di tutte le religioni.  E’ l’uomo con le sue gioie e i suoi dolori, con i suoi sogni e le sue delusioni…   E’ la famiglia umana, la famiglia dei “figli di Dio”, ed é anche tutta la creazione.

E’ l’uomo impoverito, vittima del sistema economico, é l’uomo ferito nei suoi diritti, vittima di tante ingiustizie; é l’uomo scartato per improduttivitá; é l’uomo scomunicato per i suoi peccati; é l’uomo escluso  per la sua diversitá; …  é l’uomo che vive nelle periferie esistenziali

 

-2. i briganti che rubano tutto al viandante, lo percuotono a sangue  e lo lasciano mezzo morto

Sono gli uomini e le organizzazioni che obbediscono alla logica del potere e del profitto… che servono al dio denaro… che non rispettano la  vita dell’uomo e della creazione….

-3.il sacerdote e il levita ... che vedono e passano oltre

 Sono gli uomini e le organizzazioni che obbesdiscono alla lógica della indifferenza e della irresponsabilitá….e si fanno complici della ingiustizia e della violenza.            L’aspetto piú grave é che il sacerdote e il levita sono “uomini religiosi”,  che con la loro indifferenza tradiscono la loro vocazione e missione.

-4 il samaritano ... che vede ... sente compassione  ... e cura l’uomo mezzo morto

Sono gli uomini e le organizzazioni che seguono la logica della solidarietá e della responsabiltà, che si fanno carico dei problemi e delle ferite degli altri, che non hanno paura di scomodarsi, di perdere  tempo  e denaro …                                                                                                                      L’aspetto piú sorprendente é che il samaritano é uno straniero, un laico, una persona differente per etnia e religione …. È mosso solamente dalla  compassione

4 VERBI – 4 verbi definiscono la logica della solidarietá del Buon Samaritano

-1.ESSERE IN CAMMINO……  E’ la dinamica della incarnazione, della vicinanza, del farsi prossimo. E’ il cammino di Dio che scende per liberare il suo popolo schiavo (Es. 3, 7-8) e che, in Gesú, si mette i cammino  per abitare con noi (Gv.1, 14)

-2.VEDERE   E’ la dinamica dell’attenzione, che risveglia la coscienza critica, che fa capaci di andare oltre il fatto per scoprirne il significato. E’ un vedere che si fa vocazione e missione.

-3. SENTIRE COMPASSIONE- É la dinamica della misericordia e dell’amore , che risveglia  la coscienza religiosa e muove a farsi carico dell’uomo ferito.

-4. CURARE- E’ la  dinamica della consolazione, che muove la  coscienza política, che porta ad agire, a fare gesti concreti  che  cambiano la  situazione delle persone

Questi quattro  verbi definiscono anche il progetto e la missione di Gesú e di ogni suo discepolo missionario. Sono la sintesi della identitá cristiana, l’architrave che sorregge la vita della Chiesa. Sono il programa della “rivoluzione della tenerezza”

II – Ascoltiamo Papa Francesco nella Bolla di indizione del Giubileo starordinario della Misericordia:

“Dio sará per sempre nella storia dell’umanitá  come Colui che é  presente, vicino,  provvidente, santo e misericordioso.    “Paziente  e misericordioso” é il  binomio che ricorre spesso nell’Antico Testamento per descrivere la natura di Dio. Il suo essere misericordioso trova riscontro concreto in tante azioni della storia della salvezza dove  la sua bontá  prevale sulla punizione e la distruzione.

I Salmi, in modo particolare, fanno emeregre questa grandezza dell’agire divino: “Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermitá, salva dalla fossa la tua  vita, ti circonda  di bontá e misericordia (103 ,3-4). In modo ancor piú esplicito,  un altro Salmo attesta i  segni concreti della misericordia: “Il Signore  libera i prigionieri, il Signore ridona la vista ai ciechi, il Signore rialza  chi é caduto, il Signore ama i giusti, il Signore protegge i  forestieri, egli  sostiene l’orfano e la vedova ,ma sconvolge le vie dei malvagi” (146, 7-9) E da ultimo,  ecco altre  espressioni del Salmista; “ (Il Signore) risana i cuori affranti e fascia le loro  ferite ... Il Signore sostiene i poveri , ma abbassa  fino a terra i malvagi  (147, 3.6).   Insomma, la misercordia di Dio non é una idea astratta, ma una  realtá concreta  con cui Egli rivela il suo amore come quello di un padre e di una madre  che si commuovono fino dal profondo  delle viscere per il proprio figlio.    E’ veramente il caso di dire che é un amore “viscerale” proviene dall’intimo come un sentimiento profondo, naturale, fatto di tenerezza e di compassione, di misericordia e di perdono” (MV, 6)

“E’ mio vivo desiderio che il, popolo cristiano rifletta durante il Giubieo sulle opere di misericordia corporale e spirituale.Sará un modo per risvegliare la nostra cosienza spesso assopita davanti al dramma della povertá e per entrare sempre di piú nel cuore del Vangelo dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina.  La predicazione di Gesú ci presenta queste opere di misericordia  perché possiamo capire se viviamo o no come suoi discepoli.      Riscorpiamo  le opere di misericordia corporale:  dare da mangiare agli affamati,  dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere  gli ammaalti,  visitare i carcerati, seppellire  morti.   E non  dimentichiamo le opere di misericordia spirituale:  consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti,  ammonire i peccatori,  consolare gli afflitti, sopportare pazientemente  le persone moleste, pregare Dio per i vivi  e i morti.  Non dimentichiamo  le parole di San Giovanni della Crioce: “  Alla sera della vita, saremo giudicai sull’amore” (MV, 15)

Conclusione

Come Missionari della Consolata dobbiamo approfittare dell’anno del Giubileo della Misericordia per approfondire e vivere con maggiore intensitá  la nostra spiritualitá della consolazione, che é una  dimensione esenziale della spiritualitá samaritana. Dobbiamo essere i  barellieri, gli infermieri, i medici che accompagnano,curano, consolano i “feriti”  e gli “scarti” nell’ospedale da campo che é la Chiesa.

Chiediamo l’aiuto e la compagnia della “Madre della Misericordia e della Consolazione”, la buona Samaritana nella casa di Elisabetta, nelle nozze di Cana, ai piedi della Croce e nel Cenacolo con gli apostoli. Animati dal suo esempio, cerchiamo di essere testimoni della spiritualitá samriatana,  veri missionari della consolazione, della la misericorsia e della tenerezza di Dio.

 

 

Ultima modifica il Lunedì, 11 Gennaio 2016 08:48

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